Confermo i dubbi e le riserve espresse prima; se anche volessimo prendere come punto fondamentale il fatto che fosse uscita o meno dalla casa, o se il pianerottolo facesse parte o no dell'appartamento, questo elemento potrebbe essere utile NON per discriminare tra "non reato" e reato, bensì tra reato tentato e reato consumato.
Mi spiego con un esempio. Un ladro colto con dei gioielli in mano all'interno della casa (cercando di applicare la tua distinzione) non è che se la potrebbe passare liscia -non essendo ancora uscito dall'abitazione- ma potrà essere condannato per tentato furto. Se fosse invece catturato già per strada, anche solo 10m fuori, si potrebbe concretizzare già il furto vero e proprio.
Nelle tue considerazioni in pratica non lasci alcuno spazio al reato tentato, passi da "se era in casa non aveva fatto niente, se era fuori era colpevole". Elimini proprio il tentativo, che si verifica quando la condotta diretta al compimento del reato viene interrotta prima di essere portata a termine, esattamente come è accaduto nel caso in questione.
Il tentativo di reato è un'altra cosa.
Nel caso del furto potrebbe essere che il ladro tenta di uscire con la refurtiva ma viene ostacolato e impedito nell'intento.
Se no, se un giorno mi inviti a casa tua e prendo in mano un soprammobile per ammirarlo, mi accusi che ho tentato di sgraffignartelo... Lo puoi fare solo quando sono sulla soglia di casa tua che ti saluto e me lo tiri fuori dalla tasca del cappotto: ecco questo è un tentativo di furto. Se invece ti accorgi solo dopo che me ne sono andato che il soprammobile non c'è più, quello è furto!
Secondo me confondete il reato o il tentativo di reato, con l'intenzione di compiere un reato. Se tu mi impedisci nell'azione perché intuisci che sto tramando un reato, di fatto il reato non l'ho nemmeno tentato.
Il processo alle intenzioni non si può fare.
L'esempio che hai fatto è tanto paradossale quanto fuori luogo;e quello del "ladro tenta di uscire con la refurtiva ma viene ostacolato e impedito nell'intento", a parte che è molto simile a quello che avevo fatto io e sostanzialmente analogo alla tizia che prende la bambina e viene sgamata e bloccata mentre fugge, non è altro che una ulteriore ipotesi di reato tentato. Non ci sono singole condotte previste, la definizione è volutamente lasciata aperta in modo da poter ricomprendere tutta quella serie di comportamenti che di per sè non rappresentanto (ancora) il reato ma che sono diretti chiaramente alla sua esecuzione.
Se infatti ti blocco nell'azione mentre stai già ponendo in essere comportamenti idonei e diretti a commettere il reato (ed entrare in casa di qualcuno, prendere un neonato e uscire lo sono, come se ti becco mentre stai cercando di mettere in moto la macchina dopo esserci entrato, oppure sul pianerottolo col mio portafoglio in mano dopo che ti sei infilato nel mio appartamento), il reato come minimo l'hai tentato eccome; e quindi, come appunto è successo in questo caso, verrai condannato per il tentativo e non per il reato consumato.
Quella dell'intenzione è una cosa ancora diversa: rapportata al caso in questione, sarebbe come se avessero denunciato la tizia per il semplice fatto di averla vista salire le scale. In quel caso sì che non sarebbe stato possibile condannarla per sequestro.
Il processo alle intenzioni non si può fare, bene, ma al tentativo si.
Ultima modifica di Wittmann; 22/1/2009 alle 9:59
A lanciare l'allarme è il rapporto della commissione Libertà pubblica
che denuncia il clima di tensione sociale e le pessime condizioni di accoglienza dei rom
BRUXELLES - In Italia è emergenza nomadi. Le condizioni di accoglienza dei rom sono pessime e sono in aumento gli episodi anche violenti, amplificati dai media che drammatizzano il fenomeno esasperando la tensione sociale. A lanciare l'allarme è la commissione Libertà pubblica del Parlamento europeo che ha approvato - con 35 voti a favore e 12 contrari - il rapporto presentato dal suo presidente, Gérard Deprez, sulla missione di eurodeputati a Roma dal 18 al 19 settembre scorso per verificare sul terreno la situazione nomadi.
Nella relazione, 23 pagine, si osserva che la visita "ha permesso di accertare la tensione sociale e il clima che caratterizza attualmente il contesto italiano in merito alla questione nomadi. Un senso di disagio e di insicurezza sembra propagarsi nella vita quotidiana dei cittadini italiani e stranieri. Si è registrato - si legge nel documento - un aumento degli episodi di xenofobia e razzismo, alcuni dei quali caratterizzati da una violenza senza precedenti".
Il testo punta il dito anche sulla stampa nazionale italiana: "Permane l'allarme sociale, addotto a giustificazione del pacchetto sicurezza e delle ordinanze d'urgenza"; inoltre, "la drammatizzazione del fenomeno a opera dei mezzi di comunicazione e del dibattito pubblico sembra esasperare, invece che placare, le tensioni esistenti nella società".
La missione ha incontrato diversi parlamentari italiani e il ministro dell'Interno. Ha poi raccolto i pareri di varie organizzazioni non governative, della Croce rossa e dell'Alto commissariato per i rifugiati Onu riguardo al fatto che "la condizione del popolo nomade è stata a lungo sottovalutata dalle autorità pubbliche, tanto da risultare oggi seriamente compromessa", afferma la relazione.
Gli europarlamentari hanno potuto "accertare l'impegno delle autorità locali nel ricercare una soluzione adeguata per i campi nomadi e in particolare - si sottolinea - per rimediare alle condizioni da favela in cui verte il campo nomadi irregolare Casilino 900, sorto ormai 35 anni fa a soli dieci chilometri dal centro" di Roma.
Quanto al "censimento" nei campi nomadi, la relazione riferisce i "chiarimenti" e le "rassicurazioni" dei rappresentanti del governo, secondo cui "l'operazione era intesa a migliorare l'integrazione sociale nella comunità in questione, soprattutto dei minori". Inoltre, si precisa, "non è stata creata né verrà istituita nel futuro alcuna banca dati", e le informazioni raccolte durante il censimento "verranno trattate alla stregua di ogni altra informazione simile".
Infine, "nessun individuo minore di 14 anni verrà identificato o sottoposto alla rilevazione delle impronte digitali, senza previa autorizzazione delle autorità giudiziarie". E a questo riguardo spetterà al garante italiano per la privacy effettuare "opportune verifiche".
Alla missione dell'europarlamento le autorità italiane avevano anche assicurato che le "circostanze aggravanti" per gli immigrati illegali non sarebbero state applicate ai cittadini comunitari, e che il governo avrebbe ritirato (come poi effettivamente è avvenuto) il decreto legislativo che criminalizzava la mancata registrazione degli immigrati dopo tre mesi di residenza in Italia.
Secondo il vicepresidente della commissione Libertà, la relazione "è durissima nel denunciare le tensioni xenofobiche che si respirano in Italia e nel descrivere le pessime condizioni di accoglienza in cui sono costretti a vivere i rom".
La capo delegazione di An, Roberta Angelilli, e il leghista Mario Borghezio, che hanno votato contro la relazione, hanno invece presentato un "parere di minoranza a difesa della verità e del buon nome dell'Italia in Europa", denunciando che il testo "traccia un quadro denigratorio e non realistico della situazione in Italia e sembra mirato a esprimere un giudizio politico strumentale piuttosto che contribuire alla soluzione dei problemi".
Ue, emergenza nomadi in Italia in aumento episodi di razzismo - cronaca - Repubblica.it
come dice borghezio, sarà pure una relazione "strumentale" ma non può dire che non sia vero, basta parlare con un po' di persone e la maggior parte di loro ti dirà che la colpa per la crisi, perchè c'è criminalità, perchè non si trova lavoro è sempre dei marocchini (intesi come stranieri, perchè è più facile generalizzare)
borghezio
Non concordo.
Se i ROM vengono in Italia sono consapevoli che devono adeguarsi allo stile di vita della nostra nazione. L'italia è una repubblica fondata sul lavoro quindi di conseguenza, se scelgono di venire qui, non siamo noi a doverci adattare a loro, ma loro a noi.
Posso sembrare intollerante riguarda a quest'argomento, ma non dico nulla di trascendentale...
Per razzismo, ok, ci posso stare, qualche episodio c'è, ma non penso sia una situazione tragica con l'ue vuole far credere.
Non considero i rom delle persone diverse, le considero uguali ad ogni persona italiana e non, quindi non vedo perchè io devo andare a lavorare per guadagnarmi i pane e pagarmi l'affitto e loro possono deliberatamente occupare un luogo pubblico e guadagnarsi da vivere andando per strada o ai semafori, vestiti da babbo natale a chiedere l'elemosina...
ti sei attaccata all'unico discorso con il quale hai torto! .. è incredibile pèerchè anche io riconosco che a volte alcuni sono proprio indifendibili.. ma sei riuscita a trovare l'unico caso in cui il tuo discorso decade..
scusa ma perchè "loro possono e io no" se vuoi puoi andare anche te.. nessuno ti dirà più o meno di quanto dicono a loro (anche se sul meno ho i miei dubbi) solo che loro si accontentano dell'elemosina.. tu no.. (ovviamente) poi l'elemosina non è una tassa se non vuoi non dai nulla ..
o sbaglio? .. cioè.. il pensiero è tuo e mi astengo dal dire se sia giusto o no.. ma alla fine del post ti sei persa nei meandri degli esempi
Sì, Technics, ma se io occupo abusivamente una casa, mi sfruttano e me la abbattono.....quelli invece riescono a vivere decenni nei loro bravi campi ABUSIVI......perchè di regolari ce ne sono veramente pochi.
Sinceramente sta cosa mi sta alquanto sulle palle, tralasciando anche i comportamenti indegni di molti degli occupanti dei campi