"Felix non aveva amici!" disse, rimettendo la catena dentro la camicia e mostrandomi un dito minaccioso. " Soltanto persone a cui piaceva venire a divertirsi da lui a ballare alle sue feste. Va bene così! E gli facevo pure dei regali, un bel regalo per ogni compleanno! Ma amici, amici del cuore... Forse una sola donna in tutto il mondo, e per di più in segreto, senza che nessuno lo sapesse. Ecco."
"Eri sposato con lei?"
"Sposato? Per carità! Non sarebbe stato un bene nè per me nè per lei. Ma era una donna che amava davvero Felix...forse lo considerava una specie di cavaliere, una specie di Robin Hood, uno che rubava ai ricchi per dare ai poveri...e mi amava anche perchè ero fatto così, romantico, charmatico, audace...e anche perchè non ero come quegli intellettualoidi dei suoi amici. Io, infatti, non solo ero capace di dirle belle parole e declamare Shakespeare, ma bisticciavo anche, facevo a botte, tenevo una pistola. E sapevo mantenere i segreti. Fra tutti quelli che le ronzavano intorno come mosche, solo su Felix poteva sempre contare..."
Ascoltai. Gabi non mi aveva mai raccontato di quell'unico, grande amore della sua vita.
"...Mentre tutte le altre persone che erano intorno a Felix, lo facevano solo per divertirsi, spassarsela, ballare. Va bene così. Ascoltami. Ascolta un vecchio che ha già visto tutto e sa la verità: non conviene conoscere troppo intimamente il prossimo. Già. Se penetri troppo profondamente nell'animo degli altri, non riesci più a godere la compagnia, a ballare, a ridere e a dimenticare i guai, perchè nell'animo della gente trovi solo ferite su ferite, nero su nero, e allora perchè?"
(...)
"Sappi però che anche Felix, da parte sua, non ha bisogno di amici. Felix è una persona sola. Sta meglio da solo, e così non è nemmeno rimasto deluso quando alla fine la polizia l'ha beccato, e gli hanno fatto un grande processo, ed è finito sul giornale, e tutti a dire che Felix era una carogna internazionale, un supercriminale, tutti quei begli epiteti... (...) Considera questa cosa, prendila come lezione: tutte quelle persone che venivano ai miei ricevimenti, a mangiare il pane bianco del fornaio Giaffa, tutta quella gente che aveva ricevuto dei regali per il compleanno, tutti improvvisamente dimenticarono chi era questo Felix. (...)"
"E la donna?" chiesi. "La donna di cui dicevi? Quella che era davvero tua amica?"
"La donna..." Felix prese fiato e sospirò. "Solo lei è rimasta amica... ecco, faccio fatica a dirlo, anche se ormai sono passati tanti di quegli anni da quando è tutto finito... anche lei, la mia signora, non voleva più incontrarmi... diceva...fa troppo male, una ferita dopo l'altra..." (...)"Ed ecco il prezzo che ora Felix sta pagando. E' vecchio e solo. A volte pensa che forse proprio quelli che riescono a vivere dove c'è aria di chiuso, proprio quelli sono i più forti! Hanno la forza di sopportare, di fare per cinquant'anni lo stesso lavoro, e di rimanere sposati per cinquant'anni con la stessa moglie. Forse è proprio questa la vera forza! Chissà. Forse Felix è proprio il più debole di tutti. Il più viziato. Bisogna che tutto sia esattamente come vuole lui:viaggi, emozioni, soldi, storie. Cosa ne dici, bambino?"
Non sapevo cosa rispondere, ma per puro caso mi venne fuori questa bella frase: "Allora perchè nei libri si parla sempre di personaggi avventurosi?"
Felix mi sorrise riconoscente. "Sì...tu sei buono..."(...)"Dunque anche tu hai avuto la tua corrida, perchè la volevi, la desideravi come un sogno, vero? L'hai fatto per questo! Lo so! E anch'io mi sono creato un mondo tutto per me! Perchè la gente ricordasse che un tempo c'era stato qualcuno come...qualcuno come Felix...perchè nei luoghi dove Felix passava restasse ancora un pò di luce e la gente rimanesse un pò ebbra...sognando che il nostro mondo può essere migliore..."(...)"Osserva la gente quando si alza al mattino e va al lavoro con l'autobus: guardali, guardali bene in viso! Sono tristi, che facce lunghe, non un filo di allegria, di speranza. Vivono come morti! Mentre Felix, lui dice: si vive una volta sola! (...) Già prima di nascere restiamo al buio per un milione di anni, e poi dopo morti la stessa storia! Buio di qua, buio di là! La nostra vita non è altro che un piccolo intervallo - paffete! - fra una tenebra e l'altra!(...) Per questo Felix dice: se dunque non siamo altro che comparse sul palcoscenico, allora Felix vuole lo stettacolo più bello che si può! Uno spettacolo in cui le parti le scrive lui. Uno spettacolo con più luci possibile, e colori, orchestra, applausi. Un grande spettacolo: circo! Con una stella al centro, cioè io."
Grossman, Ci sono bambini a zigzag