Originariamente inviata da
.$pla$h.
Io, all'epoca, impiegai quasi sei mesi a trovare il coraggio di ammettere che non volevo più stare con lui.
Sei mesi in cui mi torturavo, cercando in tutti i modi di autoconvincermi che ero ancora innamorata, che mi batteva ancora il cuore.
Inutile.
Lo vedevo è mi dava fastidio anche che respirasse.
I suoi difetti, improvvisamente, sembravano amplificati.
Volevo cambiarlo, dalle scarpe al modo in cui viveva.
E ci ho provato imperterrita, per giorni e giorni, logorandomi.
Facendolo stare male, perchè, ovvio, si litigava ogni mezz'ora e lui, innamoratissimo, passata la tempesta, provava a diventare quello che volevo che fosse.
Povero Francesco.
La realtà è che quando ci si fidanza giovanissime, una "fine" del genere è quasi inevitabile.
Prima di tutto, si cresce.
Si cresce molto di più dai 14 ai 18 anni che non dai 20 ai 30, secondo me.
Ed è probabile che si acquisiscano stili di vita differenti, modi di vedere il mondo contrastanti.
E poi, subentrano le emozioni, le esperienze che ci si è negati.
La curiosità.
Perchè fidanzandoti a 14 anni ti ritrovi a 18 che hai avuto solo lui.
O quasi.
E tra la monotonia di una relazione quotidiana e la voglia di scoperta, leggittima alla tua età, tutto il resto del mondo inizi a vederlo brillare.
Va beh.
Mi sono dilungata in cose che magari neanche toccano questo singolo caso.
In sintesi.
Hai fatto bene.
Hai fatto bene a tagliare non appena ne hai preso coscienza.
E non sentirti in colpa.
Non appena sarà passata la tempesta, starete meglio così.
Una sola cosa.
Io, adesso come adesso, starei un pò da sola, invece che catapultarmi in un'altra storia.
Soprattutto perchè è una persona che conosci da tempo e quindi non penso che potresti viverla con leggerezza.
E con la giusta lucidità.
Scusate, oggi sono logorroica.