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L'angolo del chimico

  1. #591
    Sedobren Gocce
    Ospite

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    io da vecchio nel mio laboratorio




    vorrei ricordare che...






    che figata




  2. #592
    Sedobren Gocce
    Ospite

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    da oggi parlerò dei vari metalli, cercando di collegarli alle mie esperienze quotidiane

    oggi stavo studiando 1po'... e m è capitato di usare il palladio, utile seppur costoso catalizzatore...



    è un elemento chimico appartenente al 5° periodo e alla seconda serie degli elementi di transizione, nel gruppo dei metalli del platino (gruppo VIII)

    ha una configurazione elettronica [Kr] 4d10

    esiste in natura sotto forma di 6 isotopi, tutti stabili: Pd-102 (0.96%), Pd-104 (10.97%), Pd-105 (22.23%), Pd-106 (27.33%), Pd-108 (26.71%) e Pd-110 (11.8%)
    artificialmente sono stati preparati numerosi isotopi radioattivi, a numeri di massa compresi tra 98 e 115

    fu identificato nei minerali del platino e isolato per la prima volta da Wollaston nel 1804, e così da lui fu chiamato in ricordo dell'asteroide Pallade scoperto due anni prima

    è un elemento raro (anche se il più abbondante dei sei del gruppo del platino), costituendo circa il 5*10^-7% della crosta terrestre; tuttavia nelle meteoriti a base di ferro-nichel è presente in quantità 100-1000 volte superiori

    si trova generalmente allo stato elementare, insieme con altri metalli del gruppo o con l'oro, in leghe che frequentemente contengono ferro e nichel come elementi principali;
    esistono anche alcuni suoi minerali ben caratterizzati ma rarissimi, come la potarite, PdHg, la stibiopalladarite, Pd3Sb e diversi solfuri misti di palladio, platino e nichel

    è un metallo lucente, abbastanza malleabile, simile per aspetto e proprietà al platino, ma a più bassa densità e m.p.
    da un punto di vista chimico è il meno nobile tra i metalli del gruppo del platino. ed è attaccabile da molti reagenti se è in forma finemente suddivisa
    è attaccato molto lentamente a caldo dagli acidi nitrico e solforico concentrati, che invece lo disciolgono velocemente se si trova in forma spugnosa
    a temperatura ambiente è attaccato da cloro e bromo in presenza di umidità, e si discioglie facilmente in acqua regia
    assorbe facilmente diversi gas, e in particolare idrogeno in notevole quantità: con quest'ultimo forma soluzioni solide di composizione variabile con la temperatura

    a partire da minerali di altri elementi si procede con processi metallurgici di fusione o di arrostimento per estrarre il metallo principale (generalmente rame o nichel)
    dalla raffinazione elettrolitica (o di altro tipo) di questo metallo si ottengono dei fanghi anodici (o altri residui) che contengono metalli nobili, principalmente oro, platino e palladio
    questi residui vengono disciolti in acqua regia; quindi, per allontanamento dell'acido nitrico dalla soluzione, vengono separati per precipitazione e filtrazione l'oro (eventualmente il rame) e il platino; per aggiunta di ammoniaca si precipita quindi il palladio sotto forma di diamminodicloropalladio(II), Pd(NH3)2Cl2, che viene separato, purificato e calcinato in atmosfera inerte
    si ottiene così una spugna di palladio metallico, che può esser formata in lingotti per fusione in forno ad induzione, o con la tecnica della metallurgia delle polveri seguita da laminazione a caldo...

    ha un notevole impiego come componente di catalizzatori metallici (frequentemente supportati su ceramica) in vari processi chimici di ossidazione e riduzione

    un'importante applicazione che si ha in campo automobilistico è nella produzione di marmitte catalitiche, dove costituisce assieme a rodio e platino il catalizzatore di ossidazione per l'eliminazione degli idrocarburi incombusti e monossido di carbonio

    può presentare nei suoi composti gli stati di ossidazione 0, +1, +2, e +4
    lo stato più stabile e comune però è il +2 come in PdO (monossido di palladio), in PdCl2 (dicloruro di palladio), che ha notevoli applicazioni catalitiche in chimica organica, in Pd(NO3)2 (dinitrato) e in PdS

    ha grande tendenza alla formazione di composti di coordinazione, particolarmente nello stato di ossidazione +2, ove ha numero di coordinazione 4, con struttura quadrata planare;
    ciò avviene p.e. per lo ione tetracloropalladato(II), (PdCl4)-2

    complessi ben noti e caratterizzati sono quelli formati con leganti che hanno come donatori elementi del V gruppo, in particolare azoto e fosforo
    complessi stabili sono pure quelli formanti con leganti aventi come donatori atomi di zolfo

    importanti e molto studiati perché rappresentano gli intermedi in reazioni catalizzate da Pd(II) sono infine i complessi di tipo pi-greco formati con alcheni o con composti allilici

    alcuni esempi di composti di coordinazione:



    tetrakis(trifenilfosfina)palladio(0)
    o Pd(PPh3)4



    allilpalladio(II) cloruro dimero
    (η3- C3H5)2Pd2Cl2



    [tris(dibenzilideneacetone)dipalladio(0)]
    Pd2(dba)3


    peccato non abbia qualcosa di quello che sto studiando a portata di mano pace... sarà per un'altra volta

  3. #593
    FdT-dipendente
    Donna 31 anni da Palermo
    Iscrizione: 9/1/2008
    Messaggi: 1,653
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    Ciao Elwood, vorrei farti delle domande riguardo l'esperimento del 10 settembre.
    In che cosa consiste, veramente?
    Che pro e contro ci sono?
    Sono tutte voci false quelle che girano su Internet? O dovrei cominciare a preoccuparmi?
    Spero tu non abbia già parlato di ciò precedentemente. Grazie comunque delle risposte.

  4. #594
    Sedobren Gocce
    Ospite

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    Quote Originariamente inviata da Calliope ~ Visualizza il messaggio
    Ciao Elwood, vorrei farti delle domande riguardo l'esperimento del 10 settembre.
    In che cosa consiste, veramente?
    Che pro e contro ci sono?
    Sono tutte voci false quelle che girano su Internet? O dovrei cominciare a preoccuparmi?
    Spero tu non abbia già parlato di ciò precedentemente. Grazie comunque delle risposte.
    La sicurezza dell’LHC

    Il Large Hadron Collider (LHC) può raggiungere un’energia che nessun altro acceleratore di particelle ha mai ottenuto finora, ma la natura produce di continuo energie superiori nelle collisioni dei raggi cosmici.
    Questioni riguardanti la sicurezza di ciò che potrebbe essere creato in queste collisioni tra particelle di alta energia sono state affrontate da molti anni. Alla luce dei nuovi risultati sperimentali e della comprensione teorica, l’LHC Safety Assessment Group (LSAG) ha aggiornato uno studio fatto nel 2003 dall’LHC Safety Study Group, un gruppo indipendente di scienziati.
    L’LSAG ribadisce ed estende le conclusioni del rapporto del 2003 affermando che le collisioni all’LHC non presentano alcun pericolo e che non ci sono ragioni di preoccupazione. Qualsiasi cosa l’LHC faccia, la natura l’ha già fatto numerose volte durante la vita della terra e degli altri corpi celesti. Il rapporto LSAG è stato esaminato e approvato dal CERN Scientific Policy Committee, un gruppo di scienziati esterni che consiglia il Council, il più alto organo decisionale del CERN.

    In seguito si riassume i principali argomenti riportati nel rapporto LSAG. Chiunque sia interessato a maggiori dettagli è invitato a consultare direttamente il rapporto e gli articoli scientifici a cui si fa riferimento.


    Raggi cosmici

    L’LHC, come altri acceleratori di particelle, ricrea i fenomeni naturali dei raggi cosmici in condizioni controllate di laboratorio, permettendo il loro studio in maggiore dettaglio. I raggi cosmici sono particelle prodotte nello spazio cosmico, alcune delle quali sono accelerate fino ad energie molto superiori a quelle dell’LHC. L’energia e la frequenza con le quali raggiungono l’atmosfera terrestre sono state misurate in esperimenti per più di 70 anni. Durante i passati miliardi di anni, la natura ha già prodotto sulla terra tante
    collisioni quante ne produrrebbero circa un milione di esperimenti LHC – eppure il nostro pianeta esiste ancora. Gli astronomi osservano un enorme numero di grandi corpi celesti in tutto l’universo, ognuno dei quali è colpito dai raggi cosmici. L’intero universo porta a termine ogni secondo più di 10 mila miliardi di esperimenti analoghi all’LHC. La possibilità di una qualsiasi conseguenza pericolosa contraddice quello che gli astronomi osservano – stelle e galassie esistono tuttora.


    Buchi neri microscopici

    La natura forma buchi neri quando certe stelle, molto più grandi del nostro Sole, collassano su sè stesse alla fine della loro vita. Esse concentrano una grande quantità di materia in uno spazio molto piccolo. Le speculazioni riguardanti buchi neri microscopici all’LHC si riferiscono a particelle prodotte nelle collisioni tra coppie di protoni, ognuno dei quali possiede un’energia paragonabile a quella di una zanzara in volo. I buchi neri astronomici sono molto più pesanti di qualsiasi oggetto possa essere prodotto all’LHC.
    Secondo le consolidate proprietà della gravità, descritte dalla relatività di Einstein, è impossibile che buchi neri microscopici siano prodotti all’LHC. Esistono però alcune teorie speculative che prevedono la produzione di queste particelle all’LHC. Tutte queste teorie prevedono che queste particelle si disintegrino immediatamente. I buchi neri quindi non avrebbero il tempo di iniziare un processo di accrescimento della materia e di causare
    effetti macroscopici.

    Nonostante queste teorie non prevedano buchi neri microscopici stabili, lo studio delle conseguenze della loro produzione tramite raggi cosmici mostra che queste particelle sono innocue. Le collisioni all’LHC differiscono dalle collisioni dei raggi cosmici con corpi celesti come la terra poiché le nuove particelle prodotte nelle collisioni all’LHC tendono a muoversi più lentamente di quelle prodotte dai raggi cosmici. Buchi neri stabili potrebbero possedere carica elettrica oppure essere neutri. Se avessero una carica elettrica, interagirebbero con la materia ordinaria e sarebbero fermati durante l’attraversamento della terra, sia se prodotti dall’LHC che dai raggi cosmici. Il fatto che la terra esiste ancora esclude questa possibilità per i raggi cosmici, e dunque anche per l’LHC. Se buchi neri microscopici stabili non avessero alcuna carica elettrica, le loro interazioni con la terra sarebbero molto deboli. Quelli prodotti dai raggi cosmici attraverserebbero la terra, incapaci di nuocere, per perdersi nello spazio, mentre quelli prodotti dall’LHC potrebbero rimanere dentro la terra. Però esistono nell’universo corpi celesti molto più grandi e più densi della terra. Buchi neri prodotti in collisioni di raggi cosmici con corpi celesti come le stelle a neutroni o le nane bianche verrebbero arrestati.
    La durevole esistenza di questi corpi densi, così come della terra, escludono la possibilità che l’LHC possa produrre qualsiasi buco nero pericoloso.


    Strangelet


    Strangelet è il termine con cui si denota un ipotetico agglomerato microscopico di “materia strana”, che contiene un numero quasi identico di quark up, down e strani.
    Secondo la maggior parte delle ricerche teoriche, gli strangelet dovrebbero mutarsi in materia ordinaria in un miliardesimo di secondo. Ma potrebbero gli strangelet fondersi con la materia ordinaria e trasformarla in materia strana? Questa domanda fu sollevata nel 2000, prima dell’inizio del Relativistic Heavy Ion Collider (RHIC) negli Stati Uniti. Uno studio di quel tempo mostrò che non vi era ragione di preoccupazione, e RHIC ha già funzionato per otto anni e ricercato gli strangelet, senza però rivelarne alcuno. Per alcuni periodi l’LHC funzionerà con fasci di nuclei pesanti, proprio come RHIC. I fasci
    dell’LHC avranno un’energia maggiore di quelli di RHIC, ma questo rende ancora meno probabile che gli strangelet possano essere formati. È difficile che la materia strana possa aggregarsi alle alte temperature prodotte da queste collisioni, proprio come il ghiaccio non si forma in acqua bollente. Inoltre, i quark saranno più diluiti all’LHC rispetto a RHIC, rendendo più difficile la formazione di materia strana. Quindi la produzione di strangelet è meno probabile all’LHC rispetto a RHIC, e l’esperienza in RHIC ha già confermato gli argomenti secondo i quali gli strangelet non possono essere prodotti.


    Bolle di vuoto

    Ci sono state speculazioni che l’universo non si trovi nella configurazione più stabile, e che le perturbazioni causate dall’LHC possano farlo decadere in uno stato più stabile, chiamato bolla di vuoto, nel quale noi non possiamo esistere. Se l’LHC potesse causare ciò, anche le collisioni dei raggi cosmici sarebbero in grado di farlo. Poiché tali bolle di vuoto non sono mai state prodotte in nessun luogo dell’universo visibile, non verranno create dall’LHC.


    Monopoli magnetici

    I monopoli magnetici sono ipotetiche particelle con una singola carica magnetica: un polo nord o un polo sud. Alcune teorie speculative suggeriscono che, se esistessero, i monopoli magnetici potrebbero causare il decadimento del protone. Queste teorie sostengono anche che tali monopoli sarebbero troppo pesanti per essere prodotti all’LHC.
    Ciò nonostante, se i monopoli magnetici fossero sufficientemente leggeri per comparire all’LHC, i raggi cosmici che colpiscono l’atmosfera terrestre li avrebbero già prodotti, e la terra li potrebbe fermare e intrappolare in modo molto efficace. La durevole esistenza della terra e degli altri corpi celesti quindi esclude la possibilità che pericolosi monopoli magnetici divoratori di protoni possano essere abbastanza leggeri da essere prodotti all’LHC.

  5. #595
    FdT-dipendente
    Donna 31 anni da Palermo
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    Grazie!
    Ma una domanda, da dove sono nate tutte queste dicerie spaventose?
    Perchè ci sono?

  6. #596
    Sedobren Gocce
    Ospite

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    dicerie? in che senso? le cose da me citate erano ipotesi mosse da fisici
    che poi vengano strumentalizzate da chicchésia è un altro paio di maniche di gente che pretende di saperne più o meglio di esperti del settore ce ne sono a iosa, purtroppo

  7. #597
    FdT-dipendente
    Donna 31 anni da Palermo
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    Quote Originariamente inviata da eLWooD bLuEs Visualizza il messaggio
    dicerie? in che senso? le cose da me citate erano ipotesi mosse da fisici
    che poi vengano strumentalizzate da chicchésia è un altro paio di maniche di gente che pretende di saperne più o meglio di esperti del settore ce ne sono a iosa, purtroppo
    Intendevo proprio delle dicerie... Certo che però sono inquietanti eh!

  8. #598
    Sedobren Gocce
    Ospite

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    tornando a parlare di chimica

    oggi ero a Como... piccolo mercatino dell'antiquariato...

    c'era un signore, sui 60 con la moglie... aveva una stupenda bancarella... con minerali gemme e pietre stupende... aveva anche pagliuzze d'oro e pepite sempre d'oro... ametiste enormi...

    parlandoci 1po' m ha fatto venire in mente una cosa... nelle miniere usavano lampade al carburo (di calcio)... è un sale di calcio, con formula chimica CaC2...

    si presenta così ->

    industrialmente si usa per produrre acetilene C2H2

    è prodotto industrialmente in una fornace ad arco elettrico caricata con una miscela di CaO e carbon coke a approssimativamente 2000 °C...



    CaO + 3C → CaC2 + CO

    come detto sopra si usa(va) nella lampade al carburo nelle miniere... a differenza delle normali lampade a gas o petrolio usate prima, non c'è pericolo di esplosione in presenza di grisou, grazie alla reticella che avvolge la fiamma che impedisce alla mortale ed esplosiva miscela di entrare...

    nella lampade avviene la seguente reazione:

    CaC2 + 2 H2O → C2H2 + Ca(OH)2

    ovviamente la reazione è esotermica, produce una grande quantità di calore... rendendo la lampada calda... inoltre si produce idrossido di calcio, caldo... che è caustico...

  9. #599
    Sedobren Gocce
    Ospite

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    facciamo una divertente lezione su una delle pietre preziose più amate del genere femminile

    di cosa parlo? beh del diamante... ovviamente...

    se non lo sapete... non esiste solo il solito, tipico diamante trasparente... ma può assumere anche altri colori...

    ma andiamo per ordine...




    In mineralogia, il diamante è un allotropo del carbonio dove gli atomi di carbonio son arrangiati in una struttura cristallina primaria isometrico-esottaedrica.


    La sua hardness ed elevata dispersione della luce lo rende utile per le applicazioni industriali e per la gioielleria. È il più duro e conosciuto minerale che si trova in natura.


    È possibile trattare diamanti regolari sotto una combinazione di elevata pressione ed elevata temperatura per produrre diamanti (conosciuti come diamanti Tipo-II) che sono più duri dei diamanti usati in indicatori di durezza.


    Attualmente, solo barrete di diamante aggregato, un materiale creato usando fullerite ultradura (C60) è stato confermato essere il più duro, sebbene altre sostanze come il nitruro di boro cubico, renio diboruro e la stessa fullerite ultradura sono comparabili.

    Son materiali con qualità fisiche superlative; son eccellenti abrasivi perché possono esser abrasi solo da altri diamanti, borazone (allotropo nel nitruro di boro), fullerite ultradura, renio diboruro, o barrette di diamante aggregrato, il quale significa anche che essi mantengono una lucentezza estremamente bene e mantengono il loro splendore.


    Il nome diamante deriva dal greco antico ἀδάμας (adamas) "invincibile", "indomito", da ἀ- (a-), "un-" + δαμάω (damáō), "domare".


    Un diamante chimicamente puro e strutturalmente perfetto è perfettamente trasparente con nessuna tinta, o colore. Comunque, in realtà quasi nessun diamente naturale a grandezza di gemma è assolutamente perfetto.
    Il colore potrebbe esser causato da impurità chimiche e/o difetti strutturali nella struttura cristallina.
    A seconda della tinta e dell'intensità della colorazione di un diamante, il colore di un diamante può sia far diminuire che aumentare il valore di quel diamante. Per esempio, la maggior parte dei diamanti bianchi son scontati nel prezzo quando un maggior colore giallo è presente, mentre diamanti intensamente colorati in rosa o blu (come nel caso dell'Hope Diamond) posson esser drammaticamente più preziosi. Fuori dai diamanti colorati, i diamanti rossi son i più rari in assoluto.

    Si trovano diamanti in una grande varietà di colori — grigio acciaio, bianco, blu, giallo, arancio, rosso, verde, rosa tendente al viola, marrone, e nero.
    I diamanti colorati contengono impurità interstiziali o difetti strutturali che causano la colorazione, anche se i diamanti puri son perfettamente trasparenti e incolori.
    Son scientificamente classificati in due importanti tipologie e diversi sottotipologie, a seconda della natura dell'impurezza presenza e di come queste impurezze influenzano l'assorbimento di luce:


    Tipologia I: hanno atomi di azoto (N) come principale impurezza, comunemente ad una concentrazione dello 0.1 %.
    Se gli atomi di N sono a coppie essi non influenzano il colore del diamante; questi sono della Tipologia IaA.
    Se gli atomi di N son in grossi aggregati numerati pari impartiscono una tinta gialla tendente al marrone (Tipologia IaB). Circa il 98% dei diamanti in gemme son della Tipologia Ia, e la maggior parte di questi son una miscela di materiali IaA/ IaB: questi diamanti provengono dalle Cape series, che prendono il nome dalla regione ricca di diamanti della Provincia del Capo, in Sud Africa, i cui depositi son per la maggiore della Tipologia Ia.
    Se gli atomi di azoto son dispersi per tutto il cristallo in siti isolati (non appaiati o raggruppati), ssi danno alla pietra un intensa tinta gialla o occasionalmente marrone (Tipologia Ib); i rari diamanti canarino appartengono a questo tipo, che rappresenta solo lo 0.1% dei diamanti naturali conosciuti.
    I diamanti sintetici contenenti azoto son della Tipologia Ib.

    I diamanti di questa Tipologia assorbono luce in entrambe le regioni IR ed UV, dai 320 nm. Essi hanno anche una caratteristica fluorescenza e spettro di assorbimento visibile.


    Tipologia II: non hanno misurabili impurezze di azoto.
    Assorbono in una regione differente dell'IR, e trasmettono nell'UV al di sotto dei 225 nm, diversa da quella della Tipologia I. Hanno anche differenti caratteristiche di fluorescenza, ma non uno spettro di assorbimento visibile osservabile.
    I diamanti della Tipologia IIa possono esser colorati di rosa, rosso, o marrone a seconda delle anomalie strutturali che si originano attraverso deformazione plastica durante la crescita del cristallo — questi diamanti sono rari (1.8 % dei diamanti per gemme), ma costituiscono una grande percentuale della produzione australiana.
    I diamanti della Tipologia IIb (0.1 % dei diamanti per gemme) sono di solito blu acciaio o grigi a causa del boro sparso all'interno della matrice cristallina; questi diamanti sono anche semiconduttori, diversamente dalle altre Tipologie di diamanti.
    Comunque, un eccesso di idrogeno può anche impartire un colore blu; questi sono necessariamente della Tipologia IIb.


    Anche essi non ristretti alla Tipologia son i diamanti verdi, il cui colore è derivante dall'esposizione a variabili quantità i radiazioni.

  10. #600
    Sedobren Gocce
    Ospite

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    prendendo spunto dal topic presente in bellezza e cosmesi, creato sull'eco-bio, vorrei dipanare alcuni dubbi e smontare alcune affermazione... messo che mai qualcuno/a legga... ma tant'è...

    andiamo per ordine...

    - della paraffina già parlato...

    - mettiamo in chiaro una cosa... se un composto termine in -one si tratta di un chetone non di un silicone, ochéi? su (di)methicone e (...)siloxane concordo che siano siliconi o affini ad essi... ma son resine inerti... per intaccarle ci vogliono acidi quali l'HF che non m pare noi secerniamo o produciamo

    - è vero che diossano e ossido di etilene siano sostanze tossiche e pericolose, ma la loro formazione non è certo così semplice... e se i due suddetti prodotti son puri (e per entrare in formulazioni così devono esserlo) non c'è rischio... desumo non sappia come si formano ergo te lo spiego io...
    ci vuole abbondante acido minerale forte... quindi almeno che tu non abbia ingerito bevendolo o che tu secerna acidi dalla pelle non vedo come possano formarsi... dimenticavo che ci vuole anche temperatura alta...
    però è altresì vero che alcune aziente barino...

    - perché si formino nitrosoammine ci vogliono particolari condizioni, condizioni che si trovano ad esempio nell'ambiente fortemente acido dello stomaco o ci vogliono elevate temperature come quelle che normalmente si trovano in cucina quandi si cuoce un cibo oppure si trovano in prodotti che contengono nitriti come conservanti... ad esempio salumi o formaggi...

    - l'EDTA... su questo posso darti ragione visto che s è dimostrato citotossico e genotossico negli animali in laboratorio... e il suo impatto ambientale è abbastanza grave...

    - ah beh... se c'è formaldeide strano che s rilasci nell'ambiente formaldeide va beh... sugli altri prodotti... le idantoine e gli altri prodotti vengono inseriti nelle formulazioni come antimicrobici... ci son studi in corso... pare provochino ipersensibilità e danni acquatici

    - triclosan è un potente antibatterico e antimicotico... probabile cancerogeno... rimane nell'ambiente acquatico... e anche nel latte materno...

    - sui derivati del PEG dove hanno tirato fuori che son cancerogeni e simili?

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