Mah..
Non ho parole, ormai..
Mah..
Non ho parole, ormai..
Non si può ...
Chi solo la pensa in modo diverso da Lui (anche solo marginalmente) viene attaccato in modo automatico e sequenziale ....
Io parlo per esperienza ......"Ahi dir qual'era è cosa dura ....."
Scuola,ok da Camera a salva-precari
Testo ora va al Senato, contrari Pd-Idv
Primo via libera dalla Camera al decreto legge salva-precari nella scuola: l'aula di Montecitorio ha approvato il provvedimento con 263 voti favorevoli, 196 contrari e 33 astenuti. Contro hanno votato Pd e Idv, l'Udc si è astenuta. Il decreto, che decade il 24 novembre, passa ora all'esame del Senato.
E dalla Gelmini arriva subito il compiacimento per questo primo traguardo: "Sono soddisfatta del risultato ottenuto'', commenta il ministro dell'Istruzione evidenziando in particolare il ''clima positivo'' creatosi sul provvedimento, nonostante il voto contrario del Pd.
Le supplenze temporanee
I precari della scuola che l'anno scorso avevano un contratto annuale e rimasti quest'anno disoccupati avranno la precedenza assoluta a prescindere dall'inserimento nelle graduatorie di istituto per le supplenze 'brevi' per le assenze temporanee dei titolari. Mentre accede alle supplenze anche chi, attraverso graduatorie di istituto, ha maturato lo scorso anno, almeno sei mesi di supplenza.
I progetti ad hoc
I precari che percepiscono la disoccupazione possono essere impiegati percependo una indennita' in progetti ''di carattere straordinario'' che possono durare fino a 8 mesi e che le scuole possono promuovere, in collaborazione con le regioni (che li finanziano).
Il turn-over
Non è escluso che i contratti di supplenza dei precari si possano trasformare in contratti a tempo indeterminato ma questo accadrà solo nel caso di immissione in ruolo. La norma 'salva' anche gli scatti stipendiali dei precari.
La graduatoria unica
Graduatoria unica a partire dal 2011. Da quell'anno, infatti, si dovrebbe arrivare alla riduzione a due del numero delle province per le quali si puo' esercitare l'opzione da parte degli insegnanti, nonche' introdurre l'inserimento nelle graduatorie secondo la modalita' 'a pettine'.
I falsi disabili
I docenti precari che chiedono l'inserimento in graduatoria in una provincia diversa da quella di residenza usufruendo della legge 104 sui disabili saranno sottoposti a controlli piu' stringenti. Si tratta di una proposta della Lega che prevede, che i certificati che attestano la disabilita' vengano controllati sia nella provincia di residenza che in quella di destinazione.
Fonte: tgcom.it
LOL
Prima fregano i precari e costringono tutti i prof di ruolo a fare doppi turni (la mia ex prof di liceo ha classi che vanno dalla prima alla quinta, con relativi doppi consigli di classe e riunioni collegiali) e poi se ne escono con questo
Loro fanno e loro disfano E nel frattempo migliaia di precari han perso la loro posizione in classifica
La fregatura non è tanto nelle materie "principali" cioè richieste in qualunque istituto (italiano, matematica, inglese...) che bene o male si ricambiano sempre.
La fregatura sta nel turn-over per gli insegnanti di materie "specifiche" di certi istituti, soprattutto tecnici, che in questi anni hanno registrato un forte calo d'iscritti.
Questi docenti precari si trovano sorpassati in graduatoria dai perdenti posto, cioè coloro i quali insegnavano già di ruolo, ma dato il minor numero d'iscritti sono passati in una situazione di precariato.
Inoltre stranamente gli insegnanti che dal sud vengono al nord, scalano la graduatoria come niente, a danno di quelli che erano alti in graduatoria, che si vedono retrocedere.
Infine, dopo anni di insegnamento da precario, se ti passano di ruolo hai un anno da "tirocinante" dove dovrebbero valutarti, nonostante tu abbia più di 20 anni d'insegnamento.
Questa è la fregatura per i precari.
Ma da dove vengono questi precari senza lavoro vogliamo dirlo o no?
Suggerimento:
Fini irritato anche per le insinuazioni su Napolitano. "Con il capo dello Stato non romperò mai"
Lo stop del finiano Ronchi complica i piani di Ghedini sulla prescrizione breve
Il gelo del presidente della Camera
"Con Feltri ci vedremo in tribunale"
di LIANA MILELLA
Fini con il presidente Napolitano
ROMA - "Tanto con quello ci vedremo in tribunale". È un Fini arrabbiatissimo quello che butta via dal tavolo la copia del Giornale (un fondo del vicedirettore Sallusti intitolato "C'è un tentativo di fermare l'azione del governo" con, in fondo, una velata minaccia: "E' possibile che nei prossimi giorni ne vedremo delle bele") e archivia con quella battuta l'ennesimo attacco che lo accomuna a Napolitano e dietro il quale, ovviamente, vede la mano di Berlusconi. Sul Colle la reazione non è molto differente. Il presidente legge, s'indigna, ma la sua reazione, dopo una giornata in cui gli arrivano continui messaggi di piena solidarietà, è volutamente e soltanto un "gelido no comment".
Ma nei due palazzi, la Camera e il Quirinale, la lettura dell'articolo è univoca: il Cavaliere, mal consigliato da chi gli sta più vicino, ormai scambia una linea politica, la tutela e la piena difesa di alcuni valori, come quello della legalità, come un atto di infedeltà, come un infido attacco alla sua persona e, soprattutto, come il tentativo di abbandonarlo nel momento più difficile della sua vita politica. Per questo arma la mano del direttore Feltri. Lui, ormai privo dello scudo processuale, deve affrontare il tribunale di Milano. E nei "no" del presidente della Camera e di Napolitano, l'ultimo sulla prescrizione breve e sui processi lampo da infilare con un blitz nel decreto comunitario oggi in aula al Senato, vede solo l'insistente volontà di disarcionarlo. Non sopporta l'asse Fini-Napolitano e interpreta un'affermazione di Fini, che i suoi gli riportano, come la conferma del sospetto che l'ex leader di An lavori contro di lui. Ripete sempre Fini a proposito del capo dello Stato: "Con lui io non romperò mai". E ne seguono attestati di stima e l'irritazione per i continui attacchi al presidente veicolati dal Giornale.
La partita sulla giustizia cammina verso giornate decisive. Il Cavaliere attende nervoso quella "soluzione finale" che, come gli continua a promettere il suo avvocato Niccolò Ghedini, deve salvarlo dalle sentenze Mills e Mediaset. Ma stavolta vuole dietro di sé tutta la maggioranza, non è ammessa alcuna defezione. Quindi impone un'assunzione di alta responsabilità politica. E per questo, ragionano nell'entourage di Fini, scatena le minacce veicolate dal Giornale. Mercoledì o giovedì, salute del premier permettendo, saranno i giorni clou, si vedranno lui con Bossi e Fini per chiudere assieme l'accordo sulle regionali e quello sulla giustizia, compresa "la" o "le" leggine che gli servono per anestetizzare quegli "odiosi dibattimenti".
Fini e i leghisti sono presi d'assalto dai berluscones. "Il Cavaliere deve essere salvato a ogni costo. Non sono ammessi distinguo" dicono e premono. Ma Fini i paletti continua a metterli, e pure ben piazzati. Ripete con i suoi il ragionamento che ha fatto tante volte in questi mesi. Che ruota intorno al nodo politica e giustizia e, all'interno di questo, al peso che assumono i processi di Berlusconi. Il presidente della Camera non pronuncia dei "no" pregiudiziali contro il capo del governo, riconosce che, in generale, la questione esiste e va affrontata. Ma ci sono modi e maniere. C'è un metodo. Ci sono dei valori, la legalità prima di tutto, storico cavallo di battaglia di An. C'è la possibilità di realizzare davvero riforme condivise con l'opposizione, ma a patto che ci sia davvero la voglia di ottenere un risultato comune.
Qui s'incrina il rapporto con Berlusconi che vorrebbe invece un'adesione cieca a ogni suo allarme giudiziario e l'appoggio a qualunque progetto, anche a costo di mandare al macero migliaia di processi. Ma lo stop di Fini, per il passato e per il futuro, è netto. Lo ha pronunciato per lui Giulia Bongiorno quando, l'anno scorso, ha fermato prima la norma blocca-processi e poi le intercettazioni. Un no appena ripetuto per la prescrizione breve, perché per far "morire" un paio di processi non se ne possono mandare al macero altre migliaia. Per questo il finiano Andrea Ronchi ha ferma il blitz sulla prescrizione al Senato. Che ha scatenato la reprimenda del Giornale.
Ma il braccio di ferro continua in queste ore. Ghedini preannuncia che inonderà il Senato di progetti di legge sulla prescrizione e sui processi da contenere in sei anni. Tra questi uno "deve" salvare il suo premier. Ma, anche a costo di sfidare l'ira di Berlusconi, i finiani non mollano. Non passerà nulla che possa distruggere la giustizia. Niente leggi ad personam, se l'impatto è devastante. E niente blitz contro Napolitano.
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che sconsiderato Fini .. vuole addirittura dire che non gli pare sensato abbreviare le prescrizioni.. ma cosa si è messo in testa?!
qua la vera opposizione è praticamente lui.. feltri non era un leccaculo? lo dico anche io, feltri non era un leccaculo... ADESSO SI. a me non me ne frega nulla ma per chi decanta la coerenza .. beh..
ghedini come fa ad essere ancora vivo in un paese civile?