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DICO e non più PACS - ecco la proposta di legge

  1. #71
    Sempre più FdT
    24 anni
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    ah per me uno potrebbe sposare pure i sassi ..se c'è amore!
    un'altro discorso è l'adozione, non per difendere la sacralità della famiglia , ma perchè difficilmete quei bambini saranno accettati dai loro coetanei e dalla società stessa, guardiamo la realtà, i gay incutono un certo timore al cittadino medio (come del resto tutto ciò che è diverso) e sono sempre derisi. Quindi per me quei bambini avranno non poche difficolta ad integrarsi...sto parlando della situazione di oggi, magari fra cent'anni le cose cambieranno, forse, ma è importante fare un passo alla volta.


  2. #72
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
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    Quote Originariamente inviata da Godel
    Non credo che un giudice dei minori abbia un metro per calcolare l'affetto di un genitore. In oltre, gli assistenti sociali e gli psicologi che si occupano di queste cose hanno una dubbia formazione a riguardo..
    Già il fatto che uno psicologo pur esperto in pedagogia psicopedagogia ecc. giudichi l'idoneità daprte di una coppia gay a poter adottare un bambino, quando gli stessi padri della psicoanalisi giudicavano l'omosessualità come repressione e mancata maturazione sessuale dell'individuo (basti guardare i trascorsi dell' IPA..) è una cosa che dovrebbe far riflettere sulla complessità nel decidere della vita di un bambino o della coppia che dovrà adottarlo.
    Siamo certi che un genitore, per essere un buon genitore, debba essere sessualmente maturo? Immagino che una grande percentuale di genitori eterosessuali non lo siano eppure si arrogano il diritto di allevare ed educare dei figli... che cosa significa essere sessualmente maturi? Non potrebbe essere più importante essere sentimentalmente maturi? Cioé saper voler bene a un'altra persona essendo in grado di comunicarglielo? Io credo che un bambino abbia bisogno di pratiche sentimentali piuttosto che sessuali... Io ho una profonda stima delle coppie omosessuali, proprio perché gli riconosco una grande maturità sentimentale: voler bene a una persona contro tutto e contro tutti. Non è facile. Son sicuro che saprebbero trasmettere buoni sentimenti a un bambino almeno quanto una coppia eterosessuale.
    Riguardo alle problematiche che poni che rendono difficile il lavoro di un gudice dei minori, io credo che valgano a prescindere dalla sessualità dei genitori potenziali. Misurare le capacità affettive di un genitore è comunque difficile e per quanto sia complesso decidere per un giudice la coppia a cui affidare un bambino, comunque sarei meno pessimista di te sulle capacità degli assistenti sociali e degli psicologi del comune, e sul valore delle loro relazioni. Tanto più che una decisione va presa e sovente le decisioni che prende il fato per i genitori biologici, non è che siano migliori...

  3. #73
    Sempre più FdT
    Uomo da Vibo Valentia
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    Quote Originariamente inviata da Godel
    Non credo che un giudice dei minori abbia un metro per calcolare l'affetto di un genitore. In oltre, gli assistenti sociali e gli psicologi che si occupano di queste cose hanno una dubbia formazione a riguardo..
    Già il fatto che uno psicologo pur esperto in pedagogia psicopedagogia ecc. giudichi l'idoneità daprte di una coppia gay a poter adottare un bambino, quando gli stessi padri della psicoanalisi giudicavano l'omosessualità come repressione e mancata maturazione sessuale dell'individuo (basti guardare i trascorsi dell' IPA..) è una cosa che dovrebbe far riflettere sulla complessità nel decidere della vita di un bambino o della coppia che dovrà adottarlo.
    ma dove?????...prima di inventarti le cose..leggiti un po di freud...ti può soltanto giovare
    hai sparato una cazzata stratosferica...la mancata maturazione sessuale di una persona consiste nel fatto di nn aver superato una fase....(orale, anale...etc)...ma il punto è che la fase anale nn si riferisci all'omosessualità

  4. #74
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
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    Quote Originariamente inviata da Zero-Point

    ma dove?????...prima di inventarti le cose..leggiti un po di freud...ti può soltanto giovare
    hai sparato una cazzata stratosferica...la mancata maturazione sessuale di una persona consiste nel fatto di nn aver superato una fase....(orale, anale...etc)...ma il punto è che la fase anale nn si riferisci all'omosessualità
    Devo contraddirti, Zero-Point: qua ha ragione Godel. Freud in persona la pensava proprio come ha detto godel. Gli psichiatri moderni ispirati a lui, invece, chiamati neofreudiani, la classificano come un tipo di malattia nevrotica

    Qui c'è la dimostrazione di ciò che affermo, presa da www.psychomedia.it

    1) Freud e la teoria non conflittuale dell'omosessualità

    Il modello conflittuale freudiano contemplava un'eccezione: la teoria delle perversioni, e in particolare l'omosessualità. Freud riteneva che gli esseri umani sono intrinsecamente bisessuali e che le pulsioni omosessuali rappresentano un fenomeno normale. Una volta sublimate, queste pulsioni, secondo Freud, andavano a costituire la base dell'amicizia tra persone dello stesso sesso e di quegli atteggiamenti "camerateschi" della vita di tutti i giorni: ne consegue, secondo lo psicoanalista viennese, che un certo grado di omosessualità è necessario per lo sviluppo di una normale personalità eterosessuale. Freud non considerava l'omosessualità come un sintomo di malattia. Al contrario, poiché era convinto che l'istinto omosessuale fosse un dato biologico naturale, il fatto che alcuni individui esprimessero attivamente le proprie pulsioni omosessuali significava che le vivevano in modo non conflittuale. Poiché l'omosessualità non scaturiva da un conflitto, non si trattava di una malattia, quanto meno nell'accezione psicoanalitica del termine. Se l'omosessualità, in quanto parte costitutiva della natura umana, non era l'espressione di un conflitto, l'interpretazione psicoanalitica non era in grado di eliminarla. Questa considerazione offriva una motivazione all'atteggiamento pessimista di Freud nei confronti della possibilità di trasformare gli omosessuali di entrambi i sessi in eterosessuali. <<L>> (Freud, 1935, in Jones, 1953, 236). Freud non ha mai organizzato le sue teorie sull'omosessualità in un'opera sistematica. Tuttavia, il suo interesse per l'argomento è durato circa vent'anni, e di conseguenza il suo pensiero sull'omosessualità è complesso e spesso contraddittorio. Egli riteneva, per esempio, che l'omosessualità in età infantile fosse una fase di transizione da superare per raggiungere l'(etero)sessualità tipica dell'età adulta. Pur sostenendo che l'omosessualità era una componente intrinseca e non avesse una "causa" in senso psicoanalitico, Freud ugualmente ipotizzò l'esistenza di una "causa" che motivasse la persistenza di quest'istinto nell'età adulta: l'omosessualità era la conseguenza di un rapporto troppo stretto tra il bambino e la madre durante l'infanzia.



    2) I neofreudiani ridefiniscono l'omosessualità come malattia

    Per gli psicoanalisti di quegli anni, limitarsi a definire gli omosessuali come "cocchi di mamma" non era comunque sufficiente. Per dare valore scientifico a una teoria è necessario un linguaggio tecnico e i neofreudiani, come del resto Freud, scelsero il linguaggio della medicina e della malattia. Come ho ricordato, lo stesso Freud non riteneva che l'omosessualità rappresentasse una malattia ed era scettico sulla possibilità di mutare l'orientamento sessuale di pazienti adulti. I neofreudiani, però, modificarono la loro posizione e definirono <<l>> (Bieber, et al., 1962, p.220). Alla ricerca di un linguaggio tecnico che si adattasse a questa teoria, i neofreudiani si rifecero al primo modello freudiano del conflitto. Sostennero che l'omosessualità non nasceva da un'intrinseca bisessualità, di cui negavano l'esistenza, ma che l'attrazione per persone dello stesso sesso, così come succedeva per i sintomi isterici, traeva origine da un conflitto nevrotico. Fu semmai l'opera di Charles Socarides che alla fine fissò gli standard neofreudiani per i tentativi psicoanalitici di inquadrare nuovamente l'omosessualità come prodotto di un conflitto, e quindi come problema suscettibile di interpretazione, trattamento e "cura" psicoanalitica. <<L'azione perversa (per esempio un atto omosessuale) - scrive Socarides (1968, pp.35-36) - così come accade nel caso di un sintomo nevrotico, nasce dal conflitto tra l'ego e l'id e rappresenta una formazione di compromesso che deve al tempo stesso essere accettabile per le richieste del superego ... la gratificazione istintuale si realizza in una forma mascherata mentre il suo reale contenuto rimane inconscio>>. Poiché Freud non fu poi in grado di applicare la sua teoria del conflitto psichico come causa determinante anche ad altri disturbi importanti, desta stupore la scelta dei neofreudiani di ricorrere a questo modello. Una possibile spiegazione, tuttavia, è data dal fatto che queste teorie sull'omosessualità si sono sviluppate in un periodo in cui la psicoanalisi si era trasformata in una disciplina estremamente dogmatica che non si atteneva alla prassi di verificare scientificamente le proprie teorie attraverso il ricorso a fonti esterne all'analisi. Nonostante le pretese dei neofreudiani, nessuno è mai riuscito ad affermare in modo definitivo che l'omosessualità nasce da un conflitto inconscio, intrapsichico. Tali conflitti, infatti, si basano su concetti quali "ego", "id", e "superego" e sono astrazioni metaforiche prive del sostegno di dati clinici. Gli psicoanalisti dovrebbero in primo luogo provare l'esistenza di ego, id e superego, dimostrazione che non hanno mai fornito, prima di sostenere che i conflitti tra questi elementi conducono all'omosessualità. L'attività cui invece si dedicarono fu l'elaborazione di un contesto significativo dal punto di vista psicoanalitico per la loro particolare visione della natura umana e i presunti obiettivi della sessualità dell'uomo. Tale visione era caratterizzata da un'eterosessualità idealizzata e dalla condanna delle pratiche sessuali meno convenzionali. Insomma essi fecero propria la riprovazione culturale per il comportamento omosessuale che associarono idealmente al concetto medico di malattia.

  5. #75
    Sempre più FdT
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    cmq sia godel si ricollega alla psicoanalisi e a freud come un dogma assoluto di verità...mentre in molti hanno potuto smentirne la veridicità:

    "l dibattito, interno ed esterno, rispetto alle teorie psicoanalitiche è stato sempre piuttosto acceso. Questi dibattiti hanno spesso permesso di sviluppare ed articolare la teorizzazione freudiana originaria, facilitando l'evoluzione della psicoanalisi dagli originari modelli pulsionalisti ai più recenti modelli relazionali.

    Critiche a Freud sono formulate da Lydiard H. Horton, e scaturiscono dagli atti del 1915 di una riunione congiunta dell'Associazione Psicologica Americana e dell'Accademia delle Scienze di New York, dove la teoria del sogno di Freud viene definita come pericolosamente inesatta e notando che le argomentazioni paiono portare acqua al mulino della psicoanalisi. Anthony Grayling, lettore in filosofia all'università di Londra e un collega dell'università di Oxford, scrivono nel The Guardian (2002) che, ad esempio, "le filosofie scatenano l'immaginazione collettiva, ma sbiadiscono lentamente" e quanto alle pretese di veridicità di Freud "il giudizio del tempo sembra lavorare contro di lui."

    Un'altra critica celebre a Freud (o meglio, a tutto l'impianto psicanalitico) arriva dal filosofo Karl Popper, che annoverava la psicanalisi (e il marxismo) fra quelle discipline "non passibili di smentita", perciò non scientifiche, a causa dell'eccessivo dogmatismo."


    quindi queste teorie sono state confutate in piu di un'occasione..

    io dico a godel:
    inutile scomodare filosofi del passato, quando la verità non può essere facilmente catalogata e articolata, e inutile definire le coppie gay di ordine inferiore rispetto alle coppie normali; esse devono avere gli stessi diritti delle altre, senza discriminazioni.

  6. #76
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
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    Secondo Freud il bacio è da considerarsi una perversione sessuale se non lo si fa seguire da un amplesso.
    Sottolineo questo - seppur da non esperto in materia - per invitarvi a dare il giusto peso alle pur preziose teorie freuddiane.

  7. #77
    Can che dorme Wolverine
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    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo
    Secondo Freud il bacio è da considerarsi una perversione sessuale se non lo si fa seguire da un amplesso.
    Sottolineo questo - seppur da non esperto in materia - per invitarvi a dare il giusto peso alle pur preziose teorie freuddiane.
    Io personalmente non le ho citate come per dire "è per forza così", assolutamente. Era solo per rispondere a zero-point che diceva che i padri della psicanalisi NON consideravano l'omosessualità una perversione, una stranezza o una malattia.

    Invece ho dimostrato che, a ragione o a torto, i padri della psicanalisi la pensavano proprio come aveva detto Godel.

    Probabilmente a torto, certamente.....ma sta di fatto che la pensavano così, volevo solo far notare questo

  8. #78
    Sempre più FdT
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    Quote Originariamente inviata da darkness_creature

    Io personalmente non le ho citate come per dire "è per forza così", assolutamente. Era solo per rispondere a zero-point che diceva che i padri della psicanalisi NON consideravano l'omosessualità una perversione, una stranezza o una malattia.

    Invece ho dimostrato che, a ragione o a torto, i padri della psicanalisi la pensavano proprio come aveva detto Godel.

    Probabilmente a torto, certamente.....ma sta di fatto che la pensavano così, volevo solo far notare questo
    è vero...povero godel....è nato nell'epoca sbagliata

  9. #79
    DiVX
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    Quote Originariamente inviata da Zero-Point

    io dico a godel:
    inutile scomodare filosofi del passato, quando la verità non può essere facilmente catalogata e articolata, e inutile definire le coppie gay di ordine inferiore rispetto alle coppie normali; esse devono avere gli stessi diritti delle altre, senza discriminazioni.
    che se proprio dobbiamo scomodare filosofi del passato, se andiamo a prendere quelli greci, ponevano l'amore omosessuale più in altro di quello eterosessuale.. ma è una tro discorso...

  10. #80
    Sempre più FdT
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    Quote Originariamente inviata da Er_DvD_BeSt

    che se proprio dobbiamo scomodare filosofi del passato, se andiamo a prendere quelli greci, ponevano l'amore omosessuale più in altro di quello eterosessuale.. ma è una tro discorso...
    vero...quindi qst significa che l'omosessualità è una cosa naturale come l'aria...prima dei greci...era gia presente nel mondo egizio...quindi

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