La battuta di Berlusconi a Sarkozy "ridimensionata" da Palazzo Chigi
Ma intanto due parlamentari lo denunciano: "Disprezza vita e dignità delle donne"
Non ha detto "donna" ma "Sorbona"
Il premier denunciato alla Corte europea
di GIOVANNI GAGLIARDI
Silvio Berlusconi
ROMA - "Moi je t'ai donné la tua donna". "Ti ho donato la tua donna", ha detto Silvio Berlusconi, al presidente francese Nicolas Sarkozy. L'ennesima battuta del premier, questa volta riferita a Carla Bruni, che poche ore dopo viene ridimensionata da una precisazione di Palazzo Chigi ("Non ha detto 'donna', ha detto 'Sorbona'") non piace ad Anna Paola Concia, deputata del Pd, e Donata Gottardi, parlamentare europea del Pd-Pse. Che hanno deciso di sporgere denuncia contro il presidente del Consiglio per i suoi ripetuti riferimenti allusivi "di disprezzo" nei confronti delle donne.
"Denunciamo Silvio Berlusconi, in qualità di presidente del Consiglio dei ministri italiano, alla Corte europea di Strasburgo per violazione degli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, a causa delle continue e ripetute dichiarazioni di disprezzo sulla vita e la dignità delle donne", annunciano le due onorevoli, dopo quella frase a Sarkozy. Sottolineando che "in Italia, a causa del Lodo Alfano, non è possibile denunciare il presidente del Consiglio alla magistratura".
Le due parlamentari ricordano alcune delle dichiarazioni del premier che sono alla base della loro decisione: "Il 14 marzo 2008 in campagna elettorale: Berlusconi consiglia a una giovane precaria di sposare un miliardario per risolvere i suoi problemi economici. Il 25 gennaio 2009, durante un comizio elettorale a Sassari, teorizza che 'per evitare gli stupri servirebbe un militare per ogni bella donna'". E ancora, il 6 febbraio 2009, "l'inquietante dichiarazione su Eluana Englaro". Infine, "il 26 febbraio 2009, incontro internazionale con Sarkozy: Berlusconi, rivolgendosi al Presidente francese, lo avverte: 'Io ti ho dato la tua donna'".
Quella che i francesi definiscono come "humour déplacé", ovvero l'ironia fuori luogo del premier, sembra destinata ad arricchire la galleria delle sue gaffe. Dalla battuta sull'"abbronzatura" di Obama a quella sui desaparecidos argentini, che una decina di giorni fa ha suscitato il risentimento di Buenos Aires. E poi a Strasburgo, quando all'Europarlamento diede del kapò nazista al deputato socialdemocratico tedesco, Martin Schulz.
Lunga la lista dei bersagli di Berlusconi: i malati di Aids, i giudici, ("mentalmente disturbati"), i cinesi (che avrebbero "bollito i bambini ai tempi di Mao") fino alla stessa moglie, oggetto di allusioni a proposito delle voci di una liason con Massimo Cacciari: in quell'occasione, il premier coinvolse l'omologo danese, e allora presidente di turno della Ue, Andres Fogh Rasmussen: "E' il primo ministro più bello d'Europa - disse - penso di presentarlo a mia moglie perché è anche più bello di Cacciari".
Qualche anno dopo, Veronica Lario si vide costretta a scrivere una lettera aperta a Repubblica. Accadde dopo la cena in occasione della cerimonia di consegna dei Telegatti, gli "Oscar della tv", nel gennaio del 2007. Berlusconi pronunciò un paio di complimenti di troppo: "Io con te andrei ovunque", disse alla showgirl Aida Yespica, e "Se non fossi già sposato me la sposerei", disse in riferimento a Mara Carfagna. E quella volta fu costretto a chiedere scusa.
La smentita di Palazzo Chigi. In tarda serata, una nota di Palazzo Chigi ha smentito i media che hanno riportato la battuta del premier. "La frase che il presidente Berlusconi ha detto sottovoce al presidente Sarkozy durante la conferenza stampa a Villa Madama, mentre si stava parlando del riconoscimento in Italia dei baccalaureati, era semplicemente: "Tu sais que j'ai ètudiè à la Sorbonne" ("tu sai che ho studiato alla Sorbona"). Al presidente Berlusconi hanno dato l'oscar della volgarità che non meritava. A loro spetta invece l'oscar della denigrazione che si meritano appieno". Per la precisione, Berlusconi (laureato alla Statale di Milano) alla Sorbona ha frequentato un corso estivo.