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Il governo Berlusconi

  1. #4591
    Tyler Durden
    Uomo 37 anni
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    Sono dell'idea che se il governo dovesse cadere a breve sarebbe una sciagura per tutti gli avversari di Mister B. visto che il PDL+Lega vincerebbero le elezioni a mani basse per abbandono da parte dell'opposizione.
    eh invece se non cade.. xD


  2. #4592
    Vivo su FdT Rocknrolf
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    eh invece se non cade.. xD
    Se non dovesse cadere magari in 2 anni e mezzo il PD per magia diventa un partito e le mille correnti si mettono finalmente d'accordo e Bersani la smette di dire stronzate e di mettere quei manifesti inguardabili e il partito tira fuori un programma elettorale serio e condivisibile e non fanno alleanze improbabili solo per raccattare voti e poi c'era la marmotta che confezionava la cioccolata.

  3. #4593
    Bushi yasha
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    Sono dell'idea che se il governo dovesse cadere a breve sarebbe una sciagura per tutti gli avversari di Mister B. visto che il PDL+Lega vincerebbero le elezioni a mani basse per abbandono da parte dell'opposizione.

    condivido la tua disamina

  4. #4594
    Bushi yasha
    Uomo 43 anni da L'Aquila
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    L'ira di Bossi: pronti all'esecutivo tecnico
    "Il governo non può telefonare alla polizia"


    «Dobbiamo prepararci. Il governo tecnico è alle porte. E noi andremo all'opposizione. Per certi versi è pure un bene». La sua analisi è spietata. E non lascia spazio a vie di fuga. Fini valuta la rottura col Pdl, ma vuole arrivarci sulla giustizia e non sul Rubygate

    di CLAUDIO TITO



    EPPURE il quadro dipinto ieri da Umberto Bossi ha colto di sorpresa pochi dei membri della segreteria della Lega riunita d'emergenza ieri a Via Bellerio. Il braccio di ferro ininterrotto con Gianfranco Fini, gli esodi che stanno travagliando il Pdl e ora lo shock del «Rubygate» stanno facendo crollare le azioni del quarto esecutivo Berlusconi.

    Tutti fattori che l'istinto politico del Senatur ha captato con nettezza. Infatti, davanti ad un centrodestra che un "colonnello" berlusconiano definisce «sfinito e depresso», si sta facendo sempre più largo la tentazione del blitz, della spallata al governo. Nelle ultime 48 ore, i contatti tra il segretario del Pd Bersani, il leader Udc Casini, il presidente della Camera Fini e il capogruppo democratico Franceschini si sono via via intensificati.

    Soprattutto si è accelerato il pressing sul capo di Futuro e Libertà. Che mai come in questo momento ha iniziato concretamente a valutare l'idea di «rompere». Nei colloqui che Fini ha avuto con i vertici del suo movimento e con i rappresentanti dell'opposizione, ha fatto capire che stavolta «qualcosa è cambiato». «Ma il campo su cui far cadere il governo - è il suo ragionamento - non può essere quello delle compagnie femminili del premier». Il «Rubygate», insomma, non può essere l'appiglio per disarcionare il Cavaliere. I finiani, semmai, ora alzeranno il tiro su due fronti: la giustizia (lo stesso Fini ha dato il primo segnale ieri), e su «l'abuso di potere».

    Il percorso, dunque, non è più quello fissato fino alla scorsa settimana. Non si tratta di aspettare le amministrative di primavera per «cuocere» il presidente del consiglio. Perché, come Casini ha fatto notare ai suoi interlocutori prima di partire per gli Stati uniti, «Berlusconi non sarà mai più così debole». Una debolezza non solo politica ma connessa al «malessere» dei vertici dell'Amministrazione pubblica, alla «freddezza» di ampi settori della Confindustria e alla distanza che le gerarchie ecclesiastiche hanno frapposto tra Palazzo Chigi e Oltretevere. Una considerazione che ha colpito non poco il presidente della Camera. E che sta corroborando le riflessioni di Bersani e Franceschini.

    Non a caso l'opzione di presentare nei prossimi giorni una mozione di sfiducia sul caso «Ruby» per coinvolgere subito i finiani è stata accantonata. Sia il segretario Pd che il capogruppo hanno recepito il messaggio dei finiani: «non potete pretendere di farci votare la sfiducia su una cosa del genere». Ma sul resto la tensione verrà subito alzata. Nel Pdl poi è ormai scattata la sindrome del «si salvi chi può».

    Molti dei «maggiorenti» del Popolo delle libertà hanno cominciato a parlare con franchezza persino con gli uomini del centrosinistra: «Così non si va avanti, non abbiamo più un leader. Forse è addirittura meglio che facciate un governo tecnico». L'esodo verso Fli e Udc è senza sosta, in modo particolare a livello locale. E intanto il presidente del consiglio si sente sempre più «accerchiato» e sospetta l'esistenza di un piano per «screditarmi a livello internazionale».

    Per non parlare della crudezza con cui ieri Bossi ha parlato di Berlusconi e della sua coalizione. Con i big lumbard è stato pesantissimo nei confronti dell'inquilino di Palazzo Chigi anche in riferimento alla vicenda «Ruby». «Ma come gli viene in mente di chiamare la Questura. Un uomo del governo non può farlo, è a dir poco inopportuno. Questa è una cosa che danneggia noi. Ci fa perdere voti, soprattutto a Milano. Come lo spieghiamo?». E ancora: «Il redde rationem sarà a gennaio. Prepariamoci, Silvio cadrà e noi andremo all'opposizione. E ci resteremo. Qualcuno mi dice di un governo Tremonti, ma non esiste. Noi stiamo con Silvio. Tanto il governo tecnico dura comunque poco. Poi si torna al voto. E tutto sommato, prima delle urne, se stiamo un po' all'opposizione ci fa bene. Ci rigenererà».

    L'obiettivo leghista è far arrivare la legislatura almeno fino a febbraio, quando scadranno i termini per i pareri da formulare ai decreti sul federalismo. Scaduti quei termini, i decreti entreranno in vigore. «A noi basta», ha ripetuto il Senatur. Che nel frattempo ha aperto di fatto la campagna elettorale. Il prossimo 20 novembre, infatti, si riunirà il «Parlamento del nord» che giaceva in sonno da anni: «Lì inizieremo a rullare i tamburi».

    Una situazione senza vie di fuga di cui il Cavaliere ora inizia a preoccuparsi. «Al consiglio europeo - si è sfogato ieri con i fedelissimi - si parlava solo di quella Ruby. Avevano tutti in mano il New York Times. Ma se arriviamo a dicembre, il governo tecnico se lo scordano». Con l'ultimo scandalo, però, si è riaperto anche il fronte della Chiesa. Gianni Letta è dovuto correre ai ripari. Ha obbligato il premier a partecipare lunedì prossimo ad un meeting sulla famiglia organizzato da Carlo Giovanardi e a prevedere una manovrina a dicembre per finanziarie le scuole cattoliche. Il tutto mentre giovedì scorso si verificava un'assoluta novità per il centrosinistra. Quasi l'intero stato maggiore democratico (ad eccezione di Bersani) è stato ricevuto da Mons. Fisichella e da Josè Martins, ex prefetto della Congregazione per la santificazione. D'Alema, Franceschini, Finocchiaro hanno conversato per quasi un'ora con i due prelati. Segno che davvero nelle sale ovattate del Vaticano qualcosa è cambiato.


    (30 ottobre 2010)


    L'ira di Bossi: pronti all'esecutivo tecnico "Il governo non può telefonare alla polizia" - Repubblica.it





    io credo che la storia di Ruby e della telefonata in questura non c'entrino poi molto...


    Lega e Pdl non si sono mai amati....Bossi si sarà rotto le palle che tutte le energie del governo sono indirizzate a tentare di varare leggi che salvino il culo a Berlusconi, a discapito del federalismo, unico punto che teneva i padani legati ai berlusconiani....


    la cosa veramente triste, però, è che Berlusconi cade a picco nei sondaggi..e il Pd non sale....fosse stato un paese con una sinistra anche solo lontanamente seria, adesso quest'ultima avrebbe il 40% dei consensi


    PD

  5. #4595
    Can che dorme Wolverine
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    Non c'è che dire, Berlusconi è diventato un maestro nel farsi del male da solo e nel complicarsi la vita da sè...

    Dovrebbe vendere il Milan e diventare interista, almeno troverebbe gente con queste sue stesse tendenze

  6. #4596
    Tyler Durden
    Uomo 37 anni
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    a come si fa a dare consenso al pd?
    cioè che roba è il pd?
    io il nome di 5 esponenti che non siano quelli super blasonati del pd così adesso a menadito non saprei dirli..

  7. #4597
    Killing loneliness... learch
    Uomo 37 anni da Venezia
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    Questa del libretto non l'avevo mai sentita!

  8. #4598
    Zeitgeist
    Utente cancellato

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    Sono anche io orgoglioso di questo premier in versione pedofilo-buonsamaritano.

  9. #4599
    Bushi yasha
    Uomo 43 anni da L'Aquila
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    “Stupidità”, “abuso di potere”, “casini”
    Da Libero e il Giornale rasoiate e ironia su B.


    “Stupidità sconcertante”, “abuso di potere”, “casini autoprocurati e non complotti”. Insomma, “il Cavaliere si dia una calmata”. Firmato Belpietro, Veneziani, Facci, Feltri.

    L’emorragia di consensi e la solitudine sempre più marcata di Silvio Berlusconi è tutta qui, nelle parole scritte oggi da giornalisti e opinionisti storicamente pronti a difendere il Capo e a contrattaccare con tutte le armi. Oggi, invece, non è andata così: è tutto un susseguirsi di critiche. E le prime pagine di oggi di Libero e Il Giornale spiegano addirittura meglio delle inchieste giornalistiche e giudiziarie il guaio politico in cui si è cacciato il premier.

    Gli schiaffi più forti arrivano da Libero, con Filippo Facci che, nella sua rubrica in prima pagina, non usa giri di parole: “Non si può campare pensando sempre che gli altri sono peggio, che i giudici sono comunisti e che Fini è un traditore: anche se ci fosse del vero in tutto quanto. Non si può passar la vita a difendere il privato di Berlusconi se poi Berlusconi non fa niente per difendere dal suo privato noi”. L’opinionista di Libero non si limita a prendere le distanze dal premier sull’ormai famosa notte del 27 maggio (“Se di notte il premier non telefona a Obama ma a Nicole Minetti, e se la liberazione di una cubista marocchina è divenuta la missione più rilevante della nostra politica estera, la colpa non è mia”), ma tira in ballo con un’ironia velenosa anche l’assenza di dirigenti di peso nel Pdl: “Se dietro Berlusconi non c’è un partito ma c’è solo lui, oltre a una serie di soldatini imbarazzanti, la colpa forse è addirittura sua”.

    Stupisce anche il tono tutt’altro che accomodante con cui il direttore Maurizio Belpietro tenta la difesa d’ufficio del premier, sostenendo la tesi che “il reato di abuso di ufficio non esiste nel codice penale del nostro Paese”, quindi Berlusconi non è perseguibile (“Esisteva fino a qualche anno fa l’abuso d’ufficio”, continua Belpietro, “ma per fare un piacere a Prodi è stato modificato”). La sostanza politica dell’articolo è, però, ben chiara. E durissima nelle parole scelte: “La stupidità sconcertante – scrive Belpietro – con cui, la sera del 27 maggio, il presidente del Consiglio si è infilato nel pasticcio di Ruby, è una questione che peserà sulla sua immagine e sul suo consenso”. Non è abbastanza chiaro? Ecco un passaggio ancora più diretto: “Per come la vediamo noi, a differenza delle volte scorse, il Cavaliere è messo male e rischia davvero di lasciarci le penne”.

    Se Libero usa parole pesanti, allineandosi nell’analisi ai tanto odiati quotidiani “di sinistra”, il Giornale di via Negri non è da meno. E affronta il problema, pur sempre in chiave difensiva, ma senza risparmiare critiche. Sotto al titolo “Un’altra escort, che barba”, il foglio diretto da Alessandro Sallusti pubblica un doppio editoriale: “Le mi perplessità sul premier” di Marcello Veneziani e “Le mie perplessità sugli altri” di Vittorio Feltri. Nel primo, l’intelletturale di destra si interroga: “Ma si può far cadere un governo sul bunga bunga?” La risposta è sostanzialmente no, ma il commento sulla condotta di Berlusconi è comunque durissimo: “E’ brutto che un presidente del Consiglio frequenti una ragazza di 17 anni e che la frequenti magari negli stessi luoghi in cui incontra leader politici e uomini di Stato”. Non è tutto, perché Veneziani attacca il premier proprio sulle parole usate nell’autodifesa: “Non si può chiamare aiuto umanitario il sostegno a un’escort alle prese con la polizia. Questo è anche un abuso di potere”. E ancora: “Avremmo voluto un profilo più rigoroso, uno stile di vita più sobrio ed un senso dello Stato, della Nazione e una sensibilità storica e culturale che non vediamo”.

    Di tutt’altro tenore l’articolo di Vittorio Feltri, che se la prende con i perbenisti e con gli “argomenti da Inquisizione” usati dall’opposizione, ma chiude con un avvertimento: “D’accordo che la sinistra specula. D’accordo che vi è un palese accanimento giudiziario contro di lui, ma il Cavaliere si dia una calmata. Non si può andare avanti così, che barba”. Ancora più esplicita la chiusura di Feltri: “Berlusconi si persuada: le idee correnti sono pericolose perché vengono dal popolo, e lui è solo al popolo che deve i voti. In politica occorre adattarsi al sentimento comune, anche se non lo si condivide”.

    Previsioni catastrofiche per il governo anche da parte de Il Tempo, quotidiano romano che esprime posizioni vicinissime alla maggioranza. Il direttore Mario Sechi sceglie il titolo “Sta per arrivare il botto”. E traccia una road map in sette punti che parte con “Silvio Berlusconi che sarà indagato alla procura di Milano per la vicenda della telefonata in questura” e, passando per Fli e la Lega che spingono verso la crisi, arriva a Napolitano che apre un giro di consultazioni con tutte le forze politiche. “Ordinate i popcorn e state incollati alla poltrona, nel Palazzo sta per saltare tutto”.


    Il Fatto Quotidiano » Media & regime » “Stupidità”, “abuso di potere”, “casini”Da Libero e il Giornale rasoiate e ironia su B.


    ormai è sempre più solo
    passi per Fini
    passi per la Lega
    passi per la confindustria
    passi per il mondo cattolico
    passi per l'opinione pubblica internazionale

    ma quando anche i giornali che lo osannavano e difendevano a qualunque costo fino a 2 giorni fa lo lasciano solo, vuol dire che l'incantesimo ventennale di Berlusconi ha esaurito il suo effetto.


    ironia della sorte...2 novembre,il giorno dei morti, possiamo praticamente considerare morto il Berlusconismo...


    chi resterà insieme a lui fino alla fine?
    Bondi?
    Cicchitto?
    Bonaiuti?
    chi di quell'armata brancaleone di soldatini imbarazzanti?

  10. #4600
    Can che dorme Wolverine
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    Ha decisamente agito MOLTO male con la Ruby-Karima-Rubacuori-e-soprattutto-Rubacazzi.

    Critiche sacrosante, e prendo nota con soddisfazione che anche giornali tradizionalmente più vicini a lui abbiano saputo dire ciò che c'era da dire

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