"Cos'è l' amore?"
"L' assenza totale di paura", disse il maestro.
"E cos'è che temiamo?"
"L'amore."
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Aveva il volto pallido e i capelli, i baffie la barbetta a punta erano striati di grigio. Guardava il mondo attraverso gli occhiali a pince-nez che teneva appoggiati sulla punta del naso con l'espressione di un cane randagio in cerca di cibo. Anche se non doveva avere più di cinquant'anni, a noi pareva che ne avesse ottanta.
Lo disprezzavamo perchè era buono, gentile e aveva addosso l'odore dei poveri - molto probabilmente il suo appartamento bicamere non era dotato di bagno - e anche perchè in autunno e nei lunghi mesi invernali indossava un abito lustro; verdastro e rappezzato (possedeva un'altro vestito, che portava in primavera e in estate). Lo trattavamo dall'alto in basso e, a volte, anche con crudeltà, la crudeltà codarda che i ragazzi in buona salute mostrano spesso nei confronti dei deboli, dei vecchi e degli indifesi.