Il gioco del polo.
Il polo è un gioco sportivo che si disputa fra due squadre composte da quattro giocatori in sella a cavalli e muniti di mazze. Una squadra segna un punto a proprio favore ogni volta che un suo giocatore riesce a mandare la palla nella porta avversaria. Vince la squadra che segna più punti. I lanci vengono fatti colpendo la palla con un’apposita mazza. Se la partita, al termine dei tempi regolamentari, si chiude in pareggio, si procede con uno o più tempi supplementari.
Da sempre considerato lo sport di re, principi, duchi e ufficiali, il Polo ricorda le giostre medievali e come allora i cavalieri si trovano l’uno contro l’altro mettendo a dura prova il loro equilibrio. Forza e virilità sono le doti fondamentali per partecipare a questo gioco equestre tra più antichi del mondo, a questa sfida fra cavalieri, che in sella ai loro cavalli lanciati al galoppo sfiorano addirittura i 70 chilometri orari.
Non si conosce l’anno esatto di nascita di questo sport, ma è nel 522 a.C. che questo gioco approda in India grazie al re persiano Dario. La palla utilizzata era fatta di foglie di salice e la stecca era chiamata chaugan. In seguito la palla venne fabbricata in legno, identificato con il termine tibetano pulu (palla). E’ da questa parola che deriva il nome odierno polo.
Questo sport si sviluppa successivamente in tutto l’oriente e in Cina ed è tenuto in grande considerazione, addirittura, per poter accedere alle cariche pubbliche più importanti era necessario essere abili giocatori di polo. Nel 1862, a Calcutta, fu fondato il primo circolo, tuttora in attività. Sbarca in Occidente, e più precisamente in Inghilterra, molto più tardi, nel 1869 e poi si propagherà, in Spagna, in Germania, poi, anche grazie agli equipaggi della Royal Navy, il gioco sbarca a Malta nel 1874 dove venne fondato il Malta Polo Club, in Argentina nel 1877, in Sud Africa nel 1885, e in Nuova Zelanda nel 1888. Solo nel 1924 arriverà in Italia sull’isola di Brioni (oggi appartenente alla Croazia) in cui viene fondato il primo circolo italiano.
L’abilità dei giocatori è valutata in base al loro handicap: si parte da –2 per i principianti per arrivare a 10. La somma degli handicap dei giocatori fornisce il valore della squadra: se tra le èquipe c’è una marcata differenza, quella più debole gode di un vantaggio in termini di goal.
Il terreno di gioco è lungo 275 metri e largo180; le porte sono costituite da due pali di vimini flessibili:si rompono in caso di impatto con le zampe del cavallo, posti ad una distanza di 7,30 metri l’uno dall’altro, mentre la palla, di legno o in plastica dura, ha un diametro compreso tra i 78 e i 90 millimetri e pesa da 120 a 135 grammi. La mazza (fatta di canna di bambù) è denominata stecca e la sua lunghezza dipende , tra l’altro, dall’altezza dei cavalli (chiamati pony nel gioco del polo), che sono molto veloci e scattanti.
Nelle squadre ai numeri sulle maglie corrisponde una posizione in campo: il numero 1 è l’attaccante più avanzato, il 2 la seconda punta, il 3 è il regista e il 4 è il difensore.
Una partita è divisa in tempi detti chukker o chukka. La durata e il numero di chukker in una partita è variabile: a seconda dei regolamenti, un chukker dura dai 7 ai 7 minuti e mezzo, e ne vengono giocati da quattro a otto in una partita. Tra un tempo e l’altro è previsto un intervallo di 3 minuti per abbeverare i cavalli e concedergli un riposo. Gli arbitri sono tre, due scendono in campo a cavallo, e l’altro fuori su una torretta interviene solo in caso di loro disaccordo.
Tutto ciò solo per soddisfare la vostra curiosità.
Rimane scontato che voi plebei continuerete a giocare a briscola e bocce.
Il gioco del polo, e tutto quello che ruota intorno, resterà per voi solo un sogno che mai vivrete.
Un affettuoso saluto.
WdM