Originariamente inviata da
Godel
Suppongo tu sia un non credente.. Quello che ho detto prima non c'entra molto con questo discorso, ma volendo riprendere ciò che dici, il mio ex professore di chimica - non credente - diceva che chi dice che si può credere solo in ciò che si tocca, dice una cavolata. E faceva l'esempio del fatto che tutti credono nell'esistenza di New York, ma pochi l'hanno visitata.
Quello che sembra un discorso scemo in realtà ha una logica inespugnabile, e se lui lo usava per dirci che nella chimica spesso molto di quello che accade ci sfugge, io posso usarlo altresì per dirti che di tutte le cose in cui credi, la fiducia incondizionata in una fede non è poi tanto strana rispetto a queste.
Tu crederai nell'evoluzione, ma non è una teoria scientifica come non è qualcosa di comprovato e di tangibile, eppure probabilmente basi molte delle tue convinzioni su questa teoria. Magari credi in un partito politico, in un ideale sociale, nell'affetto di qualcuno, in una teoria matematica; eppure la maggior parte di queste cose possono rivelarsi delle sciocchezze.
La fede in questo tipo di visione pratica non fa molta differenza. C'è chi si proclama ateo e crede che l'universo intero sia nato dal nulla, cosa ovviamente assurda ma comunque teoria che oggi è accettata ciecamente dai più; e c'è chi si proclama credente e crede in un entità soprannaturale creatrice, in un paradiso, nei santi negli angeli e così via, cose che magari a te sembrano assurde.
Il pensare che una visione di tipo religioso sia molto diverso ai fatti o per razionalità dal credere che degli amminoacidi formatisi per caso si siano uniti per caso in una proteina che a sua volta casualmente unendosi ad altre proteine ha formato il primo organismo procariote sul pianeta terra, indica semplicemente che la gente o non si preoccupa di indagare sulla propria conoscenza, oppure che tutti siamo credenti come dici tu, allo stesso modo. O meglio, quasi.
La nocività che vedi tu nelle convinzioni di chi crede infatti è frutto di un
' idea atea forviante, di cui non mi spiego l'esistenza, perchè a ben vedere, il credente ha tutto il diritto di credere in Dio come in Babbo Natale per fede, il non credente no. Il non credente dovrebbe credere come dici tu solo a ciò che tocca, ed in quest'ottica la miriade di cose che formano le convinzioni di molti non credenti, come l'idea di amore, alcuni valori della vita e della società, la stessa teoria dell'evoluzione, non hanno alcun senso.
Un ateo ad esempio, non ha nessuna argomentazione plausibile per opporsi ad una visione morale di tipo nietzscheano, anzi, dovrebbe desiderarla come il punto più alto possibile per un mondo privo di Dio. Eppure non mi sembra che gli atei siano a favore dell'uccisione di malati e vecchi come sono a favore del sesso prematrimoniale. Il problema è, come direbbe anche S@ve, che la nostra società è talmente intrisa di cattolicesimo che lo si rinnega prendendone tuttavia gran parte degli insegnamen
ti.
Il mio discorso comunque era incentrato su ben altre considerazioni: il credente non crede per conoscenza, crede per fede, cosa che sente intimamente come tu senti l'amore per la tua ragazza; e questo lo porta a legittimare le proprie convinzioni circa una vita dopo la morte, e circa un entità soprannaturale, senza dover dimostrare nulla e senza accampare diritti di scientificità.
Il credere non è solo fiducia in Dio, come la conoscenza di Dio non comporta il credere. Rispondendoti con le parole di Sant'Agostino, chi dice di conoscere Dio e non lo ama, non lo conosce affatto. E rifacendoci al cattolicesimo ed al messaggio cristiano, Dio è amore, credere significa amare Dio; il resto della conoscenza a suo carico può quasi essere superfluo.
Il cristiano che crede non può essere visto come un tizio che decide di dar fiducia al Papa o alle Scritture, o come uno che si è studiato la teologia ed ha deciso di credere, o come uno che ha paura della morte e decide di credere in modo da non abbattersi; il vero credente crede per ciò che sente dentro di sé. E ahimé, questo qualcosa è probabilmente incomprensibile per i non credenti, come è non trasmettibile ad altri; perchè come tu non puoi trasmettermi l'amore incondizionato che provi per la tua donna, come non puoi farmelo capire appieno dato che non lo provo, il credente non può trasmettere l'amore che prova per Dio ad altri in modo da far
gli credere a loro volta, e non può forse neanche farlo comprendere appieno al non credente.
Sono molto prolisso anch'io, e sono anche piuttosto svo
gliato nello scrivere
questi argomenti per me non hanno grande attrattiva qui, credo siano tutte cose piuttosto ovvie.