Beh ai tempi avevo 10 anni e probabilmente non ci sarei potuto andare se non accompagnato dai genitori al revival di woodstock.
Diatribe o no questa che esprimiamo noi USHER e' la vera essenza del '68 noi la condividiamo altri no.. ma come si dice: " A ciascuno il suo" e ci mancherebbe altro...
Il Festival del Parco Lambro venne organizzato dalla rivista di controcultura Re Nudo con l’appoggio di alcune organizzazioni politiche tra le quali il Partito Radicale, Lotta Continua, IV Internazionale, Falce Martello, e le riviste A rivista anarchica, Umanità Nova e Rosso (rivista dell’Autonomia Operaia).
La parte musicale (la più cospicua) del Festival fece in generale riferimento alla produzione e agli artisti delle piccole etichette indipendenti (Ultima Spiaggia, Cramps, Intingo e altre). L’unica star internazionale presente fu Don Cherry. Le grandi multinazionali del disco non furono minimamente coinvolte. La registrazione dei concerti tenuti al palco centrale venne curata dall’etichetta indipendente Laboratorio che contribuì alle spese con £. 2.000.000 e poi pubblicò l’L.P. “Parco Lambro” con alcune registrazioni dal vivo. Tutti i musicisti intervennero a titolo gratuito. Venne garantito un rimborso spese ai musicisti non legati a case discografiche.
Contributi al Festival vennero dagli stand alimentari che versavano £. 150.000 al giorno
(quelli macrobiotici 50.000). Due gli stand di Lotta Continua, uno a testa di Falce Martello, Anarchici e Autonomia operaia. Totale del contributo: £. 4.000.000.
Fotografi, giornalisti, piccoli commercianti, cineoperatori e il secondo canale TV presente per un reportage , contribuirono per £. 1.440.000.
Infine le tessere d’ingresso al Parco ( vendute al prezzo lordo di £. 1.000, da cui detrarre il 19% per la SIAE e il 45% per le organizzazioni politiche) portarono un “guadagno” di 12.690.000 (28.200 tessere vendute contro una partecipazione di più di centomila persone al giorno, dunque entrarono quasi tutti gratis).
I danni maggiori furono : anzitutto il saccheggio degli stand e del furgone della carne congelata affittato dalla Motta ( la scritta Motta ingannò molti dei saccheggiatori che diedero l’assalto ai polli congelati senza supporre che il furgone era solo noleggiato, ma c’è da dire che al saccheggio parteciparono assurdamente persino alcuni membri del servizio d’ordine riconducibili a Re Nudo, tutti perfettamente a conoscenza del fatto che il furgone era stato noleggiato dall’organizzazione stessa del Festival). Da solo, questo assalto procurò quasi sei milioni di danni. Da aggiungere al bilancio negativo: otto microfoni rubati, una centralina scomparsa, due colonne di casse di amplificazione scassate. Il Festival si concluse con un passivo contabile di £. 6.700.000 che Re Nudo tentò di ripianare con una sottoscrizione. Queste cifre di per sé chiariscono che il Festival fu auto-organizzato e auto-sabotato.
E veniamo ai fatti che suscitarono e aggravarono la tensione:
Il Comune di Milano, che aveva concesso l’uso del Parco, negò l’allacciamento dell’acqua e non svolse il previsto servizio di pulizia (con conseguenze igieniche intuibili) e a un certo punto bloccò persino la fornitura elettrica causando una situazione di notevole rischio. Si dovette ricorrere al noleggio di generatori e ad allacciamenti di fortuna, compiuti in condizioni impossibili e sotto la pioggia battente. Più di centomila persone giunte fin dal primo pomeriggio dovettero attendere sotto l’acqua e tra i cavi sparsi che il concerto iniziasse ( iniziò con ore di ritardo e in condizioni precarie).
I gruppi politici che avevano aperto stand gastronomici (si fa per dire, si trattava di panini e bibite) a scopo di autofinanziamento, non avevano previsto un simile afflusso di pubblico e applicarono spontaneamente la nota legge di mercato della domanda e dell’offerta, rincarando i prezzi (una lattina di birra 350 lire) e causando manifesto malcontento. Lo stesso fece il responsabile della vendita dei polli per recuperare le perdite subite durante il primo giorno per il cattivo funzionamento dell’impianto frigorifero (con conseguente carne da buttare). Frange di militanti appartenenti agli stessi gruppi che avevano provocato l’incazzatura generale, organizzarono azioni di “esproprio” all’interno e all’esterno del parco. Tra queste, oltre all’assalto al furgone della carne, la totale distruzione dello stand del Fuori (il collettivo omosessuale, di nulla colpevole), l’assalto al chiosco ristorante “La Capanna dello Zio Tom”, cioè una concessione privata presente da prima del Festival nel parco, l’occupazione del vicino Istituto Molinari per trascorrere la notte (unica azione comprensibile e giustificabile, data la pioggia e l’invivibilità del parco), e il tentato esproprio del Supermercato di via Feltre, respinto da furenti cariche della polizia che minacciarono di trascinare il conflitto all’interno del parco tra le migliaia di persone lì radunate al solo scopo di ascoltare musica.
L’assemblea organizzata spontaneamente per discutere dell’accaduto e salvare (o affossare definitivamente) la Festa, cominciò sul prato laterale riservato alla musica acustica, agli spettacoli teatrali, ai massaggi e alla meditazione. Si trasferì poi sul palco centrale ( una grossa struttura modello Woodstock) per coinvolgere un maggior numero di persone, ma poco più di mille lo seguirono fino alla fine. Anche tra questi, tuttavia, la stragrande maggioranza votò sempre per alzata di mano la ripresa dei concerti.
La stampa cittadina seguì con un interesse abbastanza tiepido le giornate del Festival, neppure si sottolinearono molto gli incidenti. Si erano svolte da poco le elezioni che avevano visto una notevole affermazione del Partito Comunista e una buona tenuta della Democrazia Cristiana. Era difficile assicurare una maggioranza parlamentare stabile. La situazione d’incertezza suggerì alla stampa grande prudenza. Incredibilmente fu Variety (la nota rivista americana di spettacolo) a dedicare la sua prima pagina al Festival. Sotto il titolo “ITALIAN RADICALS TERRORIZE FESTS” l’articolo aveva gran cura di distinguere tra le feste di massa organizzate dalla sinistra ufficiale e la politicizzazione estrema imposta dai gruppi extraparlamentari o meglio dalle loro frange più “esagitate” ai concerti pop-rock. In realtà non si trattò di questo: emersero con drammatica chiarezza al festival le divergenze di un movimento che fino ad allora si credeva unito, una generale impreparazione a gestire eventi di questa natura e la ben misera rappresentanza dei gruppi politici incapaci , pur nella sincerità dei loro intenti, di comprendere le esigenze e la natura stessa del cosiddetto “proletariato giovanile”.
PER SAPERNE DI PIU' DI UNO DEI PIU' IMPORTANTI FESTIVAL RIVOLUZIONARI TOUTCOURT
Ammetto di non essere preparatissimo sui fatti del 68,sto cercado di rimediare documentandomi.
Leggendo e partecipando a questo discorso si e' andata rafforzando la mia convinzione secondo la quale quale quegli anni hanno portato tante cose butte e poche cose belle...
Pultroppo non e' un discorso puramente quantitativo,ma anche qualitativo.
Ora non mi mettero' a ri-elencare quanto gia' stato detto da me e da altri,ognuno leggendo potra' farsi una sua opinione personale.
E' cosi' ragazzi, ogni cosa e' fatta di lati positivi e lati negativi bisogna considerarla nella sua globalita'.
Spero che il mio invito alla riflessione non sia stato banale,e bon.
Chiacchierate bene, vi avrei voluto vedere a vivere negli anni '60!
Mi sembrate quegli ambientalisti che non vogliono le centrali elettriche ma che mentre protestano non sanno rinunciare all'automobile, al telefonino, e ai 3000 apparati elettrici che usano quotidianamente...
caro abel balbo,
siamo figli del nostro tempo ma allinearsi ad un ideologia cosi' interessante come quella professata nel '68 non e' mica reato. Magari senza telefonino e pochi soldi in tasca si stava meglio... i miei lo sanno quanti sacrifici si dovevano fare, e pure mio padre sessantottino convinto, figlio di autista e di casalinga si e' laureato in ingegneria nucleare ( DRAMMATICO... MI DIRETE VOI...) ma sono i contrsensi della vita..., il suo budget mensile era di 7500 lire ( l'equivalente di 150 EURO) a distanza di 800 Km da casa... ce l'ha fatta e ora si gode la pensione...
NOI UN PO' NELLA BAMBAGIA VIVIAMO, DIREI...
Forse non mi sono espresso bene.
Io sono un estimatore del '68. Nel mio intervento ero ironico su quanti in questa sede lo stanno denigrando, invitandoli a provare a immaginare come sarebbe il loro stile di vita se il '68 non ci fosse stato, ovvero a immaginarsi calati in una realtà pre-sessantottina.
Come dire, facile criticare (chiacchierare è il termine che ho usato io) quando, come affermi tu, si vive nella bambagia.
Ciao!