ma scusate ma è OVVIO che non devono farlo! sono reati! non devono farlo neppure gli italiani se è per questo!
ma scusate ma è OVVIO che non devono farlo! sono reati! non devono farlo neppure gli italiani se è per questo!
la proporzionalità significa che se io sono uno solo e commetto un reato diventa il 100% da cui si dedurrebbe che TUTTI i problemi di criminalità dell'italia sono dovuti a me.. cosa non vera.. perchè se anche proporzionalemnte superiori ovviamente numericamente inferiori.. allora che si fa.. via solo perchè sono di meno?
e poi va fatta un'altra distinzione.. reati commessi da immigrati e reati commessi da clandestini.. troppo spesso si accorpano queste due tipologie inaccorpabili di persone!
io continuo a ripetere (anche se qualcuno sicuramente è convinto del contrario) che io ritengo i clandestini sempre e comunque in torto.. proprio perchè clandestini.. ma ritengo gli immigrati regolari ITALIANI a tutti gli effetti
Sinceramente vorrei che tutti i rom se ne andassero solo per vedere dopo come i leghisti si parerebbero il culo quando si renderebbero conto del fatto che l'Italia resta un paese di m**da.
Sotto certi aspetti c'è da ammirarli: giocano semplice e vanno sul sicuro. Sanno con chi hanno a che fare, una pletora di cretini che deve solo dar loro il voto e che vede solo quel che loro vogliono che veda: che sia la regolarità del gol di Ibrahimovic o la pericolosità di un manovale romeno.
ALBA ADRIATICA (TERAMO) - L'ennesima tragedia provocata dai Rom ha fatto traboccare il pentolone in ebollizione della difficile convivenza ad Alba: quella che doveva essere la fiaccolata in memoria della seconda vittima di un pestaggio di nomadi si è trasformata in una spedizione punitiva. Per gli oltre 200 residenti l'obiettivo sono diventati due dei tre indagati e le abitazioni dei rispettivi parenti. Respinto il tentativo di linciare all'uscita dalla caserma due dei tre giovani zingari accusati dell'omicidio - arrestati in serata con l'accusa di omicidio volontario - la sommossa si è trasferita nella zona nord della cittadina: auto rovesciate e danneggiate, pietre e altri oggetti lanciati contro le abitazioni dei rom. Lui, Emanuele Fadani, commerciante di 37 anni, sposato e padre di una bimba di sei anni, è stato ammazzato di botte, sotto il balcone di casa del fratello. Emanuele Fadani come Antonio De Meo, cameriere di 23 anni: tutti e due morti, tutti e due massacrati da tre zingari ubriachi.
Tre mesi dividono una tragedia, due morti ammazzati in 90 giorni accendono i riflettori sulla convivenza tra cittadini e comunità Rom. Alba Adriatica, due e trenta della scorsa notte, viale Mazzini. Emanuele, titolare con il fratello di una società di distribuzione di videogiochi, entra nel pub 'Black Out' per incontrare Adriano G., suo collaboratore. Insieme devono partire per Imola, dove hanno da prelevare macchinari. Non ci arriverà mai, Emanuele. Esce dal locale nello stesso momento in cui lo fanno anche tre zingari poco più che ventenni, alticci e rumorosi. C'é una scintilla, scoppia la discussione, l'inseguimento per strada, l'aggressione. Brutale, bestiale, a calci e *****tti, forse anche con un tirapugni. In tre contro uno. Emanuele cade a terra, il suo collaboratore interviene per evitare il peggio, le prende anche lui. I tre continuano a menare duro ma adesso lo fanno contro un fantoccio, un corpo sanguinante e privo di sensi. Scappano, arriva l'ambulanza, altri avventori del pub. Emanuela ha una profonda ferita alla testa, muore sulla strada per l'ospedale di Giulianova. In terra, all'altezza del civico 152 di viale Mazzini, proprio di fronte a casa del fratello del giovane, adesso c'é una pozza di sangue mascherata con la sabbia e il segno del gesso bianco dei carabinieri: qualcuno poggia a terra un mazzo di fiori e il quartiere comincia a rumoreggiare. Adesso è caccia ai tre zingari, subito identificati dai carabinieri dei reparti operativi teramani. Sono due cugini e un amico. All'alba si presentano in caserma, in due, Danilo Levakovich e Sante Spinelli. Negano, scaricando le responsabilità sul terzo, Elvis Levakovich, cugino di Danilo, che preferisce stare alla macchia. Emanuele Fadani e Antonio De Meo, 11 novembre e 9 agosto. C'é un altro filo nero che lega le due vittime e le due tragedia: uno dei tre zingari è lo zio di uno dei tre minorenni che l'estate scorsa ha partecipato all'altra rissa mortale. La convivenza tra comunità Rom e cittadini è diventa pesante, fino all'esplosione d'ira della tarda serata. Sul recinto di fronte alla caserma erano comparsi striscioni con su scritto "Adesso basta" e "Il prossimo sarai tu", c'é chi chiede comitati per la sicurezza e una fiaccolata in memoria della vittima si è mossa dal bar di via Roma dove Emanuele aveva molti amici fino al punto dove è stato massacrato. C'é chi chiede perché uno dei tre indagati di oggi, coinvolto oltre un anno fa in un traffico di droga con il sequestro di oltre 40 chili di hashish, fosse stato scarcerato dopo poco tempo dall'arresto, Forza Nuova invita a non strumentalizzare e a partecipare all'iniziativa di Montesilvano di sabato per richiamare a un maggiore controllo delle comunità Rom in Abruzzo. Mentre la comunità civile si agita e si divide, il sindaco Giovannelli denuncia l'inqualificabilità e la gravità del fatto "che offende l'intera cittadina albense", l'inchiesta condotta dal sostituto procuratore Roberta D'Avolio si affida all'autopsia per chiarire alcuni dettagli dell'aggressione e dirimere il quadro delle responsabilità. Domani alle 15, dall'ospedale di Giulianova, potrebbero arrivare queste prime risposte ufficiali.
Ucciso da rom nel teramano: due arresti, caccia a latitante - Cronaca - ANSA.it
Ultima modifica di dada; 12/11/2009 alle 12:19 Motivo: la prossima volta inserisci la notizia e in fondo metti il link della provenienza