ah quindi noi teniamo berlusconi perchè è il male minore?
beh oh, grande convinzione e fiducia che si ha nel proprio premier..
beh è pacificamente appurato che avesse in casa un boss mafioso (mangano).. quindi almeno tecnicamente ha avuto a che fare con la mafia
comunque noto una certa tendenza..
chi lo attacca e lo critica lo fa sulla base di dati, di fatti, di situazioni concrete.. è processato per mafia? sì. a me dà fastidio sapere che quello che mi dovrebbe rappresentare è processato per mafia! gli sponsor di tiger woods l'hanno lasciato a piedi perchè non volevano avere a che fare con uno che ha tradito la moglie (!!!), posso io, cittadino italiano, infastidirmi ad avere un premier pluri indagato e pluri processato?
dicevo, chi lo critica lo fa adducendo tesi e parlando di fatti (è un fatto che il suo braccio destro sia stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa..), chi lo difende che fa?
prima sparge l'aggettivo comunista un pò a random, che fa sempre folklore..
quindi adduce la tesi che "si ma senza di lui chi può governare?"
non pago dice "eh ma gli altri non sono meglio"
cavolo.. si dicesse "lo difendo perchè ha fatto questo, lo difendo perchè ha fatto quest'altro, perchè in questa occasione ha dato dimostrazione di difendere questi valori etc etc".. no!
la tesi è: senza berlusconi non c'è nessun altro che possa governare e gli altri non sono meglio (ma su quale base si dice ciò?)..
insomma, un pò come se io attaccassi berlusconi sulla base della mia convinzione che nascosto da qualche parte in italia ci sia un piccolo messia della democrazia italiana
mai una volta che si adducano FATTI a favore di berlusconi.. sempre le solite macchinazioni.. mah..una volta sono i giudici, poi è colpa dei comunisti, poi è colpa che non c'è alternativa.. mah..
quoto dalla prima all'ultima parola..
ma ti dico cosa faranno i Berlusconiani
1) si guarderanno bene dal rispondere/risponderanno tutta un'altra cosa,sia per imbarazzo,sia per palese impossibilità di addurre prove a loro favore
2) diranno che quando ha governato la Sinistra (Prodi?Rutelli?Sinistra?),fra l'altro 3 anni negli ultimi 20 anni,il paese è andato a rotoli (ovviamente sempre senza portare prove,ma ripetendo a pappagallo quello che sentono in tv) e che le pochissime pecche di questo governo sono "colpa del governo precedente di centro-sinistra"
3) diranno che se Berlusconi è stato eletto varie volte,vuol dire che tanto male non è (ovviamente dimenticandosi,o non sapendo,che controlla il 90% dei mass media italiani,fatto curioso se si pensa che tutta la tiritera ripetuta dai suoi elettori, sulla sua grandezza e sull'incompetenza dei suoi avversari, ha come fonte stranamente proprio quei mass media) e sopratutto ignorando che nel resto del mondo civile chi possiede mezzi di informazione di massa non può neanche candidarsi.
io opto per la prima!!!!!
dalle parole ai fatti altro che chiacchere da forum
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Maroni: "Nuove norme su cortei e siti"
Si parla di filtri alla navigazione web
Casini lo contesta: "No a provvedimenti illiberali, le leggi ci sono già"
Critici anche Gentiloni, De Magistris e "Fare Futuro"
ROMA - Giovedì il Consiglio dei ministri esaminerà nuove, più rigide norme sulle manifestazioni e su internet. Lo ha annunciato il ministro degli Interni Roberto Maroni, parlando di "misure più adeguate e urgenti" per cui è ipotizzabile che il governo agisca per decreto. Il titolare del Viminale ha anche fatto sapere che l'esecutivo sta valutando la possibilità di estendere alle dimostrazioni pubbliche le norme contro la violenza negli stadi.
Tra i provvedimenti in esame, a quanto è dato di sapere, ci sarebbero: l'attribuzione al Gip del compito di adottare provvedimenti cautelari quando si ravvisi l'urgenza di un intervento, sanzioni pecuniarie per chi commette in rete istigazione a delinquere e apologia di reato e persino il tentativo di rendere più difficoltosa la navigazione sul web verso quei siti che istigano alla violenza o fanno apologia di reato, attraverso una serie di filtri.
Nelle riunioni che si sono tenute per tutta la giornata al ministero, sempre secondo quanto si apprende, sarebbero state messe sul tavolo tutte le difficoltà di un intervento che andrebbe ad incidere, come ha ammesso lo stesso ministro, sulla libertà personale e sulla privacy dei cittadini, arrivando dunque alla conclusione che l'unica possibilità concreta è quella di cercare di rendere più difficoltosa la navigazione verso certi siti. Un procedimento simile a quello che si mette in atto per bloccare i siti con contenuti pedopornografici, anche se in questo caso, si fa notare, i 'paletti' sarebbero molto più blandi.
Resta il fatto che, dove i "filtri" già esistono (come in Cina, in Iran negli Emirati Arabi Uniti) la navigazione verso quei siti diventa impossibile. Nel caso di Facebook, ad esempio, per rendere irraggiungibile una singola pagina, si finirebbe per mettere off limits l'intero network. Chi ha sperimentato la navigazione su una rete dotata di filtri sa bene quanto questi meccanismi incidano sull'intera porzione di web interessata.
Quanto al ruolo del Gip, il suo intervento sarebbe ipotizzato nei casi in cui c'è la necessità di evitare che sul web si compiano attività di istigazione a delinquere e apologia di reato. L'informativa degli investigatori che monitorano costantemente la rete non arriverebbe più ai pm ma direttamente ad un giudice che, con un provvedimento motivato, ordinerebbe agli amministratori la chiusura del blog, del sito o del gruppo.
In caso di mancato rispetto dell'ordine, scatterebbe la sanzione. Per quanto riguarda i siti registrati all'estero, infine, si seguirà come ora la strada della rogatoria internazionale.
"Sono misure che stiamo valutando - ha detto Maroni in Transatlantico - per garantire ai cittadini e a chi ha compiti istituzionali di poter svolgere tranquillamente la propria azione". Ma il ministro non è sceso nei particolari: "Ho detto che sono allo studio misure ma non ho intenzione di dire quali: lo dirò prima al Consiglio dei Ministri, essendo misure delicate, che riguardano terreni delicati come la libertà di espressione sul web e quella di manifestazione, ancorchè in luoghi aperti, pubblici". Secondo Maroni è in ogni caso necessario "trovare un equilibrio tra la libertà di manifestazione del proprio pensiero in campagna elettorale e quella di manifestare la propria critica. Tutte queste sono norme che stiamo valutando, per vedere se servono e cosa serve alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni".
In precedenza, in un intervento alla Camera, Maroni aveva fatto riferimento alla polemica nata per la presenza in rete di siti inneggiati all'aggressore di Berlusconi: "Valuteremo soluzioni idonee da presentare al prossimo consiglio dei ministri" per consentire "l'oscuramento dei siti che diffondono messaggi di vera e propria istigazione a delinquere". E aveva aggiunto: "Nel rispetto di chi usa i social network con finalità pacifiche, il governo sta facendo approfondimenti tecnici per una legislazione per contrastare in modo più efficace episodi di violenza nelle manifestazioni pubbliche" nel rispetto delle norme vigenti e sulla "falsariga" di quelle adottate per prevenire la violenza negli stadi". Maroni ha detto di "accogliere l'invito del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, perchè si fermi la pericolosa esasperazione della polemica politica e si torni a un civile confronto tra le parti".
Le reazioni politiche. Nella discussione in aula la posizione di Maroni è stata contestata da Casini. "Guai a promuovere provvedimenti illiberali", ha affermato il leader dell'Udc: "Le leggi esistenti già consentono di punire le violazioni. Negli Usa Obama riceve intimidazioni continue su Internet, ma a nessuno viene in mente di censurare la Rete".
"Le norme attuali e l'azione della Polizia postale sono sufficienti per colpire i comportamenti criminali in rete. Non vorrei che in nome di questo obiettivo, il governo pensasse invece a norme che limitino la libertà di internet", afferma Paolo Gentiloni, presidente del forum Comunicazioni del Pd.
"Giù le mani dal web. Vanno perseguiti i reati non limitata la libertà", aggiunge Dario Franceschini in un messaggio su Twitter. Secondo l'europarlamentare dell'Idv Luigi De Magistris, "per fermare la violenza che corre su Internet, non c'è bisogno di nuove leggi, basterebbe applicare con rigore quelle già esistenti". Sulla stessa lunghezza d'onda Ffwebmagazine, il periodico online della Fondazione Farefuturo che invita il governo a non cedere "alla 'sindrome cinese', la tentazione della censura preventiva". (repubblica)
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e per consolare il povero silvietto pure
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Dirette televisive su internet
serve il via libera del governo
Il governo viene allo scoperto e conferma - con il viceministro Paolo Romani - che il Consiglio dei ministri di domani cambierà le regole della televisione italiana e anche di Internet. Il provvedimento è complesso, sconfinato: parliamo di 100 pagine fitte di articoli e commi.
Il provvedimento, una volta approvato dal governo, sarà subito operativo e non farà alcun passaggio in Parlamento per verifiche o correzioni. Si tratta di un decreto legislativo che gode di una corsia preferenziale assoluta.
Il provvedimento detta nuove regole per Internet; toglie risorse ai produttori tv italiani ed europei; limita la possibilità di Sky di trasmettere spot, come ieri Repubblica ha anticipato.
Anche la Rete, dunque, è oggetto delle attenzioni del governo. All'articolo 21, il decreto dice che il Garante delle Comunicazioni dovrà scrivere un regolamento sui servizi diffusi in "diretta continua su Internet" anche con la tecnica del livestreaming. Poi, sulla base di questo regolamento, il governo autorizzerà i servizi. Sembra di capire che dovranno ricevere una autorizzazione e l'iscrizione a un registro quei siti che vogliono trasmettere eventi, concerti, sport, manifestazioni in diretta via Internet. Vengono equiparati, dunque, a delle vere e proprie tv.
Cattive notizie anche per i produttori televisivi indipendenti. La legge attuale li protegge. Stabilisce che i network televisivi debbano trasmettere film o fiction recenti - prodotti in Italia o in Europa - per il 10% del tempo, soprattutto nelle fasce di maggiore ascolto. I network inoltre devono produrre o comprare opere recenti con il 10% dei loro introiti netti. Queste regole servono a proteggere l'industria culturale italiane ed europea. Ma ora il governo - con il suo decreto - depotenzia molto queste misure di garanzia "dimostrando - accusano Vita del Pd e Giulietti del Gruppo Misto - una discreta cecità".
Il decreto autorizza, poi, il product placement anche alla tv: i concorrenti del "Grande Fratello" mangeranno in cucine di cui si vedrà la marca, per fare solo un esempio. E poi c'è la pubblicità. Oggi Sky può trasmettere spot per il 18% di ogni ora, proprio come Canale 5 o La7. Il governo abbasserà questo tetto al 12%.
Questa specifica norma preoccupa anche gli editori che forniscono propri canali alla pay-tv. La Fox, che assicura a Sky 12 canali tra i più visti sul satellite, ricorda di essere presente in 90 Paesi al mondo: in nessuno di questi, sono in vigore tetti pubblicitari come quelli immaginati dal governo italiano. Oggi Fox impiega 250 persone in Italia. Alcune di queste dovranno andare a casa se il decreto del governo entrerà in vigore così com'è. Si fa viva, poi, l'Associazione delle Televisioni Digitali Indipendenti, che assicurano a Sky altri 50 canali. Francesco Nespega, il presidente, sottolinea che il governo toglie ossigeno ai canali indipendenti nel pieno di una delle più gravi crisi economiche.
"E' Natale - nota invece il deputato del Pd, Paolo Gentiloni - e a Natale il governo vara sempre una riforma della tv sfruttando la disattenzione generale: nel 2003, salvò Rete4 dal trasferimento sul satellite; oggi prende di mira Sky. E lo fa usando lo strumento del decreto senza alcun confronto parlamentare". Roberto Rao (Udc) si chiede come mai il governo rinunci a battaglie ben più serie, "come il recupero dell'evasione del canone Rai", mentre Pancho Pardi (Idv) collega le leggi salva-premier sulla giustizia a quelle salva-Mediaset, sulla televisione. (repubblica)
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come vede il silvio con l'incidente ci guadagna pure
Se si candiderà la Meloni, voterò lei...Altrimenti possono anche scordarselo il mio voto ormai