Ogni paese ha i suoi parametri per stabilire se un'acqua è potabile, e quindi bevibile.
Questi prevedono l'assenza di batteri e virus, e limiti minimi e massimi per qualsiasi altro elemento chimico.
Beh, non proprio tutti gli elementi, ma molti. È fin troppo semplice capire cosa voglia dire assenza di batteri, per cui non ce ne occuperemo, più complicato è l'aspetto chimico fisico.
Questo argomento viene poco spiegato, forse intenzionalmente, non lo so, certamente è un po' strano che un aspetto così importante, sia trattato in modo complicato e non comprensibile ai più. Infatti per poter leggere accuratamente un'etichetta dell'acqua, è ormai necessario avere una laurea in chimica.
Sappiate che nell'acqua sono ammesse per legge, concentrazioni, di arsenico, ammoniaca, cromo, pesticidi, fertilizzanti chimici, e molte altre sostanze simili, che, sicuramente, bene non fanno.
Inoltre lo stato delle tubature degli acquedotti, sono spesso, in uno stato non ottimale.
Tutto questo può accadere, perchè come già detto molte volte, l'attuale società, basata su un consumismo sfrenato, produce scorie chimiche di ogni genere in quantità gigantesca, e tutte queste, in maggior o minor misura, vanno a finire nell'acqua.
Eliminare queste sostanze dall'acqua è complicato, e, soprattutto molto costoso, per cui la soluzione dei governi è stata quella di permetterne la loro presenza, anche se, ovviamente, in dosi non grandi, se no sarebbero letali.
Ma questo non significa che non ci siano.
Io non credo che le mamme dei nostri figli userebbero ancora l'acqua del rubinetto, se fossero a conoscenza di tutte le sostanze presenti al suo interno.
Spesso ho sentito dire alla televisione, da “esperti”, che l'acqua del nostro rubinetto è controllata in modo frequente.
Non ho dubbi al riguardo, ma questo non vuol dire che sia pulita.
Se nell'acqua è presente l'arsenico, come in molti comuni italiani, un tecnico può anche controllare l'acqua 10 volte al giorno, ma se l'arsenico rimane, che importanza hanno quei controlli?
Secondo me, nessuno, se non il fare sapere alla gente che l'acqua viene controllata accuratamente, senza però mai prendersi la briga di dire anche i risultati dei controlli.
Quelli, a mio avviso, sarebbero interessanti, visto che, in teoria, lo scopo di un controllo, dovrebbe essere quello di verificare la qualità di qualcosa.
Tornando al tema, i parametri di potabilità dell'acqua sono due:
analisi batteriologica
analisi chimico fisica
Per avere una idea di cosa stiamo dicendo, quando parliamo di analisi chimica dell'acqua, bisognerebbe prendere la legge vigente (si può scaricare da internet, per chi volesse consultarla), e vedere quali sono le sostanze da verificare. In questo modo, si avrebbe la piena realtà, di cosa c'è nell'acqua, o di cosa potrebbe esserci. Vi assicuro che rimarreste sorpresi dal numero di sostanze presenti, sostanze che mai immaginereste di poter trovare nell'acqua che sgorga dal vostro rubinetto.
I limiti di potabilità, non cambiano il senso della cosa, e cioè, che nell'acqua potabile, anche se in quantità limitate, sono presenti un numero elevato di sostanze tossiche.
Questo a causa degli svariati motivi di cui abbiamo trattato in precedenza, e dell'impossibilità, da parte degli enti supposti, di eliminarle.
Sui limiti si potrebbe parlare per ore, in quanto variano da paese a paese.
Infatti in Italia sono permesse quantità di alcune sostanze, che sarebbero assolutamente illegali in altri paesi.
Un esempio si tutti: i nitrati.
Questa è una sostanza derivante dall'uso di fertilizzanti chimici e pesticidi.
A contato con i globuli rossi, trasformano l'emoglobina in metaemoglobina.
Mentre la prima trasporta ossigeno, la seconda non lo fa, ed è cancerogena.
Potremmo spiegare molto meglio, ma in sintesi questo è quello che succede.
I nitrati, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, dovrebbero avere un limite massimo di 5 mg/lt, mentre in Italia il limite è di 50.
Ora, io non so chi dei due stia sbagliando, ma di sicuro questo dato è fortemente contrastante. Questo sta a significare che non sempre i limiti dei parametri di potabilità, per quanto assicurati da mille esperti, siano completamente sicuri, e comunque, rimane il problema di fondo, e cioè, che limiti o non limiti, le sostanze inquinanti sono in ogni caso presenti.
Quindi, come fare per sapere come stabilire se l'acqua che stiamo usando è buona o no?
Senza necessariamente essere dei chimici, ci sono 3 o 4 parametri che bisognerebbe conoscere. Questi sono:
- Residuo fisso
- Temperatura alla sorgente
- pH
- conducibilità elettrica
Questi valori dovrebbero essere consultati insieme.
Se tutti fossero buoni, avreste un'acqua perfetta. Allora guardiamoli un po' da vicino.
La temperatura alla sorgente dovrebbe essere abbastanza bassa, tra i 5 e i 10 gradi, perchè l'acqua non trasporta calore, per cui più la temperatura è bassa, meglio è.
Il pH indica la concentrazione di ioni di idrogeno, e di conseguenza la presenza di più o meno sostanze solide nell'acqua.
7 è il valore neutro. Le acque con pH superiore a 7, sono cosiddette basiche, mentre quelle con valore inferiore, sono considerate acide.
L'acqua dovrebbe avere un pH leggermente acido, tra 6 e 6,8.
La conducibilità elettrica indica quanto sia conducibile un acqua o meno.
Dovrebbe essere piuttosto bassa.
L'ultimo e forse più importante, perchè determina, in qualche misura, tutti gli altri valori, è il residuo fisso.
Questo sta ad indicare la quantità di minerali inorganici nell'acqua, e quindi potenziali accumuli. Viene misurato portando l'acqua ad una temperatura di 180 gradi.
Tutto quello che non riesce ad evaporare, è il residuo fisso.
Considerando quello che abbiamo detto finora, più basso è il residuo fisso, più leggera e quindi migliore è l'acqua.
Un'acqua perfetta avrebbe un residuo fisso inferiore a 50 mg/lt, sotto il 100 sarebbe comunque buona, entro 200 discreta, e così via. In Italia il residuo fisso è consentito fino a 1500 mg lt.
Mediamente, le acque delle grandi città italiane, il residuo fisso varia da 250 a 500.
Chiaramente, l'acqua di alta montagna, sopra i 1000 mt, avrebbe un basso residuo fisso, per cui tutte le località che si trovano a quelle altezze, forniscono ai loro abitanti, acque molto leggere. La stessa cosa vale per le acque minerali. Le sorgenti di alta quota hanno solitamente, residui fissi molto bassi.
È fin troppo facile comprenderne la ragione. In alta quota tutto è più pulito, a cominciare dall'aria, e di conseguenza la qualità dell'acqua è assolutamente migliore.
Purtroppo per noi, la maggior parte della popolazione non vive in montagna, ma in pianura, e causa il grande inquinamento prodotto dall'uomo, qui le falde acquifere non sono affatto buone, nonostante le rassicurazioni che ci vengono fornite da sempre.
Se l'acqua provenisse tutta dall'alta montagna, i livelli di potabilità sarebbero assolutamente più bassi, in quanto non ci sarebbe la necessità di innalzarli per garantirne la potabilità; semplicemente sarebbe già buona.
Ma siccome la maggior parte di acqua proviene dalla pianura, e non solo quella dei nostri rubinetti, ma anche molte minerali, allora diventa necessario elevare i parametri di potabilità, per rimediare al danno dell'operato dell'uomo nell'ultimo secolo.
Escherichia coli, enterococchi e Clostridium perfringens devono essere assenti. La presenza di ammoniaca, nitriti e nitrati (possono essere sia di origine minerale, sia provenire da concimi sintetici) è indice di inquinamento batterico ed è comunque necessario effettuare l'analisi batteriologica per accertare l'assenza di microrganismi patogeni, determinando la quantità di microrganismi presenti e l'indice di inquinamento fecale dovuto al numero di batteri coliformi.
La radioattività legata al trizio non deve essere superiore a 100 Becquerel/L, mentre la dose totale indicativa è di 0,2 mSv/anno.
parametri chimici
acrilammide: 0,10 μg/L
antimonio: 5 μg/L
arsenico:10 μg/L
benzene: 1 μg/L
benzo[a]pirene: 0,01 μg/L
boro: 1 mg/L
bromato: 10 μg/L
cadmio: 5 μg/L
cromo: 50 μg/L
rame: 1 mg/L
cianuro: 50 μg/L
1,2-dicloroetano: 3 μg/L
epicloridrina: 0,1 μg/L
fluoruro: 1,5 mg/L
piombo: 10 μg/L
mercurio: 1 μg/L
nichel: 20 μg/L
nitrato: 50 mg/L
nitrito: 0,5 mg/L
antiparassitari: 0,1 μg/L
antiparassitari totali: 0,5 μg/L
idrocarburi policiclici aromatici: 0,1 μg/L
selenio: 10 μg/L
tetracloroetilene + tricloroetilene: 10 μg/L
trialometani totali: 30 μg/L
cloruro di vinile: 0,5 μg/L
clorito: 200 μg/L
vanadio: 50 μg/L
parametri indicatori
alluminio 200 μg/L
ammonio 0,50 mg/L
cloruro 250 mg/L
Clostridium perfringens (spore comprese) 0 unità/100mL
colore accettabile per i consumatori e senza variazioni anomale
conduttività 2.500 μS/cm (20 °C)
concentrazione ioni idrogeno 6,5 ≤ pH ≤ 9,5
ferro 200 μg/L
manganese 50 μg/L
odore accettabile per i consumatori e senza variazioni anomale
ossidabilità secondo Kubel 5 mg/L di O2 consumato
solfato 250 mg/L
sodio 200 mg/L
sapore accettabile per i consumatori e senza variazioni anomale
conteggio delle colonie a 22 °C senza variazioni anomale
batteri coliformi a 37 °C 0 unità/100mL
TOC senza variazioni anomale
torbidità accettabile per i consumatori e senza variazioni anomale
durezza 15-50 (valori consiglisati) °f
residuo fisso a 180 °C 1.500 (limite massimo consigliato) mg/L
disinfettante residuo (se impiegato) 0,2 mg/L