La stampa internazionale ironizza sull'accoglienza fredda degli Obama al premier italiano
"La first lady non voleva farsi riprendere in un abbraccio con lui"
"Michelle tiene lontano Berlusconi"
La foto del G20 fa il giro del mondo
Economist sul conflitto tra il Cavaliere e Fini: "Il Sultano ha poca pazienza verso il Vizir"
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
L'incontro tra Berlusconi e gli Obama a Pittsburgh
LONDRA - Si dice che un'immagine vale più di mille parole, e il detto trova conferma nell'attenzione che la stampa internazionale dedica oggi alla
sequenza fotografica dell'incontro tra Silvio Berlusconi e Michelle Obama nell'ambito del summit del G20 a Pittsburgh. I giornali stranieri sottolineano che mentre la first-lady americana ha baciato sulle guance tutti i leader delle maggiori poteenze mondiali, con il premier italiano si è limitata a una "apparentemente riluttante" stretta di mano, vedendo in questo una scelta ben precisa, quella di non farsi riprendere abbracciata all'uomo invischiato in uno scandalo a base di escort, la cui moglie, chiedendo il divorzio, lo ha definito come una persona "che frequenta minorenni". Non solo: i media esteri notano anche lo sguardo particolarmente serio di Barack Obama, che si trovava a metà strada fra Berlusconi e Michelle e dava l'impressione di "voler accelerare" il momento del formale saluto e spingere oltre il leader italiano.
"Berlusconi è in fondo alla lista dei baci di Michelle", titola il
Daily Telegraph di Londra, pubblicando l'intera sequenza fotografica e un ampio servizio a pagina 3. "Il premier italiano, noto per le sue gaffe e per essere un cacciatore di donne, si vede negare il bacio di benvenuto che la first-lady ha concesso agli altri leader del G20", recita il sottotitolo. "Mentre la signora Obama ha scambiato baci e abbracci con i Brown, i Sarkozy, i Medvedev e con Angela Merkel, ella è apparsa riluttante ad avvicinarsi troppo al signor Berlusconi", afferma l'articolo, ricordando che il premier italiano è giunto da solo al vertice perché la moglie ha chiesto il divorzio a causa degli scandali "con call-girls e modelle di biancheria intima" in cui lui è coinvolto. Il giornale rammenta anche che la propensione di Berlusconi per le gaffe ha colpito anche Barack Obama, "memorabilmente definito come giovane, bello e abbronzato" dal capo del governo italiano.
"Michelle deve avere deciso che se una donna doveva essere fotografata abbracciata a Berlusconi, non sarebbe stata lei", scrive il
Telegraph. "Una stretta di mano, impartita con la cautela di chi mette in bocca un topo morto a un coccodrillo, è tutto quello che il premier italiano ha ricevuto da lei, nonostante i suoi migliori sforzi di mettere in moto il suo charme". Il giornale nota che, nonostante Berlusconi abbia allargato le braccia in segno di ammirazione verso la first-lady, "un Obama dallo sguardo severo voleva chiaramente farlo proseguire oltre, sospingendolo con una serie di pacche sulle spalle".
Anche altri organi di stampa stranieri commentano la scena della stretta di mano. "Michelle Obama è sembrata voler tenere Berlusconi a distanza", scrive l'agenzia di stampa
Asian News International. "Berlusconi riceve solo una stretta di mano a distanza", scrive il quotidiano canadese
National Post. "Berlusconi non è riuscito a mantenere la sua eccitazione quando è apparsa la first-lady, ma tutto quello che ha ricevuto è stata un'occhiata di disapprovazione da suo marito (Barack Obama)", scrive il britannico
Daily Mirror. "Silvio Berlusconi innesca lo charme incontrando Michelle Obama, ma suo marito non sembra contento", scrive lo scozzese
Daily Record. "Un gesto esagerato e inappropriato", è la definizione scelta dallo spagnolo Abc riguardo al comportamento del premier italiano. E così via.
Sugli ultimi sviluppi del caso Berlusconi interviene anche il settimanale
Economist, con un articolo intitolato "Il sultano e il vizir": il primo sarebbe Berlusconi e il secondo Gianfranco Fini, protagonisti della recente tensione al vertice del Pdl e di una cena di tentata riappacificazione a casa di Gianni Letta. "Il primo ministro dirige quello che il politologo Giovanni Sartori ha definito un sultanato", scrive il settimanale, "e la pazienza dei sultani verso i vizir è limitata".
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