" NEW YORK, - La moratoria universale delle esecuzioni è arrivata al traguardo. L'ultimo miglio è stato al cardiopalma, ma il messaggio mandato dalle Nazioni Unite che hanno approvato a vasta maggioranza la risoluzione sulla pena di morte è stato forte è chiaro: fermate il boia. La Terza Commissione dell'Assemblea Generale, quella che si occupa dei diritti umani, ha applaudito con calore dopo che il testo concordato da 87 sponsor ha ricevuto ben 99 voti a favore. 52 paesi hanno votato contro e 33 si sono astenuti al termine di un dibattito emozionante e teso, ricco di colpi di scena ma anche di soddisfazioni per la diplomazia italiana che è riuscita a tenere unita l'Europa e a costruire un vasto consenso internazionale in cinque continenti.
Soddisfazione è stata espressa a Roma dal ministro degli esteri Massimo D'Alema perché l'Italia si conferma in prima linea nel mondo quanto tutela di diritti umani. A New York il sottosegretario agli esteri Gianni Vernetti ha definito il risultato "un grande successo dell'Italia, del governo, del parlamento e della società civile". L'ambasciatore italiano all'Onu Marcello Spatafora ha osservato che in questi anni al Palazzo di Vetro l'Italia ha vinto tutte le battaglie: "Non ne abbiamo perso neppure una. Ma quella vinta oggi è quella di cui tutti noi dobbiamo essere più orgogliosi". Il voto sulla moratoria è arrivato in tandem con un importante segnale dagli Stati Uniti dove la Corte Suprema ha fermato in extremis la mano del boia della Florida confermando l'orientamento alla moratoria di fatto sulle iniezioni letali. Vernetti, uscendo dall'aula dopo il voto, ha espresso apprezzamento per il basso profilo tenuto da Washington come anche dalla Cina: due paesi che hanno la pena di morte ma che "hanno contribuito a creare un clima favorevole che ha consentito questo risultato".
Per Sergio D'Elia di Nessuno Tocchi Caino e Matteo Mecacci del partito radicale, è stata "una vittoria storica per i diritti umani in tutto il mondo". Il documento approvato oggi dovrà essere ratificato in dicembre dall'Assemblea Generale ma il segnale di oggi è importantissimo: già due volte negli anni Novanta (nel 1994 e nel 1999) i paesi pro-pena di morte erano riusciti a far deragliare iniziative simili spaccando la coesione europea. "Stavolta invece l'Europa ha tenuto", ha commentato soddisfatto Vernetti. "I Ventisette sono rimasti uniti. Ed è stata premiata la capacità dell'Italia e dell'Europa di costruire una vasta coalizione". La diplomazia italiana ha tirato oggi dunque un sospiro di sollievo a conclusione di una "strategia studiata a tavolino, di una sceneggiatura perfettamente recitata e osservata da tutti", dove - ha detto Spatafora - tutto è andato secondo copione "grazie a un gioco di squadra perfetto".
Anche "l'ultimo miglio", come lo ha definito l'ambasciatore, è stato comunque una corsa a ostacoli. Bocciati gli ultimi emendamenti scritti proposti dagli avversari della moratoria, il fronte pro-pena di morte è tornato in campo con una serie di modifiche orali imperniate sul collegamento tra aborto e esecuzioni in nome del diritto alla vita. Stati Uniti e Vaticano (che all'Onu non vota, ma ha ruolo di osservatore) hanno espresso parere favorevole su questo concetto. Anche queste modifiche sono state respinte con molte astensioni. La risoluzione sulla moratoria, come tutti i documenti dell'Assemblea Generale, non ha valore vincolante ma forte peso morale: chiede "la moratoria delle esecuzioni in vista della loro abolizione" e fa appello agli Stati che hanno la pena di morte a "ridurne progressivamente" l'uso e "il numero di delitti per i quali può essere imposta". "
(ansa)