Di solito per me le cose che contano sono altre, soprattutto i valori di una persona. Intendo dire: per me puoi anche essere un premio Nobel, ma se ti comporti da stronzo non devi nemmeno avvicinarti a me.
Però sì, do molta importanza alla cosa. Molta più di un tempo. Per me è importante riuscire a fare discorsi intelligenti con la persona con cui sto, nominare un film o un libro e sapere che lui sa di cosa sto parlando. Una volta credevo fosse secondario. Poi mi sono accorta che da quello dipende gran parte della vita di coppia: discorso da fare, cose da fare insieme. È un aspetto che non sottovaluto affatto.
Poi, a prescindere da questo, la cultura (non l'erudizione, delle enciclopedie non saprei che farmene) in un uomo mi attrae moltissimo.
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
Se mi si permette:
Io mi sono ammazzata sui libri per laurearmi a 24 anni con 110 e lode. Non dico che passavo 10 ore al giorno sui libri, ma quasi. Ho sacrificato tanto. Però uscivo. Nei limiti delle mie possibilità di studentessa fuori sede, ma uscivo.
A un anno e mezzo dalla laurea vivo da sola, lavoro, mi mantengo da sola. Non ciancio dei miei morosi perché non sono il tipo (e perché non so che vuol dire "cianciare"). Nell'ultimo mese sono uscita quasi tutte le sere e ho fatto molte apericene. Mi piacciono le apericene e i locali carini. E amo lo shopping (ma in solitaria). Lo faccio più spesso perché per via dei sacrifici di cui sopra me lo posso permettere più spesso.
Io mi considero una persona normale. Tutto qui.
Non capisco perché questa distinzione così netta fra sfigati e non. Leggo, guardo film, mi interesso a moltissime cose. E faccio pure le apericene.
Il mondo non è bianco o nero.
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
Holly fa le apericene... No vabbè...
brava holly e ogni tanto una sana serata a base di alcool ci vuole nella vita se no che palle!
Mi annoio in ufficio e riuppo topic polverosi, non giudicatemi.
Come faceva notare @illusione ci sono persone che fuori dal loro campo d'interesse universitario (o lavorativo, una volta laureati) non sanno parlare d'altro, che sia per "ossessione" o per mancanza d'argomenti. Anche per me questo è decisamente più triste rispetto a una persona che non ha mai studiato, ma conosce tante cose. Perché s'informa, perché legge, perché viaggia, perché ascolta. Il mio ultimo ex non ha finito l'università perché non aveva voglia e voleva guadagnare; parlare con lui era stupendo perché sapeva tutto di tantissime cose diverse. Sapeva più di me, e io sto finendo la Magistrale e ho passato la mia vita a studiare come una schiava. E vi garantisco che m'interesso, leggo, chiedo, m'informo, ma lui era imbattibile. E' inutile passare anni e anni a studiare se poi la realtà non ti sfiora, perché o ti circondi di persone che hanno studiato quello che hai studiato tu, e allora andate giù di dialoghi sterili sui soliti argomenti in una sorta di bambagia, altrimenti devi conoscere altro, devi interessarti ad altro, devi aprire la mente e le orecchie. E' difficile, me ne rendo conto, perché se hai una passione o passi anni a dover studiare entro certe tempistiche determinati argomenti che sono legati tra di loro, hai poco tempo per approfondire altre cose che non c'entrano nulla o c'entrano poco. Magari lavori e studi allo stesso tempo, e quando torni a casa preferisci mangiarti un piatto di pasta in silenzio piuttosto che guardare il telegiornale, ci sta. Studiare come bestie ed essere colti non sono cose che si susseguono per forza; non studiare ed essere un ignorantello contadinotto fuori dal mondo, stessa cosa. Dipende dal contesto in cui una persona vive, da cosa trova stimolante, da come si approccia a ciò che lo circonda.
Mi riallaccio al discorsi di @Holly perché condivido anche quello: chi decide di andare a ballare, trombare, bere, fare aperitivi non ha niente in meno rispetto a chi non esce di casa se non per andare al cinema. Mi sento particolarmente colpita perché sento che un po' questo discorso mi riguarda (codona di paglia...). Si torna lì: dipende dalla persona. Io studio, leggo, guardo documentari, m'informo, faccio discorsi noiosissimi che a volte le mie amiche mi odiano, uso spesso parole fuori contesto come se stessi tenendo una conferenza e la reazione delle mie amiche è quella detta poco sopra, ma il venerdì vado a ballare e mi sbronzo. Trovo divertente la discoteca, scolarmi un Long Island ghiacciato, tornare alle 6 del mattino con sullo stomaco ancora il cheeseburger del paninaro sulla strada. Le cose possono combaciare.
Finito il pappone, io tengo molto alla cultura di una persona, ma soprattutto ai suoi interessi. Più cresco e più senza rendermene conto trovo queste cose interessanti, laddove prima neanche ci pensavo. Se incontro un ragazzo con cui posso parlare di letteratura, è una cosa fantastica. Se ci posso parlare di tutto, perché lui è al corrente e sa, è una cosa ancora più figa. Se questa persona ha tanti interessi, magari diversi dai miei, raggiungiamo il top del top.