Libia, Gheddafi all’Europa: Senza di me sarete invasi da immigrati
Onu: Stop ad attacchi indiscriminati contro i civili. Attracca a Bengasi nave italiana "Libra" con aiuti umanitari
Roma, 7 mar (Il Velino) - Mettere fine agli attacchi “indiscriminati” contro i civili: lo chiede il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon. Intanto Gheddafi minaccia l’Europa: se cado, sarete invasi dagli immigrati. “Se si minaccia, se si cerca di destabilizzare, si arriverà alla confusione” e “migliaia di persone provenienti dalla Libia invaderanno l’Europa, senza nessuno che sia in grado di fermarle”, ha detto il colonnello dalle pagine del settimanale francese Le Journal du Dimanche. Il raìs libico – che in una trasmissione radiofonica, questa mattina, ha accusato la Francia di “ingerenza” - sostiene la tesi che i disordini siano da attribuire ad Al Qaeda che “ha dato istruzioni alle cellule dormienti perché tornassero a galla” e “hanno preso le armi terrorizzando la gente di Bengasi”. Il colonnello smentisce manifestazioni e spari sulla folla: “Non ho mai sparato sulla mia gente”. Poi aggiunge: “Qui il potere è in mano al popolo. Io non ho potere, sono solo un referente del popolo Oggi noi fronteggiamo Al Quaeda e siamo i soli a farlo e nessuno vuole aiutarci”.
La giornata di ieri – secondo quanto riportato dai media – è stata all’insegna degli scontri. Si parla di bombardamenti a Misurata, con 20 morti e un centinaio di feriti, e Ras Lanuf. Sono cifre non ufficiali, così come non ufficiali e contraddittorie sono le notizie che giungono sulla “liberazione” delle città della Cirenaica e della Tripolitania. Tripoli sarebbe saldamente in mano agli uomini del raìs. Nella capitale è stata organizzata una manifestazione a sostegno del colonnello Gheddafi per celebrare la “vittoria”. Per i media del regime l’esercito governativo avrebbe riconquistato Zawiya, Misurata, Ras Lanuf e Tobruk, ma gli insorti smentiscono: Zawiya e Ras Lanuf sono “liberate” e anche Misurata sarebbe ancora sotto il controllo degli oppositori del regime, anche se questi avrebbero perso terreno. Sulla crisi libica si è espresso anche il Papa: “Il mio accorato pensiero si dirige alla Libia, dove i recenti scontri hanno provocato numerose morti e una crescente crisi umanitaria. A tutte le vittime e a coloro che si trovano in situazioni angosciose assicuro la mia preghiera e la mia vicinanza, mentre invoco assistenza e soccorso per le popolazioni colpite”, ha detto Benedetto XVI nell’Angelus di ieri.
Sul fronte diplomatico si è registrata la cattura e poi il rilascio - da parte dei ribelli – di otto cittadini britannici. Si tratta di una missione diplomatica giunta nel Paese con l’obiettivo di contattare il Consiglio nazionale libico, che sabato scorso ha tenuto la sua prima riunione. Gli otto, secondo gli oppositori del regime sarebbero entrati in Libia in modo informale e senza accordi preventivi e sono stati rimpatriati. La Repubblica riferisce di una conferenza stampa del Cnl a Bengasi: “Il portavoce del Cnl sembra aprire al piano proposto dal presidente venezuelano Hugo Chavez, per una missione di pace che medi tra parti. Proposta che nei giorni scorsi sembrava essere stata respinta dagli insorti”. Nel Paese è giunta anche una missione della diplomazia Ue, con il compito di raccogliere informazioni sulla presenza di cittadini europei e lavoratori stranieri presenti nel Paese e su esigenze di tipo umanitario, ma non hanno potere negoziale. Intanto, questa mattina, la nave italiana “Libra”, ha attraccato nel porto libico di Bengasi, portando 25 tonnellate di aiuti umanitari (tende, coperte, kit medici, acqua e generi alimentari). Il segretario generale dell’Onu ha nominato un suo “inviato speciale” in Libia perché avvii “consultazioni urgenti” con le autorità per affrontare la situazione umanitaria. Intanto, a Washington sale l’allarme per il caro-petrolio e l’amministrazione Obama starebbe valutano l’ipotesi di attingere alle riserve.