Originariamente inviata da
Wittmann
Richiamerei tutto quello che ho già scritto a pag.4, ma intanto copio e incollo solo un estratto di una parte (che è già abbastanza lunghino).
In tanti (in questo e in altri topic) richiamano a sproposito laicità e costituzione, facendo riferimento a un concetto errato di laicità e facendo inesistenti riferimenti a principi che la costituzione (non) afferma.
Laicità non è indifferenza o negazione del fenomeno religioso, ma "neutralità" e imparzialità.
Ma soprattuto, la costituzione non dice affatto che le religioni devono essere tutte uguali, né di trattarle tutte alla stessa maniera!
Afferma solo che i cittadini sono uguali davanti alla legge senza distinzione di religione: viene cioè giustamente affermato un principio di uguaglianza assoluto valido per i cittadini, i quali sono liberi di professare qualsiasi credo religioso con il corrispettivo divieto di discriminare qualcuno per via della sua religione.
Le religioni invece sono solo egualmente libere, non uguali identiche. C'è una bella differenza. Questo perchè il principio di uguaglianza non significa solo trattare in modo uguale situazioni uguali, ma anche trattare in modo diverso situazioni diverse; poichè il cattolicesimo di fatto nella società italiana ha occupato ed occupa un ruolo, se non preminente, quantomeno peculiare, è giusto che tale ruolo venga riconosciuto, senza che questo riconoscimento comporti la violazione dei diritti di nessuno.(se no, per assurdo, una qualsiasi religione inventata su 2 piedi dovrebbe ricevere lo stesso trattamento di una seguita da decine di milioni di persone).
Quindi, le religioni sono si libere (di organizzarsi, di fare, di curare insomma tutte le cose che riguardano la religione), ma ciò non comporta che ricevano una disciplina uguale e indifferenziata.
Oltretutto, la stessa costituzione, dopo aver detto che le religioni sono egualmente libere, continua dicendo che i rapporti con lo stato sono regolati da intese ecc.; implicitamente riconosce la diversità delle stesse e la legittimità di accordi e discipline distinte, se no ci sarebbe un blocco di regole valide per tutte le religioni e stop, non ci sarebbe alcun bisogno di regolare uno per uno i rapporti con le varie religioni.
Oltre a questi, per motivi tradizionali. Purtroppo per alcuni, quello di mettere i crocifissi in luoghi pubblici è un comportamento ripetuto costantemente da decenni (nelle scuole da fine 800, quindi oltre un secolo), quindi si può ben parlare di una tradizione consolidata (anche a prescindere dalle varie norme e considerazioni giuridiche, e evitiamo per favore paragoni fuori luogo del tipo “ah ma perché altre cose non lo sono”).
Fa parte, insieme a tante altre piccole, stupide, inutili cose, del nostro bagaglio culturale/tradizionale.
Mantenerle non la vedo affatto come discriminazione delle altre religioni o delle minoranze; casomai il contrario: vedo più una forzatura in una minoranza che vuole imporsi sulla maggioranza, privarla (senza vere motivazioni pratiche) dei suoi simboli tradizionali e abolirne usanze o tradizioni secolari, per quanto stupide o inutili possa ritenerle.
Dico senza vere motivazioni pratiche perché a chi frega qualcosa se in un tribunale o in un ospedale è appeso un crocifisso? Forse che se si è di altre religioni non si viene curati o si perdono le cause? No, in concreto non cambia un cazxo a nessuno se ci sono o no.