Io nn seguo il calcio, ma nella tv terrestre nondanno più programmmi interessanti.
solo reality o fiction..
I films li hanno messi tutti sulla pay tv,
Purtroppo è così, da quando già dal 94 il nostro prestdente del consiglio è diiventato anche padrone della rai ha fatto in modo di mandare in onda tutta spazzatura soprattutto nelle reti rai in modo da privilegiare mediaset e le pay tv.
Infatti nessuno ha sostenuto il contrario; anzi, se guardi a metà di pag. 5 troverai riportato testualmente nel mio post:
"Si precisa inoltre che comunque la decisione di alzare le tasse a Sky è stata politica, come peraltro ammesso ieri dallo stesso titolare del Tesoro. Per noi che sia il 10 o il 20% è uguale, spiegano a Repubblica fonti Ue, l'importante è allinerare le aliquote tra Mediaset, Rai e Sky."
Quindi è vero, avrebbero potuto allineare tutto al ribasso al 10%;peccato che se avesse fatto così (a parte le minori entrate) ora vi stareste lamentando indignati per lo sconto di cui avrebbe goduto mediaset premium, per i milioni di € risparmiati da piersilvio e sottratti alle casse dello stato e per la decisione presa in evidente conflitto di interessi.
Allineare al 10 o al 20? Verso il basso sarebbe stata un’ipotesi “ tendenzialmente impraticabile” – ha confessato oggi Paolo Romani a margine dell'assemblea annuale delle Frt (Federazione Radio televisioni). Impraticabile “sul piano politico: immaginate cosa sarebbe accaduto se il governo Berlusconi avesse abbassato l'Iva per la pay per view di Mediaset”. Sia “sul piano economico: c’è crisi e necessità di reperire risorse”.
Cosa sarebbe accaduto invece se avesse allineato l’Iva della pay tv al 10 per cento? Dello tsunami politico inutile dissertare. Ma il governo avrebbe messo in conto anche una piccola debacle economica. Non solo non avrebbe potuto contare su 250 milioni di nuovo gettito dal fronte pay, ma avrebbe dovuto rinunciare anche ai 40 milioni d’Iva che nel 2008 hanno pagato i possessori di tesserine Mediaset.
il VELINO Agenzia Stampa Quotidiana Nazionale | Leggi l'articolo
Per quanto riguarda l'iva pagata da merdasetpremium ho trovato questo:
"Finora, spiega un analista, Mediaset ha pagato il 20% di Iva sulla pay per view legata ai singoli eventi (carte pre-pagate), mentre ha usufruito dell'agevolazione al 10% per gli abbonamenti.
Con il decreto anticrisi l'Iva sulla pay tv è stata portata al 20%, allineando così la tassazione per Sky Italia a quella delle altre tv."
Piersilvio Berlusconi: per Mediaset meglio Iva al 10%|Reuters.it
uao.Bè sn molto d'accordo sul fatto che quei 3-4 euro nn saranno così allarmanti x gli abbonati..ma credo più ke altro ke sia una questione di principio e correttezza.Anni dopo anni ci aumentano i canoni e di qsto passo nn oso immaginare le conseguenze.Nn credo sia una coincidenza il fatto ke SKY sia il principale "nemico" di Berlusconi e ke l'aumento vada a suo "favore"..credendo ke le xsn x qlk euro taglino l'abbonamento dell'unico strumento decente di intrattenimento (dp internet naturalm) qndi deduco ke sia un colpo basso da parte del presidente..Ma i cali nn saranno così enormi xkè siamo nel 2000 daii..mica 5 euro c'ammazzanoooo!!! Ma qsto nn toglie ke sia una vera stronzata xkè i soldi arricchiranno solo quei "politici bastardi" e noi rimaniamo sempre fott**iiii
Tranquilli tranquilli!! Non è conflitto di interessi
Che ingenuità.
tutto è conflitto di interessi con i nostri politici, ma qualcosa dovranno pur farla.
grillo e travaglio vi hanno fatto male, adesso vi credete tutti svegli e astuti xkè avete letto che berlusconi è amico di gelli, come se lo sapeste solo voi...
Berlu-Sky: la vera storia
di P. Gomez e M. Lillo
L’Iva agevolata sulla pay-tv? Un favore fatto a Berlusconi nel 1991 dal ministro socialista Rino Formica e dal governo Andreotti. E dietro lo sconto, secondo la Procura di Milano, c’era anche un tentativo di corruzione
«Ma quale conflitto di interessi. La sinistra ha concesso a Sky per i rapporti che aveva con quella televisione il privilegio del 10 per cento dell'Iva. Abbiamo tolto quei privilegi e abbiamo fatto ritornare l'Iva a Sky uguale a quella di tutti gli altri».
E' proprio questa la vera storia del trattamento fiscale agevolato per la pay tv? "L'espresso" ha fatto una piccola inchiesta per ricostruire la vicenda dello sconto dell'Iva a Telepiù, il primo nome della tv a pagamento che fu fondata dal gruppo Fininvest per essere ceduta prima a una cordata di imprenditori amici, poi ai francesi di Canal Plus e infine nel 2002 a Murdoch che la denominerà con il nome del suo gruppo: Sky.
Si scopre così che l'Iva agevolata sugli abbonamenti della pay-tv italiana è stata un trattamento di favore risalente al 1991 fatto dal ministero retto dal socialista Rino Formica e dal governo Andreotti a Silvio Berlusconi in persona. Non solo: dietro questo favore, secondo la Procura di Milano, c'era persino stato un tentativo di corruzione.
Nel 1997 Il pubblico ministero Margherita Taddei chiese il rinvio a giudizio per Berlusconi. Lo chiese anche sulla base di un fax che fu trovato durante una perquisizione. La missiva era opera di Salvatore Sciascia, allora manager Fininvest e oggi parlamentare del Pdl nonostante una condanna definitiva in un altro procedimento per le mazzette pagate dal gruppo alle Fiamme Gialle. Nel fax, diretto a Silvio Berlusconi, Sciascia chiedeva di spingere per far nominare alla Corte dei Conti il dirigente del ministero delle Finanze Ludovico Verzellesi, meritevole perché in precedenza si era speso per fare ottenere l'agevolazione dell'Iva al 4 per cento per Telepiù. In pratica, secondo la ricostruzione dei magistrati, la raccomandazione era il ringraziamento di Fininvest per il trattamento ricevuto.
Il fascicolo processuale però fu trasferito nella Capitale per competenza nel 1997. Nel 2000 il Gip Mulliri, su richiesta del procuratore di Roma Salvatore Vecchione e del pm Adelchi D'ippolito (oggi capo dell'ufficio legislativo del ministero dell'economia con Giulio Tremonti) archiviò tutto.Nessuna rilevanza penale, quindi. Ma restano i dati oggettivi sulla trattativa tra la Fininvest e il ministero per l'abbassamento dell'Iva sulla pay tv: dal 1991 al 1995 quando era controllata o partecipata dal gruppo Berlusconi, Telepiù ha goduto di un'aliquota pari al 4 per cento. Un'agevolazione che allora Berlusconi non considerava scandalosa. Mentre oggi definisce "un privilegio" l'aliquota più che doppia del 10 per cento.
L'innalzamento dal 4 all'attuale 10 per cento fu introdotto alla fine del 1995 nella legge finanziaria del Governo Dini. All'epoca i manager di Telepiù, scelti dal Cavaliere, salutarono così il provvedimento: «È l'ultimo atto di una campagna tesa a mettere in difficoltà la pay tv».
Il 25 ottobre del 1995, Mario Zanone Poma, (amministratore di Telepiù sin dalla sua fondazione) dichiarava alle agenzie di stampa: «L'innalzamento dell'aliquota Iva:
1) contraddice la sesta direttiva della Comunità Europea;
2) contraddice l'atteggiamento degli altri paesi europei verso aziende innovative quali le pay tv;
3) crea una grave discriminazione tra la pay-tv e il servizio televisivo pubblico».
In pratica il manager scelto da Berlusconi diceva le cose che oggi dicono gli uomini di Murdoch.
Effettivamente un ruolo dei comunisti ci fu. Ma a favore del Cavaliere.
Il Governo Dini voleva aumentare l'Iva fino al 19 per cento (come oggi vorrebbe fare Berlusconi) ma poi fu votato un emendamento di mediazione che fissò l'imposta al 10 per cento attuale. L'emendamento passò con il voto decisivo di Rifondazione Comunista: il suo leader dell'epoca, Fausto Bertinotti, in un ribaltamento dei ruoli che oggi appare surreale, fu duramente criticato dall'allora responsabile informazione del Pds (e attuale senatore del PD) Vincenzo Vita: «È squallido che Bertinotti abbia permesso un simile regalo a questo nuovo trust della comunicazione, figlio della Fininvest».(01 dicembre 2008)