(Premetto che chi non ha tempo da perdere o pazienza, scappi!xD)
Tutto iniziò quando facevo 3° liceo.
Ero in una fase della serie "inizio quasi a notare che i miei si odiano" e mi facevo schifo visto alcuni kg in più che mi rendevano oscena agli occhi degli altri e ai miei.
-->Ma questo è quello che dopo ho elaborato, e non credo neanche siano stati fatti così significativi per quello che devo dire.....
Comunque, in quel periodo ero depressa, ma depressa all'interno, molto molto all'interno; uscivo con le mie amiche, frequentavo un ragazzo (molto religioso, che ora è tra i miei più cari amici) ma ero triste.
Mi sentivo spenta, non stimolata..... Vuota, senza obiettivi, senza futuro, senza senso.
A scuola tutto ok, in casa come sempre tempesta ma non ne risentivo poi così tanto, fuori tutto ok.
Non capivo. "Che succede?" pensavo ogni tanto tra me e me.
Un bel giorno, anche se avevo deciso di non andare a scuola, cambio idea e mi presento. La prof.ssa di religione annuncia che oggi ci sarà nella nostra classe un incontro con un prete molto giovane (33 anni tipo) che vuol raccontarci la sua esperienza.
Si presenta: Gabriele, laureato, ha avuto storie lunghe, stava per sposarsi...
Non aveva stimoli, si sentiva vuoto, si guardava allo specchio e rimaneva attonito perché non si riconosceva. (ricordo ancora le parole esatte .....)
Ha tanta rabbia dentro di sé, incredulità, odia i suoi genitori così religiosi, ha bisogno di risposte ecc ecc.
Fa un viaggio-ritrovo-ritiro spirituale. Scopre Dio. Molla tutto e si fa prete.
Com'è ovvio che sia quasi tutta la mia classe gli dà contro e inizia a infamarlo con frasi tipo "Dio non esiste perché c'è la guerra" blablabla.
Io sono così:
Zitta.
Muta.
Ha raccontato la mia vita.
Sono io.
Tutta.
Eccetto il finale, quella è la Vale.
"Che *****...." è quello che sussurro alla mia allora compagna di banco.
"Chi vuole un incontro con Don Gabriele può farlo presente a me" sorride la prof.ssa prima di andarsene.
Io corro.
Le vado incontro, le chiedo il numero, fissiamo un incontro per il sabato a venire.
Quel pomeriggio sono nervosa: "perché l'ho fatto?" penso. "Ho sbagliato."
Vado e lo vedo da lontano.
E' immerso tra suore e preti. xD
"E io??" penso. "Che c'incastro?!"
Mi saluta, si avvicina, mi ascolta: mi sfogo.
Gli dico tutto. Della mia espressione e della mia vita.
Lui mi consiglia un libro che ho letto in tipo 3 ore, mi parla e mi dà una serenità allucinante. (S'intitola "Sentirsi Amati". Stupendo.)
Da quel momento mi avvicino alla religione nonostante i miei non credano, i miei amici non credano e sia circondata da persone scettiche.
Prego ogni sera, ci parlo, mi sfogo, sto bene, sento che ho un senso.
Sento un aiuto dall'alto, se pur con qualche barlume di scetticismo.
Poi la crisi.
I miei arrivano ad un punto molto critico.
Io inizio a risentirne. Tanto. Troppo.
Cresce dentro di me la rabbia per mio padre, il nervoso.
Sto ancora più male. Tutto intorno a me cambia.
Mi sento schiacciata dalla mia stessa vita. (sì lo so sembro Emo -.-')
Iniziano le frasi che ho sempre odiato:
-perché se Dio esiste c'è la sofferenza?
-perché se Dio esiste c'è questo e quest'altro??
Che disperazione.
Spesso mi dico: ora rifletto, e cerco di recuperare la fede che è dentro di me.
Anche volendo però sono carica di persone pronte a deridere chi dimostra religiosità, quindi pur non volendolo finisco per fare battute che in fondo mi dispiacciono.
Se entro in una chiesa, solo l'odore mi fa star male: sento che sto facendo qualcosa di sbagliato a denigrarlo, non ve lo so spiegare......
Ho pure ripreso in mano il libro.....
Sento che sbaglio, ma se vedo il mondo sento che faccio bene.
Ma a malincuore.
Grazie per chi ha avuto la pazienza.