E magari si fermano tanti giorni che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più il posto dove stai.
E magari si fermano tanti giorni che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più il posto dove stai.
Ripenso a tutte le volte che volevo urlare cosa sentivo, ma sono stato zitto per paura di non essere capito. Rimpiango gli obiettivi che ho abbandonato, perché il timore di fallire mi ha impedito di perseguirli. Questa vita è una puttana: ci sono dei momenti che ti lasciano l'amaro in bocca, e altri talmente belli da farti dimenticare quel retrogusto sgradevole che ha.
- C. Bukowski
Dove sono, non lo so, non lo saprò mai, nel silenzio non lo sai, devi andare avanti, anche se non posso avanzare, andrò.
Più del dolore temo la noia: quel misto di abitudine che spegne l’entusiasmo, e di stanchezza esistenziale che reprime ogni voglia.
La noia è quando pensi che non valga più la pena di rischiare, o che cambiare non serva a nulla. E' quando smetti di crederci.
La noia è quando l’amore non ti fa più sorridere, o tremare. E' quando nei colori del tramonto non avverti più stupore. Quando vedi un bambino e non hai bisogno di giocare. Quando il tempo scorre lento, ma non sai cosa aspettare.
La noia è quando ogni giorno è uguale.
La noia è quando smetti di sentire.
Più del dolore temo la noia. Perché, spesso, la vita può far male. Ma la noia di più... La noia sa essere letale.
Suonava Chopin tutte le sere e, quando girava le pagine, non guardava la musica. Conosceva i valzer più tristi a memoria. Erano quelli che sapeva meglio, e li suonava quando era ora di andare a letto, così addormentarsi era come perdersi in foreste autunnali dalle foglie dorate.
E' bello essere gay con il culo degli altri u.u
Quale tipo di tessuto si trova nella vagina, ragazzi?
Epitelio cilindrico ciliato!
Ragazzo, ricorda sempre: dove passa il treno, non cresce mai l'erba.
Avesse corpo la nostalgia per poterla spingere fuori dalla finestra.
— O. Elitis
"Eccomi qui, davanti a te" hai scritto.
Si.
Sai, a volte sono un po' lento a capire. A una prima lettura ho pensato che mi stessi offrendo i tuoi abiti per nascondere la mia nudità. Ma un'idea del genere non ti si addice, al contrario. Poi mi è sembrato un gesto di seduzione, originale, bizzarro, un po' ridicolo, e goffo: uno strip-tease verbale. E a poco a poco il tono della tua voce è cambiato.
Ecco una nudità, dici (o perlomeno, così lo interpreto ora), che non è come un coltello e non è come una ferita. Una nudità svelata e vulnerabile, un po' imbarazzata e pietosa. Esattamente come la tua. Guarda, dici, è un po' timorosa e cerca di celare i suoi difetti con tanti piccoli trucchi, a cui però è disposta a rinunciare, per chi vorrà guardarla con occhi indulgenti.
E fa uso di abiti (dici così?), di camicie, vestiti, reggiseni, cinture, così come gli esseri umani usano le parole, le "loro". Ma tu vieni, tocca, senti; è una nudità che può anche guarire.
Mia piccola Amélie, lei non ha le ossa di vetro. Lei può scontrarsi con la vita. Se lei si lascia scappare questa occasione con il tempo sarà il suo cuore che diventerà secco e fragile come il mio scheletro. Perciò si lanci, accidenti a lei!
Il favoloso mondo di Amélie