Per favorire la piccola iniziativa imprenditoriale, la legge italiana promuove la cooperazione con agevolazioni di vario tipo. Per esempio, se ci sono tre piccoli agricoltori che singolarmente non potrebbero permettersi un trattore, si mettono in cooperativa e lo comprano, e la loro società, appunto cooperativa, ha molte agevolazioni. Le Coop rosse, sono una sorta di multinazionale, hanno un giro di affari enorme, ma godono delle agevolazioni che in origine sarebbero riservate ai "piccoli" imprenditori. Il partiti della sinistra, PCI una volta, PDS adesso, hanno interessi molto forti in queste coop. Un ulteriore scandalo è che queste "piccole coop" protette dalla legge, si mettano a razzolare nella grande finanza, immischiandosi in banche, finanziarie, eccetera. Insomma sono la cosa più capitalista che esista, nel nome del popolo e contro i padroni. Non è illegale, attenzione, è immorale.
Le coop rosse, insieme ad altre organizzazioni (come l'Arci, per esempio), costituiscono un gruppo di potere e di relazioni dalle quali sono (garbatamente, per carità) esclusi quelli che non....vedono rosso. Questa rete può essere considerata apprimente dagli esclusi e vantaggiosa da chi ne fruisce. Questo é uno dei motivi per cui il voto di alcune regioni costituisce uno zoccolo duro difficile da scalfire, anche perché supportato da una ottima organizzazione elettorale che solo la Chiesa, quando voleva, riusciva a contrastare.
Le coop sono formate da tante aziende, piccole medie e grandi,( ad es.: produttori agricoli, caseari ecc.) che conferiscono i loro prodotti ad un distributore di riferimento( ad esempio Conad, Pam, Sisa ecc.).Per una legge dello stato le coop godono di importanti sgravi fiscali in quanto i loro prodotti dovrebbero, alla vendita, costare di meno. Questo in teoria, perchè in effetti se si va in un supermecato coop i prezzi sono superiori, o quantomeno non inferiori, che so di Auchan o di Carrefour che non sono coop. In realtà le cosiddette coop rosse introitano tanti ricavi che sono tassati un terzo in meno rispetto ai grandi magazzini che non fanno capo a cooperative di produttori. Da qui nasce "lo scandalo" perchè poi le coop sono talmente potenti finanziariamente che tentano di acquistare anche grosse banche.
L’Unipol è nella bufera. I suoi massimi dirigenti sono indagati per aggiotaggio con Giampiero Fiorani. Il piano per impossessarsi della BNL rischia di saltare, benché benedetto da Antonio Fazio, o forse proprio per questo.
Eppure si poteva capire da tempo che qualcosa girava storto nella compagnia d’assicurazioni delle cooperative rosse. Solo che quasi tutta la stampa italiana ha preso sotto gamba una vicenda che invece ha dell’incredibile.
Una vera vicenda "submarine".
Infatti nel 2002 l’Unipol aveva in cassa 408 miliardi di lire raccolti con due obbligazioni a tassi molto bassi, in gran parte addirittura al 2,25% annuo.
Perché decise di rimborsarle anticipatamente tre anni prima della scadenza? Bastava comprare titoli di Stato, allora al 4,65%, per guadagnare 27 miliardi di lire in tre anni, puliti puliti. Perché i dirigenti dell’Unipol diedero un calcio a tutti quei soldi?
Qualcuno, grazie a una soffiata, aveva comprato molti di quei titoli a 93 poco prima del rimborso a 100.
Ma questo si chiama insider trading ed è un reato.
Ovviamente sarà la Magistratura a stabilire se i colpevoli siano davvero Emilio Gnutti, Giovanni Consorte o altri. Il fatto inquietante è il rimborso stesso di quelle obbligazioni, dannoso per i soci dell’Unipol.
È come se il direttore di una banca prendesse dalla cassaforte mazzette di banconote e le gettasse dalla finestra. Certo che è peggio se, proprio in quel momento c’è un suo amico che passa lì sotto.
E comunque non va bene che butti via soldi di altri.
Ora l’Unipol ha chiesto e ottenuto dai suoi soci 2,59 miliardi di euro per scalare la Bnl.