Originariamente inviata da
Abel Balbo
Io generalizzerei anziché farne una questione di età.
Sarebbe il caso di approfondire, nel casi di pietosi delitti che non sono scaturiti da interessi materiali o comunque pratici, quali sono le dinamiche che spingono a essi; nei casi in cui la società ha le sue responsabilità sull'accaduto, dovrebbe prendersele, anziché scaricare tutto su un assassino che magari è anche un po' vittima.
Faccio un esempio: Luigi Chiatti è un giovane di 24 anni che si rende colpevole dell'abuso sessuale e il successivo omicidio di due bambini. Detta così sarebbe il soggetto ideale per i favorevoli alla pena di morte. Se poi si va ad approfondire la vita di Luigi Chiatti, si scopre che è stato prima abbandonato da bambino, poi inculato dentro un orfanatrofio dove l'avevano depositato e in ultimo adottato da una coppia che non ha saputo dargli il necessario supporto psicologico. Io dico che in un caso del genere la società dovrebbe recitare il mea culpa.
Riguardo a Erika, non posso e non possiamo esprimere giudizi perché non sappiamo molto della sua infanzia e di come sia stata cresciuta; io dubito sempre molto dei genitori che vengono uccisi dai propri figli, a meno che non ci sia un movente di interessi economici e non era questo il caso.
Comunque la pena di morte, se proprio la si vuole adottare, la riserverei per un altro tipo di reati.