Quindi durante il nazismo (tanto per fare un esempio) non c'è stato razzismo, avendo i tedeschi attaccato soltanto gli ebrei e non i rumeni/cinesi/neri/ecc.
Il razzismo è quando tu accomuni tutte le personi facenti parte dello stesso insieme (razza), senza volerle distinguere l'una dall'altra.
Una peculiarità degli esseri viventi è che non riuscirai mai e poi mai a trovarne due uguali: potrai trovare due uomini somiglianti nell'aspetto, magari anche simili nel pensiero, ma una qualche peculiarità che li distingue ci sarà sempre.
Quel che è grave è che diventa presunzione affermare che uno dei due sia migliore - per quella peculiarità - dell'altro.
Mi sembra per altro che tu ragioni (!) prevalentemente per luoghi comuni. Non è colpa tua, sei figlio della politica populista e semplicistica del tempo in cui sei nato.
Mi piacerebbe, tanto per citare una delle tue affermazioni, che tu mi spiegassi il motivo per cui un nomade debba ritenersi peggiore di uno stanziale. Forse se ti soffermassi un attimo a pensare alle caratteristiche del nomadismo, ti accorgeresti che in questo ci sono degli aspetti positivi. Il rapporto che si ha con le cose, per esempio. Il nomade non possiede tutto quello che possiede lo stanziale, è una necessità, non può affezionarsi alle cose: le usa e quando riparte le abbandona. Il nomade, tanto per fare un esempio, un tavolo lo realizza sul posto in cui si ferma utilizzando i mezzi che trova a disposizione, qualcuno che gliene regala uno dismesso, oppure del legname di fortuna o un oggetto il cui utilizzo viene riconvertito... quando riparte lo abbandona. Lo stanziale (tu) invece è attaccato alle sue cose, le cura, le custodisce, ne è geloso; spesso però dimentica per loro la cosa più importante: non le usa!
Eric From, filosofeggiando sull'essere e sull'avere disse: "Se l'uomo imparasse a utilizzare gli oggetti così come utilizza gli altri uomini e osservasse per gli altri uomini la cura e l'amore che ripone per gli oggetti che possiede, il mondo sarebbe perfetto".
Forse da un nomade avremmo quindi qualcosa da imparare.
E che dire si quanto i nomadi sono essenziali? Se noi stanziali imparassimo da loro a liberarci di una parte delle futilità che ci circondano, non sarebbe un bell'imparare?
Detto questo, un dato di fatto: in Italia ci sono una moltitudine di rom e il 70% di essi sono cittadini italiani. Evidentemente (le tue parole ne sono una conferma) non c'è integrazione fra loro e noi.
Io non ti nego che sovente dei rom si intrufolano nelle altrui case per sgraffignare qualcosa, ma quale sarebbe la soluzione migliore a questo se non cercare la loro integrazione col resto della gente?
Perché invece di sparare a zero su questa Dijana Pavlovic (che ti confesso neanche io conosco, l'ho sentita nominare da te per la prima volta), non approfondiamo quali sono i suoi intenti?
Tu credi davvero che ella vorrebbe arrivare in parlamento per difendere il diritto dei rom a rubacchiare indisturbati nelle case, a continuare a negare un'istruzione ai loro figli per mandarli a elemosinare per le strade, etc?
Se così fosse anch'io sarei d'accordo con te, ma prima non sarebbe il caso di verificarlo?
Non credi invece che potrebbe essere un'ottima idea proprio per l'obiettivo di migliorare l'integrazione, che questa gente si sentisse rappresentata in qualche modo al pari degli altri? Che se una cosa gliela propone una di loro potrebbe venire recepita meglio che se gliela dice uno di noi?
Uff ma bisogna spiegare anche le virgole...
Se dico che mi stanno sulle palline i rom e gli zingari perchè, per la stragrande maggioranza, vivono deliquendo, lo so anche io che qualcuno di onesto ci sarà senz'altro anche in quel gruppo; ma se si parla di un gruppo una qualche forma di generalizzazione è necessaria, non potendosi parlare e considerare separatamente tutti i singoli individui.
Se però la maggior parte vivono in un certo modo, il gruppo considerato nella sua totalità lo vedo in modo estramamente negativo;inoltre, mi sembra che il problema della loro mancata integrazione derivi prima di tutto da loro stessi, dal loro stile di vita, non tanto da noi.
Per questi semplici motivi, posso dire che prima di averli in parlamento preferirei (anzi, pretenderei) da loro il rispetto delle nostre leggi e della nostra cultura?
Se il 5% della popolazione (stranieri e clandestitni) commette il 70% dei reati, è razzista affermare che buona parte (non tutti, ripeto, ci sono sicuramente tantissime brave persone) di questa gente delinque e che esiste un problema?
Sono io che generalizzo e sbaglio o la questione criminalità/integrazione esiste davvero?
Poi grazie che non tutti sono uguali, che ci sono criminali italiani e rom onestissimi, bella forza, ma se si fa un discorso generale si deve parlare di grandi numeri e si deve generalizzare..
Carino e interessante il discorso sul nomadismo, ma mi sembra quasi che tu viva nel mondo dei sogni e che abbia una concezione quasi "romantica" di un fenomeno che ormai di romantico non ha un bel niente.
Nomadismo attualmente significa mancanza di documenti, di controllo, di lavoro (tu assumeresti un nomade nel tuo ufficio? Daresti in locazione un tuo appartamento ad una famiglia rom? Evita di rispondere di si per evitare le risate di tutto il forum), ossia di fonti di sostentamento legali.
Per questo semplice motivo, tantissimi vivono nella totale illegalità.
Quindi, quando dici che forse NOI dovremmo imparare da LORO, non mi trovi affatto d'accordo (e non sono d'accordo nemmeno col filosofo, evidentemente non aveva vicino a casa un campo nomadi moderno e non ha idea di come vadano le cose).
Che lo zingaro usi le cose (o che spesso le rubi) e quando si sposta getti quello che non gli serve più e lasci cumuli di spazzatura e non paghi energia, acqua e gas, sarebbe un lato POSITIVO? IO dovrei imparare da LORO?
Stavi scherzando spero!? Gli italiani che dovrebbero prendere rom e zingari come esempi di vita....questa è davvero bella!!
Bah...preferisco la mia concezione stanziale della vita (l'uomo è diventato stanziale almeno 5000 anni fa,appena ha potuto,quindi forse ci sarà qualche motivo?) e la sacralità del diritto di proprietà.
E, ripeto, per me i problemi di integrazione non derivano dalle mie parole, nè dagli italiani in genere;forse può esserne la causa il fatto che un gruppo che si sposta da una città all'altra, delinque, non paga i servizi di cui usufruisce e poi si torna a spostare, bel difficilemtne riesce a integrarsi e a legarsi con una comunità? E la resposabilità del problema tu la attribuisci alla comunità stessa??
Dici anche "Che se una cosa gliela propone una di loro potrebbe venire recepita meglio che se gliela dice uno di noi?"..Forse! Ma io ti risponderei: "visto che sono venuti qua, non dovrebbero recepire comunque le nostre leggi, a prescindere dalla composizione politica, etnica e culturale del parlamento?"
La visione romantica ed ultra-positiva del nomadismo, la critica neanche tanto velata al principio della proprietà ed al nostro stile di vita e altre amenità varie le lascio volentieri ad altri…
Non siamo d'accordo..Ma non è un problema, questo è il bello della democrazia!
Saluti!
Ultima modifica di Wittmann; 17/3/2008 alle 11:02
La loro mancata integrazione è un dato di fatto, da chiunque derivi. Ed è un fatto che dura ormai da secoli (dal 1400 mi sembra).
Se non vuoi che un rom ti entri in casa e ti freghi il videoregistratore o qualche monile d'oro, l'unica soluzione è che si integri. Cioé che lui diventi stanziale e tu un po' nomade nella mentalità.
Se non vuoi, pazienza.
Che si continui a dare fuoco alle loro roulottes e loro a rubare nelle nostre case!
Guarda che se loro si integrassero di più e commettessero meno crimini sarei solo contento..
Solo che per farlo dovrebbero, appunto, abbandonare la loro mentalità nomade, se no continueranno a non trovare lavoro, a non avere istruzione, a non integrarsi con le comunità, ecc..
Poi se in secoli non sono riusciti ad integrarsi in nessun paese, forse sono loro il problema, non noi!
Ah, qua nessuno ha dato fuoco alle loro roulottes (tutte rigorosamente con la parabola d'ordinanza), mentre 3 o 4 case svaligiate a notte sono ormai la prassi.