Milano, 1 mar. Trenta tonnellate di acciaio inossidabile radioattivo importate dalla Cina sono state sequestrate dai carabinieri del nucleo di tutela dell' ambiente.
Il materiale, insieme ad altre 350 tonnellate inerti, è giunto mesi fa nel porto mercantile di Spezia, proveniente dal più grande impianto siderurgico al mondo di proprietà della società cinese Tysco, destinato a importanti società italiane che lo ha lavorato e messo in commercio.
Il nome delle fonderie italiane che lo hanno trattato non è stato reso noto.
Trattandosi di materiale semilavorato e non di rottame metallico destinato agli altiforni, la legge non prevede che sia sottoposto a preventivi controlli radiometrici prima di essere sdoganato.
Successive verifiche sugli scarti di lavorazione, hanno permesso di scoprire la contaminazione da cobalto 60 dei laminati destinati alle diverse produzioni industriali (camini, serbatoi, pulegge, tramogge, cappe e ciminiere). La contaminazione, secondo gli investigatori, è probabilmente dovuta alla accidentale fusione durante il ciclo di lavoro di una sorgente radioattiva “orfana”. Così sono definite le sorgenti radioattive che sfuggono dal controllo delle autorità.
L'Italia è il secondo Paese in Europa, dopo la Germania, per lavorazione di rottami metallici importati.
Con ogni probabilità l'impianto cinese produttore ha fuso una o più sorgenti radioattive di cobalto 60 le cui caratteristiche chimico-fisiche lo portano a legarsi perfettamente con il metallo fuso rendendolo radioattivo.
Parte del materiale, dopo essere stato lavorato, è stato di nuovo esportato e si troverebbe ora in Croazia, Turchia, Egitto, Polonia e Kazachistan.
"Si esclude – sostengono i carabinieri - in modo assoluto che esso sia stato impiegato nella realizzazione di oggetti destinati all'uso domestico (pentole, posate, reti di letti, lavabi) o di largo impiego come auto o elettrodomestici. Il pronto recupero dell'acciaio radioattivo, sia questo commercializzato che quello ancora in giacenza consentono di escludere ipotesi di danni per la salute dei lavoratori, della popolazione e dell'ambiente".
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Il cobalto-60 (Co-60 o 60Co) è un metallo radioattivo usato nella radioterapia, e produce raggi gamma con energia di 1.17MeV e 1.33 MeV. Una normale sorgente 60Co ha un diametro di circa 2 cm e produce un cono di radiazione circondato da una zona di penombra. Il cobalto metallico ha la pessima proprietà di produrre una finissima polvere, causando problemi di protezione dalle radiazioni.
Le sorgenti 60Co hanno una vita utile di circa cinque anni, dopodiché non emettono più raggi gamma in quantità sufficiente: tuttavia restano comunque molto radioattive, ragione per cui in occidente l'uso delle macchine al cobalto è sempre più raro, preferendo usare acceleratori lineari di particelle.
Il 60Co, radioattivo, è un potente emettitore di raggi gamma, pertanto l'esposizione ad esso aumenta il rischio di cancro.
Ingerito, viene eliminato dai tessuti solo lentamente.
Il 60Co può prodursi in caso di conflitto nucleare a partire dal ferro e dagli isotopi stabili del cobalto per effetto dei neutroni emessi dagli ordigni. Esistono armi nucleari appositamente progettate per aumentare la quantità di 60Co dispersa nell'ambiente attraverso il fall-out.
da Wikipedia