Originariamente inviata da
Masquerade
E chi ti dice che io le contrasto soltanto le tue tesi? Quante volte ci siam trovati d'accordo su alcuni punti e in disaccordo su altri?
Io non parto dal concetto che contesto qualcosa che scrivi perché tu (o chiunque altro) abbia torto. Io parto dal concetto che c'è sempre da confrontare le proprie idee. La libertà? Se mi sento libera? Rispetto ad una donna di altra razza e religione che deve anche solo chiedere il permesso per parlare, sì. Mi sento libera. Ma solo per raffronto. Perché il senso di libertà è non essere schiavi. E se io (io generico) ho un vizio e ne sono schiava (come ad esempio può esserlo il fumo), faccio sicuramente più bella figura a star zitta sul concetto di libertà. Un pochino mi conosci e sai quanto amo la coerenza.
No, rinunciare al nulla non è rinunciare a qualcosa. Ma eserciti una scelta anche rinunciando. E questa è una forma di libertà. Pensa a dove ancora impongono una moglie o un marito scelto da altri. Almeno tu, rinunciando a ciò che non ti piace (in questo caso il nulla) hai una dose di libertà. Questa che ti piaccia o meno è una forma di evoluzione. Poi, come detto anche prima, il positivo o il negativo di questa evoluzione dipende dall'uso che se ne fa. E questo può essere sicuramente discutibile. Ma l'abbiamo già detto.
Le donne hanno imparato in fretta ciò che gli uomini avevano da insegnare e si sono adeguate. Vero. Così com'è vero che ogni volta che un uomo sbava dietro ad una donna del tipo che descrivi CONFERMA che ha fatto la scelta giusta ad adeguarsi. Come vedi, il problema non sta solo nelle donne, ma anche nella risposta degli uomini. Però se poi la donna si comporta come l'uomo è una cattivona. Ahiahiahi...
La ganja è vietata perché fa pensare. Interessante questa affermazione.
Quindi io che non fumo ganja non sono in grado di pensare? Permettimi di dubitarne.
Esistono molti metodi per poter pensare, alcuni sono così naturali, che funzionano a prescindere dalla coltivazione, raccolta ed uso di un'erba. Nascono con noi. Sai... fa parte delle attitudini del cervello. Il problema è che per riuscirci è necessaria una discreta "apertura mentale" non intesa certo come frattura del cranio, possibilmente.
Conosco diverse persone che hanno fatto e ne fanno ancora oggi uso e sinceramente non è che li percepisca come grandi produttori di pensieri risolutivi. Anzi. Noto invece una caratteristica costante e cioè una certa difficoltà a "memorizzare". Dici che è un caso?
E comunque credo che (almeno per ora) l'uso ne sia vietato per motivi un pochino più particolari... li riassumo in breve con un link preso dal web, ma è stata un'interessante discussione con un neurologo circa un anno fa.
Gli effetti della cannabis sul cervello
...che poi lo stato ci marcia sui guadagni anche dell'illegale, non è certo una gran scoperta. Comunque mi fa piacere che sai bene quali mercati vai ad alimentare quando ne compri. Rientra se non altro nel discorso della coerenza e di quel poco di libertà di scelta che siamo riusciti a conquistare.
Comprendo il discorso dei vestiti "di lusso" e quelli invece riutilizzati. Io ho indossato da piccola anche abiti maschili, perché si prendeva ciò che passava il convento, come si suol dire. Ed avevo più cuginetti maschi che femmine, mannaggia! Non per mi sento di sputare sentenze su chi invece un vestito nuovo può permetterselo. Perché dovrei odiare chi può permettersi uno smoking? Perché dovrei odiare chi non sa cosa significa riparare un calzino invece che buttarlo via e comprarne uno nuovo? Io preferisco non odiare. Può piacermi o non piacermi un modo di fare, ma la ricchezza altrui non mi rode.
E quest'era sì, è l'era dell'usa e getta, dei fazzoletti di carta invece che di stoffa, ad esempio. Perché sicuramente sono più iginieci.
Se invece ti riferisci ai rapporti umani da riparare, beh, allora faccio riferimento ad una filosofia orientale, ovvero quella del kintsugi. Una pratica che nasce per riparare oggetti rotti e che viene oggi praticata anche ai rapporti.
Quando un oggetto si rompe, si incollano i cocci non con la comune colla, ma con metalli preziosi. Lo scopo è mostrare quelle crepe che devono "impreziosire" l'oggetto. E tener presente che l'oggetto non sarà più quello di prima, sarà diverso e le crepe non vanno sì nascoste, ma mostrate come nuovo prezioso collante. Lo stesso dovrebbe accadere con i rapporti umani. Non nascondere ciò che non va, ma ripartire da lì per poter unire di nuovo, in modo più forte e più prezioso.
Bello, non trovi?
Però non illuderti che un tempo da noi accadeva così. Di sicuro c'era più sopportazione nella coppia, questo sì. Ma era dovuto anche all'impossibilità di poter scegliere se lasciare o meno.
Ora questa possibilità di scelta c'è. E ti assicuro che non sempre è un male.
Quel che manca, invece, è la voglia di imparare un'arte di riparazione o restauro. E questo sicuramente è colpa o merito della nuova legge di mercato. Chi vuole, tuttavia, può sempre scegliere.
E almeno, chi vorrà farlo, lo farà con passione, non solo per dovere. O perché la società si aspetta che tu lo faccia. Anche questa può essere una nota positiva. Non credi?
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Sempre una scelta è.
E se la coppia è formata da due persone, allora è giusto che questa scelta debba essere da ambo le parti.
Se va va... se non va... per come la vedo io, meglio saperlo prima. Così posso scegliere altro.
Se nella coppia sceglie una persona soltanto, dall'altra cos'è se non un'imposizione?