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Alitalia che fine farà?

  1. #41
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
    Iscrizione: 6/12/2005
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    Quote Originariamente inviata da darkness creature Visualizza il messaggio
    Sulla seconda parte.....è possibile, effettivamente.

    Sulla prima parte invece non concordo.....considerando i RIPETUTI ricorsi di AirOne, sicuramente è davvero interessata, quindi è una stronzata da parte del governo impedirle di conoscere i bilanci ed estrometterla dalla trattativa, per motivi che manco io riesco ad immaginare ma che di sicuro non saranno validi.....

    Mi sembra di rivedere al contrario la vendita di Alfa Romeo alla Fiat, di fronte ad una Ford che invece fece un'offerta MOLTO più vantaggiosa ed era molto più solida
    Purtroppo possiamo parlare di quest'argomento per ipotesi, senza sapere, nessuno di noi, come stanno effettivamente le cose. Proprio per questo però, dobbiamo fare ipotesi che abbiano una certa logica.

    Nell'esempio che hai citato, di alfa-fiat-ford, la logica era di voler lasciare un marchio italiano in Italia e a una famiglia di investitori mafiosi quali gli Agnelli (non mi dite che non sono mafiosi, visto come è stato gestito per volontà loro il trasporto pubblico in Italia dal dopoguerra a oggi!).

    Nel caso Alitalia-Airone-AirFrance non esiste nemmeno questa logica, essendo Airone eventualmente il marchio italiano che tutti vorremmo.
    Quel che mi viene da pensare è che Airone si volesse beare proprio della sua italianità per pretendere contributi statali a fondo perduto. Cosa che con AirFrance non sarebbe. Non vedo altre ipotesi logiche.


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  3. #42
    Mai più senza FdT lakeofire
    Uomo 39 anni
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    E' innegabile che la vendita/sventita è stata gestita in maniera contorta/sbagliata e non trasparente.

    Basta guardare l'ultimo diverbio tra i ministri Bianchi/Schioppino e la Bonino.
    Cioè ci sono i soldi per arrivare a fine anno o no???? Sembra che non lo sappia nessuno.

    Cmq ritornando ai vostri post se i conti fossero pubblici si sarebbe capito mooolto chiaramente se AirOne,Banca Intesa o qualsiasi altro gruppo fosse interessato o no

    E' inutile ribadire che avere una compagnia di bandiera per l'Italia non è cosa da poco o da sottovalure (e non menziono i vari problemi delle tratte, ecc...)

  4. #43
    Vivo su FdT
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    Come ha detto saggiamente oggi Bossi, gli imprenditori (in special modo quelli italiani) investono solomente dove il guadagno è sicuro, costante e duraturo. E di certo non lo è il campo dell'aviazione.
    Detto questo, ahime, credo che difficilmente possa esistere una cordata italiana, e che molto probabilmente alitalia verrà svenduta ai francesi, con tutti i danni che ne seguiranno, in particolare per malpensa.

  5. #44
    Overdose da FdT
    Uomo
    Iscrizione: 29/9/2004
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    gli annunci di berslusconi speculano sulla pelle dei lavoratori ora vedete come è facile fare i proclami o pontificare sulla pelle altrui, finche questo succede qui su fuori di testa pazienza, piu di tanto come danno non fanno , ma quando si specula sualla vita dei lavoratori per interessi politici elettorali e darsi una parvenza di moralisti bhe.....questo fa molto riflettere..
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    sindacati: «Ci hanno lasciati soli, si sono dimenticati di noi»
    Malpensa, tra i dipendenti Sea "a rischio" Tra le avveniristiche strutture dell'hub il morale dei lavoratori è a terra. C'è la consapevolezza dell'imminente declino


    AEROPORTO DI MALPENSA (Varese) – Novecento lavoratori a tempo indeterminato in cassa integrazione; altri cinquecento, tra interinali e contratti a termine, che restano direttamente a casa; 891 voli settimanali cancellati. Il «de-hubbing» dell'aeroporto di Malpensa, ovvero il ridimensionamento dello scalo a seguito della decisione di Alitalia di spostare a Fiumicino la quasi totalità dei propri voli si realizzerà ufficialmente a partire dal 31 marzo. Ma la smobilitazione della compagnia di bandiera – e la conseguente riduzione del personale dello scalo – è di fatto già cominciata: il 24 marzo almeno 100 addetti ai servizi di terra (operazioni sui piazzali e carico e scarico bagagli) non hanno visto il rinnovo del contratto a tempo determinato. Tra le avveniristiche strutture dell'hub lombardo il morale dei lavoratori è a terra. C'è la consapevolezza dell'imminente declino e sui volti di quanti avevano legato presente e futuro lavorativo al sogno della Grande Malpensa è dipinta la delusione. Le trattative romane tra i sindacati confederali e il vertice di Air France-Klm sono avvertite come un'eco lontana, perché comunque vadano le cose c'è l'impressione che il loro destino sia ormai segnato. Perlomeno fino a che la Sea non riuscirà a trovare altre compagnie pronte a rimpiazzare gli spazi e gli slot lasciati liberi dalla compagnia di bandiera. Ma questo è un discorso a medio e lungo termine, mentre il ridimensionamento è già dietro l'angolo.

    DESTINO SEGNATO - «Ci hanno lasciati soli, si sono dimenticati di noi – commenta amaramente Ezio Colombo, segretario territoriale della Fit-Cgil -. Purtroppo la testa di Alitalia è a Roma mentre il braccio è qui a Milano. A questo punto occorre separare i destini della compagnia da quelli di Malpensa, rinegoziando gli accordi bilaterali e rassegnando gli slot. Un riassestamento del genere richiede tempo, ma ce la si può fare: in due o tre anni questo aeroporto può tornare ad essere competitivo». Mentre i segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil cercano di strappare ulteriori garanzie sugli esuberi al presidente del colosso franco-olandese, Jean Cyril Spinetta, a livello territoriale i rappresentanti dei lavoratori guardano già oltre il tormentone "Alitalia sì, Alitalia no": l'abbandono della compagnia di bandiera qui è già una realtà di fatto e la volontà è quella di lavorare per riuscire in tempi ragionevoli a reintegrare il personale che dalla prossima settimana si ritroverà inattivo. La cassa integrazione sarà di tipo «solidale», a rotazione tra tutti i lavoratori Sea dei diversi reparti. Ma tra i dipendenti è forte la delusione e si recrimina sugli errori commessi in passato.

    FOSSILIZZAZIONE - «Sarebbe stato meglio aprirsi anche su altre compagnie senza fossilizzarsi solo su Alitalia – dice Donatella Pastorello, rappresentante sindacale dei dipendenti Sea -. Non c'è stata una strategia territoriale a protezione di Malpensa, abbiamo subito anche la concorrenza di Linate e Orio al Serio. C'è stata una grande dispersione e questa oggi è la situazione». «In Italia ci sono un centinaio di aeroporti – aggiunge Marco Giuseppe Zaragarrì, rappresentante sindacale della Uil -, mentre in Francia ce ne sono solo trenta. Oltretutto, nel caso di Malpensa, c'è anche il rammarico per la scelta di puntare tutto su Alitalia lasciandosi sfuggire l'occasione di incrementare la presenza di compagnie come la British Airways e Iberia, che pure avevano mostrato interesse per rafforzare la loro presenza in questo scalo». Ad Alitalia viene poi imputato il fatto di avere operato a Milano con personale di bordo che aveva in realtà la propria base a Roma. «Parliamo di circa 1.200 addetti – fa notare ancora Colombo – che hanno comportato maggiori costi alla compagnia per circa 200 milioni di euro all'anno». Nelle grandi hall di Malpensa la desolazione è palpabile. La scritta "closed" campeggia sui monitor di molti banchi del check in e il numero già ridotto di viaggiatori (nei giorni scorsi sono stati cancellati altri due voli, per Cracovia e Timisoara) fa sembrare l'aeroporto ancora più grande e vuoto di quanto sia realmente. «E il peggio deve ancora arrivare – commenta sconsolato uno degli addetti alla registrazione dei passeggeri -. Da lunedì ci sarà il deserto, quello vero».
    (2) lo sfogo dei dipendenti sea «Figli, mutuo: come si fa a tirare avanti?»
    «Su Malpensa abbiamo investito anni della nostra vita e veniamo ripagati così. I politici pensano a Fiumicino»
    AEROPORTO DI MALPENSA (Varese) – «La verità? È che nella cintura non ho più un buco da stringere. Con una moglie senza un posto fisso, due figli, un mutuo da 800 euro per la casa e uno stipendio che ora è di 1.500 euro ma che con la cassa integrazione diventerà di 1.300. Non so davvero come farò ad andare avanti». Giuseppe ha 50 anni e all'aeroporto ci lavora dal 1989. È uno tra i più anziani dei lavoratori dei check in e la sua amarezza rappresenta il dramma che in tanti a Malpensa stanno vivendo da queste ore. «E non è solo un nostro problema, ma anche di tutti quelli che lavorano nell'indotto. Siamo in diecimila in questa situazione. Su Malpensa abbiamo investito anni della nostra vita e oggi veniamo ripagati così. I politici si preoccupano solo di Fiumicino». La sua non è una voce isolata. «Ci hanno abbandonati – dice un'altra addetta alla registrazione dei passeggeri – abbiamo dei figli, dei mutui e degli affitti da pagare. Nessuno di noi chiede la luna ma solo di andare avanti con dignità».

    APPRENDISTATO - Il problema è, se possibile, ancora più grave per chi non ha un'assunzione a tempo indeterminato e non avrà la tutela della cassa integrazione. Come nel caso di Monica e Cinzia, 23 e 24 anni, che dal 2006 si occupano di sicurezza e controllo dei passeggeri lavorando per un'azienda legata a Sea ma con solo un contratto di apprendistato. «Abbiamo paura – dicono -. Viviamo con terrore il cambiamento che ci sarà dal primo aprile. Abbiamo iniziato a guardarci attorno, ma in questa zona c'è poco lavoro. Pensavamo che lavorare qui potesse garantirci un futuro. Invece, in questa situazione, non sappiamo se il nostro contratto, che scadrà nel 2009, potrà essere rinnovato». «Nessuno ci dice niente – raccontano anche Cristina Beneduce, 40 anni, e Concetta Cavalieri, addette alle pulizie di bordo – fino ad ora solo voci di corridoio e nessun preavviso».
    GLI STRANIERI - Mahmood Tarik, 31 anni, pachistano, è addetto al carico e scarico delle merci e lavora a Malpensa dal 2005. Ha un contratto da lavoratore interinale che gli veniva rinnovato dalla Adecco. Con il depotenziamento dello scalo si ritroverà a spasso. «Tre giorni fa ci hanno chiamati e ci hanno detto che il 31 marzo dovremo riconsegnare il tesserino. Siamo un centinaio in questa situazione, quasi tutti stranieri in regola». «È una brutta faccenda – aggiunge Kumar Vishal, 33 anni, indiano – ma la nostra anima non ci permette di piangere». Tarik è un grande lavoratore, lui lo sa e ne va orgoglioso: «Ho lavorato senza sosta per dieci ore al giorno, per 27 giorni al mese, saltando anche i turni di riposo. Speravo di essere riconfermato. Invece mi ritrovo senza nulla. Con il mio stipendio mantenevo quattro figli in Pakistan, come farò ora?».
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    Cordata italiana, un coro di smentite
    Berlusconi: erano solo supposizioni
    «La Stampa» cita Eni, Benetton, Ligresti e Mediobanca. Ma il Cavaliere frena. Veltroni: «No a turbative»

    (Ansa)
    MILANO - Ancora dichiarazioni e smentite sul caso Alitalia, e una denuncia proposta da Di Pietro per turbativa di mercato, mentre la procura di Roma sta monitorando gli avvenimenti. La Stampa aveva riportato in prima pagina un virgolettato del Cavaliere: «Ligresti, Benetton, naturalmente Mediobanca. E ce ne sono molti altri, come l'Eni che ha tante risorse». Aziende e banche che venivano indicati come i nomi italiani che dovevano prendere parte alla cordata per non far cadere Alitalia nella mani di Air France-Klm dopo che mercoledì il leader del Pdl aveva annunciato che la cordata sarebbe stata resa nota «a giorni».
    «I FRANCESI SONO NOSTRI CONCORRENTI» - «Pensavo che la trattativa in cui si è impegnato il governo portasse a una fusione con Air France, tipo quello che è avvenuto con la Klm. Pensavo che si creasse un polo franco-italiano, ma questa è un'acquisizione e basta, e io non ci sto», ha detto il Cavaliere nell'intervista alla Stampa. «Come facciamo a dare la nostra compagnia di bandiera ai francesi che sono forti nei nostri stessi settori: dal turismo alle opere d'arte, alla moda. È una follia», aveva aggiunto Berlusconi.
    IL DIETROFRONT DEL CAVALIERE - Berlusconi però il giorno dopo, incassate le smentite dell'Eni prima e di Mediobanca faceva retromarcia. L'articolo di prima pagina della Stampa? Invenzioni giornalistiche. «I nomi che sono apparsi sui giornali sono indiscrezioni o supposizioni da parte giornalistica» spiegava ancora il Cavaliere.
    MEDIOBANCA ED ENI SMENTISCONO - Del resto sembrava non poter fare altro dopo che prima Mediobanca per bocca di un portavoce «Non c'è allo studio alcuna ipotesi di cordata nè di ingresso nel capitale di Alitalia» e poi l'Eni per bocca dell'amministratore delegato Paolo Scaroni «Alitalia non è oggi nell'agenda di Eni» smentivano ogni possibile intreressamento all'acquisizione della compagnia aerea.
    NESSUN COMMENTO - Benetton e Ligresti invece non avevano commentato le indiscrezioni attribuite a Berlusconi uscite sulla Stampa.
    DENUNCIA - «L'Italia dei valori presenterà una denuncia alla procura della Repubblica al fine di accertare se vi siano gli estremi di reato nelle dichiarazioni di Berlusconi sul caso Alitalia». Lo ha annunciato il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro. Per il ministro la procura dovrà valutare «se tali dichiarazioni abbiano prodotto alterazioni o turbato il mercato, visto che un giorno sì e l'altro pure ha fatto credere che vi fosse una cordata pronta a rilevare la compagnia di bandiera. Se vi siano stati, quindi reati di aggiotaggio e/o insider trading». La procura di Roma, riportano ambienti giudiziari, sta seguendo con attenzione le indiscrezioni sulla trattativa per la cessione di Alitalia e la loro possibile incidenza sulle oscillazioni del titolo. La procura non ha ancora aperto alcun fascicolo di indagine al riguardo, ma è pronta a valutare il materiale che dovesse emergere nell'ipotesi di un'istruttoria da parte delle autorità di vigilanza.
    PALAZZO CHIGI - E le supposte affermazioni di Berlusconi provocavano anche la reazione infastidita di Palazzo Chigi: «Il governo non può commentare annunci sui giornali, non si è mai visto che si commentino annunci sui giornali. Il governo non può commentare, commenterà, semmai, quando e se si manifesterà una offerta concreta da parte di imprenditori».
    VELTRONI - Ma la risposta più dura a Berlusconi arrivava dal leader del Pd Walter Veltroni: «Di quattro nomi annunciati da un uomo politico per la cordata, due hanno già smentito. Questo è un tema su cui non si possono inventare battute, affermazioni non sostenute dalla realtà, perché pensate che difficoltà si può creare sulla trattativa con le turbative di certe affermazioni».
    LA CONTROREPLICA DI BERLUSCONI - Le parole di Veltroni scatenavano la reazione di Berlusconi che interveniva nuovamente sulla vicenda. «Io non ho inventato nulla, io non ho mai fatto nomi» spiegava Berlusconi.
    BORSA - Intanto dopo l'apertura della Borsa valori di Milano, il titolo Alitalia è rimasto sospeso a lungo per eccesso di rialzo. Alla fine il titolo ha chiuso e contrattazioni a 0,64 euro, con una valorizzazione del 10,86% sulla chiusura di mercoledì.
    CONSOB - Da segnalare poi l'intervento della Consob che ha dichiarato di aver messo in atto un «attento monitoraggio» della situazione Alitalia e di aver effettuato quelli che ambienti della Commissione definiscono «interventi di competenza».

    corriere della sera
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    Ultima modifica di Usher; 27/3/2008 alle 17:03

  6. #45
    Mai più senza FdT lakeofire
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    Continuate pure a dire su a Berlusconi intanto con la sua uscita la compagni afrancese ha voluto ritrattare e ripresenterà l'offerta. Almeno lo prendiamo meno nel culo si a a livello finanziare che a livello di personale in esubero.

    Dite pure su a Berlusconi

    Poi vedremo se la cordata di materializzaerà o no

  7. #46
    Lo_Zio
    Utente bannato

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    In effetti non vedo su cosa si possa criticare berlusconi in questo caso...

  8. #47
    Mai più senza FdT lakeofire
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    articolo

    AirFrance rompe le trattative.

    Chissà se è un bene o un male

  9. #48
    Assuefatto da FdT
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    Quote Originariamente inviata da lakeofire Visualizza il messaggio
    articolo

    AirFrance rompe le trattative.

    Chissà se è un bene o un male
    è un bene fidati!!!

  10. #49
    0 1 1 2 3 5 8 13 21 34 55 Killuminato
    Uomo 42 anni da Modena
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    Piaciuto: 187 volte

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    il mio pensiero è sempre lo stesso. nessuno la compra, dichiarerà fallimento e noi pagheremo i disoccupati

  11. #50
    Vivo su FdT
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    Quote Originariamente inviata da killuminato Visualizza il messaggio
    il mio pensiero è sempre lo stesso. nessuno la compra, dichiarerà fallimento e noi pagheremo i disoccupati
    facilissimo che andrà così.

    a meno che esista davvero una cordata italiana, cosa di cui dubito.

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