DOSSIER. Con il sì al processo breve travolti molti dibattimenti
Potrebbe finire nel vortice anche quello sulla strage di Viareggio
Mafia, sanità, reati societari
Tsunami sulle aule di giustizia
di WALTER GALBIATI
MILANO - Uno tsunami, per usare una metafora. Oppure un'amnistia sui reati dei colletti bianchi, con pericolose implicazioni anche per altri processi, dalla mafia alla sanità, alle stragi come quella di Viareggio. La norma che vuole il giudizio in sei anni rischia di mandare a gambe all'aria le principali inchieste delle procure italiane. Difficilmente potranno essere perseguiti tutti i reati societari, come il falso in bilancio e il falso in prospetto, quelli tributari, la bancarotta preferenziale, la corruzione, le truffe aggravate, l'appropriazione indebita. E con l'estensione alle persone giuridiche, se ne andranno in soffitta anche le contestazioni per "la 231", la legge che punisce la responsabilità amministrativa delle società, in genere molto temute perché prevedono confische di denaro. Il caso più eclatante oggi, è quello della Impregilo a Napoli. Si salvano, invece, l'aggiotaggio e l'insider trading perché le pene previste, per una svista - come sottolineano i maligni - del legislatore, superano i dieci anni e i processi in cui è prevista l'associazione a delinquere.
A Milano, oltre ai procedimenti nei confronti del premier Silvio Berlusconi, sono a rischio prescrizione sia la vicenda Antonveneta, dove, sebbene si contesti l'aggiotaggio all'ex governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, e al senatore Luigi Grillo, nel 2005, tuttavia, l'anno dei fatti, veniva punito con meno di 10 anni, sia il processo sui derivati venduti al Comune in cui l'accusa è truffa ai danni dello Stato. A Parma per il crac del gruppo di Calisto Tanzi potrebbero venire prescritte le posizioni di alcuni imputati eccellenti. Lo stesso destino è riservato al processo Cirio, dove tra gli accusati figurano big della finanza, come Sergio Cragnotti, Cesare Geronzi, Gianpiero Fiorani e Rainer Masera: i reati contestati vanno dalla bancarotta per distrazione, documentale, preferenziale e patrimoniale alla truffa. Indirettamente poi le nuove norme potrebbero condizionare i processi per mafia, perché con la scomparsa delle accuse di corruzione, turbativa d'asta e di fittizia intestazione di beni, svanirebbero i reati di cui si macchiano in genere i colletti bianchi vicini a Cosa Nostra.
Nel vortice, potrebbe finire anche il processo sulla strage di Viareggio, evitando ai responsabili di essere giudicati per il reato di omicidio colposo plurimo. Mentre il reato di disastro ferroviario, infatti, non rientra nella casistica del processo breve, quello di omicidio colposo è punito con reclusione da sei mesi a cinque anni e quindi verrebbe prescritto se il processo superasse le nuove durate. Si salverebbe invece il processo per la morte dei sette operai della Thyssen a Torino. Non si salverebbe, però, il processo contro gli ex vertici della clinica milanese Santa Rita e tutti quelli in cui sono previsti gli omicidi colposi dei medici. Nessuna possibilità di chiudersi nemmeno per i processi napoletani di Calciopoli (accusa di frode sportiva), il fallimento del Napoli Calcio e quello nato dal primo filone dell'inchiesta sull'Udeur contro Sandra Lonardo, la moglie di Clemente Mastella. L'estensione della norma anche ai processi in corso davanti alla Corte dei conti, darebbe un ulteriore mazzata. A rischio nel Lazio i giudizi di responsabilità per le consulenze ministeriali, in Lombardia tutte le inchieste su appalti e sanità, e in Campania quelle sui rifiuti.
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