Prove di democrazia accelerata, in Parlamento il voto solo ai capigruppo
Velocizzare il sistema parlamentare.
Comprimere il dibattito nelle aule, semplificare
le pastoie delle paludi dei palazzi romani come avviene in altri paesi,
Francia in primis. Non bisogna perdere tempo in
lungaggini burocratiche,
ostruzionismo, leggi che passano da un ramo all'altro del Parlamento, emendamenti fiume. E allora la proposta lanciata dal premier
Silvio Berlusconi entra a gamba tesa sulle prerogative del
Parlamento. "A votare le leggi non siano i singoli parlamentari, ma direttamente i capigruppo".
Il concetto non è nuovo, in senso assoluto, però arriva mentre si sta materializzando l'iter della proposta anti-pianisti sposata dal presidente della Camera Gianfranco Fini, che imporrà il voto con le impronte digitali.Non a caso Fini ha accolto con freddezza l'idea: "Cadrà nel vuoto", ha detto il leader di
Alleanza Nazionale.
"I regolamenti parlamentari non sono adeguati alle necessità di avere tempi certi e brevi per le nostre, leggi, ho quindi proposto che si riconosca nel voto del capogruppo il voto di tutto il gruppo di rappresentanza. Ovviamente chi è contrario può venire in aula per esprimere il suo no o per astenersi", sostiene il capo del
Governo.
Di "pulsioni autoritarie mimetizzate" parla il partito democratico.
Dario Franceschini ironizza: "Vuole vuotare lui solo dal suo ufficio...", mentre
Pierferdinando Casini, sostiene che nella concezione del Cavaliere "esistono
solo il leader e il popolo", e questa trovata "rischia di rappresentare un alibi, fa parte di un disegno di
depotenziamento del Parlamento".
Del resto, con l'attuale legge elettorale che non prevede le preferenze, la classe politica nomina già i parlamentari designati, con un'investitura direttamente dalle segreterie di partito. E, per ipotesi se oggi votassero solo i capigruppo, considerando che il Parlamento è composto da cinque gruppi politici, allora veramente si potrebbero
approvare leggi a catena.