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Virus HIV

  1. #61
    Matricola FdT
    55 anni
    Iscrizione: 11/9/2008
    Messaggi: 25
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    Il test

    Il test per l'HIV identifica gli anticorpi nel sangue. Il sistema immunitario produce questi anticorpi per combattere l'HIV, ma possono passare tre mesi dall'infezione prima che sia possibile evidenziarli. Durante questo "periodo finestra" avrai un test HIV negativo anche se sei infetto. I test HIV ELISA non sono efficaci per bambini nati da madri sieropositive.

    Un test positivo all'HIV non significa che hai l'AIDS. Se sei sieropositivo, puoi avere ulteriori informazioni sull'HIV e decidere come salvaguardare al tua salute.


    Il test per l'HIV identifica gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario come risposta alla presenza del virus nell'organismo. In questo caso gli anticorpi non impediscono al virus di replicarsi. Quindi non proteggono dalla progressione dell'infezione.

    Il sistema immunitario produce questi anticorpi per combattere l'HIV, ma possono passare tre mesi dall'infezione prima che sia possibile evidenziarli. Durante questo "periodo finestra" avrai un test HIV negativo anche se sei infetto. I test HIV ELISA non sono efficaci per bambini nati da madri sieropositive.

    Un test positivo all'HIV non significa che hai l'AIDS. Se sei sieropositivo, puoi avere ulteriori informazioni sull'HIV e decidere come salvaguardare al tua salute.


    1. Cos'é il test HIV?
    2. Cosa significa che il mio test è positivo?
    3. Quanto é preciso il test?
    4. Possibili cause di risultati non corretti
    5. Cosa significa periodo finestra?
    6. Quando una persona ha un comportamento a rischio, dopo quanto tempo deve eseguire il test HIV?
    7. Rischio reiterato
    8. Confezione HIV - HCV
    9. Quando fare il test: Uno, Tre o sei Mesi dopo il contatto a rischio?
    10. Esistono altri test per fare diagnosi di infezione da HIV?
    11. É utile fare il test HIV quando sono presenti dei sintomi?
    12. Posso avere il risultato del test in modo confidenziale?

    Cos'é il test HIV?

    Il test HIV accerta se sei stato o meno infettato dal virus HIV. Una persona reattiva al test HIV viene detta "sieropositiva".
    Il test HIV è un test sierologico immunoenzimatico (ELISA o MEIA): identifica gli anticorpi prodotti contro gli antigeni virali. Gli anticorpi sono proteine prodotte dal sistema immunitario per combattere una specifica infezione. Nel caso dell'infezione da HIV gli anticorpi non sono protettivi, cioè le persone che presentano anticorpi anti-HIV sono infette dal virus e possono potenzialmente trasmetterlo ad altri individui.
    L'essere sieropositivi non significa avere l'AIDS. La diagnosi di AIDS si basa infatti su parametri clinici e su esami per valutare quanto velocemente il virus si moltiplica (carica virale o viral load), o quanto il sistema immunitario è stato danneggiato (conta dei CD4 o tipizzazione linfocitaria).




    Cosa significa che il mio test è positivo?

    Un risultato positivo al test significa che hai gli anticorpi all'HIV e sei stato infettato dal virus.

    E' utile discutere il risultato del tuo test con un medico che ti dirà cosa puoi fare e ti farà sapere dove puoi ottenere cure mediche e supporto psicologico.
    II test positivo non significa che hai l'AIDS.

    Molte persone con il test positivo rimangono in buona salute per molti anni.

    Grazie alle terapie antiretrovirali è possibile evitare che una persona con infezione da HIV (sieropositiva) sviluppi l'AIDS. Inoltre la sopravvivenza e la qualità della vita delle persone sieropositive è notevolmente migliorata.

    Se il tuo test è negativo e non sei stato esposto all'HIV negli ultimi tre mesi, non sei infetto dal virus. Continua comunque a proteggerti dall'infezione HIV.




    Quanto é preciso il test?

    La sensibilità del test di screening all'HIV supera il 99,9%. Questo test è chiamato "EIA" o "ELISA".
    Prima che un risultato positivo di un test "ELISA" venga riferito all'interessato, il dato viene confermato con un altro test chiamato "WESTERN BLOT". Un test ELISA positivo, confermato da un Western Blot (WB) positivo esprime con certezza la presenza del virus nel sangue di un individuo.

    I risultati di un WB vengono interpretati come segue:

    - Negativo: nessuna reattività anticorpale (banda)
    - Positivo: reattività anticorpale alla gp120/160
    - Indeterminato: Presenza di qualsivoglia reattività anticorpale (banda) che non rientra nei criteri di definizione del positivo.
    (Eleftherios Mylonakis, Maria Paliou, Michelle Lally, Timothy P. Flanigan and Josiah D. Rich, Laboratory testing for infection with the human immunodeficiency virus: established and novel approaches. Am J Med 2000; 109:568).

    Esistono situazioni particolari in cui il test HIV può risultare falsamente negativo, cioè il soggetto è infetto ma il test rimane negativo, oppure in cui il test è falsamente positivo, cioè il soggetto non è infetto ma il test risulta positivo.

    La redazione di HelpAIDS ritiene di riportare queste circostanze specificando a priori che queste evenienze sono oggi clinicamente improbabili. In ogni caso appare necessario sottolineare che il risultato di ogni test andrebbe discusso con personale sanitario qualificato e contestualizzato nella situazione di rischio epidemiologico del soggetto esposto.




    Possibili cause di risultati non corretti

    Falsa negatività
    L'esito falsamente negativo dei risultati è dovuto principalmente all'esecuzione del test nel periodo finestra. La percentuale di risultati falsamente negativi varia da uno 0.3% nella popolazione ad alta prevalenza di infezione ad uno 0,001% nella popolazione a bassa prevalenza.

    - Periodo finestra: dopo l'avvenuta infezione da HIV, l'organismo impiega circa 10-14 giorni a formare gli anticorpi, identificati dal test ELISA. Alcune persone sieroconvertono solo dopo 3-4 settimane, ma virtualmente tutti i pazienti sieroconvertono dopo 3 mesi dall'infezione.
    - Sieroreversione: mentre in passato i vecchi test HIV potevano risultare negativi in alcuni soggetti in fase di malattia conclamata (AIDS), a causa della debolezza delle difese immunitarie, oggi con i nuovi test questo non accade.
    - Agammaglobulinemia: è una malattia molto rara e grave, la cui diagnosi è effettuata nell'infanzia, che determina un difetto nella produzione di anticorpi.
    - HIV1-N, HIV1-O, HIV2: in passato il test ELISA poteva non riconoscere i sottotipi O ed N: questi sottotipi sono ancora piuttosto rari, ma oggi identificati dai test ELISA di ultima generazione. Anche nel caso di HIV2, il test ELISA risulta essere in grado di determinarne la presenza.

    Falsa positività
    Eseguendo entrambi i test (ELISA e WB), la frequenza di risultati falsamente positivi varia da 0,0004% a 0,0007%. Importanti indicazioni di falsa positività di un test HIV sono: la mancanza di fattori di rischio, una PCR qualitativa non rilevabile, una normale conta dei CD4 (Wood, Robert W. MD; Dunphy, Carol ARNP, MN; Okita, Keith BA; Swenson, Paul PhDTwo "HIV-Infected" Persons Not Really Infected. Arch Intern Med 2003; 163:1857).

    Le cause di falsa positività possono essere:

    - Vaccini HIV utilizzati in sperimentazioni cliniche: i vaccini HIV sono la più comune causa di risultati falsamente positivi al test ELISA; in una analisi di 266 volontari sani prestatisi agli studi clinici del vaccino HIV, il 68% è risultato HIV positivo ai test ELISA, mentre dallo 0% al 44% è risultato positivo anche al WB, dipendentemente dall'antigene utilizzato per la preparazione del vaccino.
    - Errori tecnici/di laboratorio
    - I bambini nati da madri sieropositive possono avere al test, risultati positivi erronei. Questo perché le madri passano i propri anticorpi ai lori figli, ma non necessariamente il virus, pertanto il bambino può essere sano e occorrono altri esami per documentarlo.

    Risultati Indeterminati
    Dal 4 al 20% dei test eseguiti in Western Blot risultano indeterminati, con bande positive per proteine HIV1. le cause di risultati indeterminati sono:

    - Esecuzione del test in fase di sieroconversione: gli anticorpi anti-p24 sono in genere i primi ad apparire.
    - Infezione da HIV in fase tardiva: di solito nelle fasi avanzate di malattia c'è una perdita degli anticorpi anti-core.
    - Cross-reattività verso anticorpi non specifici: nei casi di collagenopatie, malattie autoimmuni, linfomi, epatopatie, tossicodipendenza, sclerosi multipla, recente esecuzione di vaccini, gravidanza.
    - Esecuzione di vaccino sperimentale anti-HIV
    - Errori tecnici/di laboratorio

    Il fattore più importante da valutare nel caso di risultati indeterminati dei test è la presenza o meno di comportamenti a rischio per infezione da HIV. Il medico specialista interpreterà il risultato e consiglierà approfondimenti diagnostici ove opportuno.




    Cosa significa periodo finestra?

    Questo periodo corrisponde alla fase in cui è avvenuta l'infezione, ma la produzione di anticorpi non è ancora cominciata o gli anticorpi prodotti non sono ancora sufficienti per essere rilevati dal test HIV. La durata del periodo finestra dipende dalla sensibilità del test ELISA utilizzato e da variazioni individuali sulla capacità di produrre anticorpi verso HIV.

    I test HIV di ultima generazione sono sempre più sensibili fino a dare esiti positivi per quantità di anticorpi prodotti estremamente piccole.
    Le linee guida dei Centers for Diseases Control di Atlanta (CDC), la più prestigiosa organizazione epidemiologica del mondo, reperibili al sito Centers for Disease Control and Prevention, ritengono improbabile un periodo finestra superiore a 90 giorni, per svelare la presenza di anticorpi anti-HIV.



    Quando una persona ha un comportamento a rischio, dopo quanto tempo deve eseguire il test HIV?

    Riteniamo utile riportare uno stralcio delle linee guida del CDC reperibili al sito Centers for Disease Control and Prevention relative al periodo finestra di HIV: (Revised Guidelines for HIV Counselling,Testing, and Referral, MMWR, November 9, 2001 / Vol. 50 / No. RR-19).

    La maggior parte delle persone infettate sviluppa una quantità di anticorpi identificabile dai test entro tre mesi dall'esposizione. Se un test è negativo entro i primi tre mesi dal contatto, andrà ripetuto una volta trascorsi tre mesi per escludere la possibilità di risultati falsamente negativi. Se anche il test eseguito dopo tre mesi dal contatto risulta negativo, molto probabilmente il soggetto a seguito dell'esposizione non ha contratto l'infezione da HIV.

    Se però la persona ha avuto un contatto con un soggetto sicuramente sieropositivo o se rimane un dubbio, sarà opportuno ripetere un test di conferma dopo sei mesi dall'esposizione. Sono stati riportati rari casi di sieroconversioni tardive a 6-12 mesi dall'esposizione (Ciesielski CA, Metler RP. Duration of time between exposure and seroconversion inhealthcare workers with occupationally acquired infection with human immunodeficiency virus. Am J Med 1997;102:115-6).
    L'esecuzione di un test HIV di conferma a sei mesi dal contatto a rischio non è generalmente raccomandata, ma deve comunque basarsi sul giudizio clinico riguardo il singolo caso.




    Rischio reiterato

    I soggetti sottoposti a continuo rischio di trasmissione di HIV rappresentano una categoria a parte per quel che riguarda il follow-up: in questi casi è raccomandata l'esecuzione periodica del test HIV. In questo modo, oltre ad avere un monitoraggio dello stato sierologico del soggetto, è possibile mantenere i contatti per colloqui di counselling e prevenzione.



    Confezione HIV - HCV

    Qualora sia presente una possibile coinfezione HIV-HCV il periodo di follow up andrà deciso di volta in volta dallo specialista. Il periodo finestra dell'infezione da HCV può infatti essere superiore rispetto a quello di HIV, pertanto è consigliabile ripetere il test HCV ad almeno 6 mesi dal contatto a rischio.



    Quando fare il test: Uno, Tre o sei Mesi dopo il contatto a rischio?

    1. test da eseguire dopo 1 mese: individua molte delle sieroconversioni da HIV. L' esecuzione del test a 1 mese viene suggerita alle persone che abbiano avuto significativi comportamenti a rischio, al fine di evitare eventuali trasmissioni secondarie durante la fase acuta di malattia.
    2. test da eseguire a 3 mesi: è considerato definitivo. Tutte le persone che hanno avuto un comportamento a rischio dovrebbero eseguire un test a 3 mesi.
    3. test da eseguire a 6 mesi: in tutte le persone che hanno avuto un rapporto a rischio con persone sicuramente sieropositive o in coppie discordanti.


    Esistono altri test per fare diagnosi di infezione da HIV?

    Il test ELISA confermato con il test Western Blot è il gold standard per la diagnosi di infezione da HIV. Altri test, quali l'isolamento virale di HIV, la PCR qualitative e l'antigenemia p24, vengono utilizzati in situazioni epidemiologiche o cliniche particolari.

    Il loro utilizzo deve essere deciso dall'infettivologo dopo un'attenta valutazione del caso.

    Questi test non possono essere proposti come screening per HIV per motivi di costo e soprattutto per la non sempre facile interpretazione diagnostica del risultato.

    1. L'isolamento virale, ottenuto mediante coltivazione delle cellule mononucleate di sangue periferico dei soggetti infetti su colture cellulari, viene utilizzato per studiare le caratteristiche biologiche degli isolati virali, al fine di valutare il fenotipo del virus e la resistenza in vitro dei farmaci antiretrovirali.

    2. L'identificazione del materiale genetico del virus con tecnica polimerasica a catena (PCR qualitativa) consente di rilevare la presenza dell'RNA virale o del DNA provirale presenti rispettivamente nel plasma o nel citoplasma cellulare. Le applicazioni cliniche della PCR qualitativa per HIV RNA o per HIV DNA provirale su linfociti sono:
    - Diagnosi dell'infezione nei neonati figli di donne HIV positive
    - Conferma di ELISA o WB di dubbia interpretazione
    - Screening di pool di sacche di sangue a scopo trasfusionale
    - Anticipo di "copertura" del periodo finestra dopo esposizioni accertate
    Questa metodica presenta comunque, numerosi svantaggi che ne limitano l'uso a scopo di screening: non viene eseguita nei centri medio-piccoli per l'elevato costo, è gravata da un tasso abbastanza alto di falsi positivi che rendono comunque necessaria l'esecuzione di un test ELISA di conferma . Anche l'uso per lo screening delle sacche di sangue non è esente da esiti falsamente positivi che rendono comunque necessarie altre indagini.
    A tutt'oggi il test ELISA rappresenta il test con il miglior rapporto costo-beneficio utilizzabile per la diagnosi di infezione da HIV.

    3. Altre tecniche di biologia molecolare (RT-PCR, b-DNA, NASBA) permettono di identificare la quantità di acido nucleico virale presente nel plasma corrispondente al numero di particelle virali. Questi test sono utilizzati, una volta confermata la diagnosi di infezione da HIV, per monitorare l'efficacia delle terapia antiretrovirali e non devono mai essere utilizzati nella diagnosi dell'infezione da HIV.

    4. L'antigenemia p24: in caso di sieroconversione si positivizza mediamente 16 giorni dopo l'infezione, precedendo solo occasionalmente l'esito del test ELISA. Consiste nella ricerca di una particolare proteina virale nel sangue.




    É utile fare il test HIV quando sono presenti dei sintomi?

    E' utile eseguire il test HIV ogni qualvolta un individuo abbia avuto un comportamento di rischio (rapporti sessuali occasionali non protetti o contatto con sangue). L'infezione acuta da HIV, che coincide con la sieroconversione, si presenta in oltre l'85% dei casi con una malattia virale acuta non sempre facilmente distinguibile da altre banali e comuni virosi. I sintomi che si possono manifestare in seguito ad infezione da HIV (febbre, rush morbilliforme, faringite, ingrossamento dei linfonodi, ecc...) compaiono abitualmente dalle 2 alle 3 settimane dal contatto a rischio. Tale sintomatologia è comunque aspecifica e non permette di fare diagnosi di infezione da HIV.
    Esistono però, infezioni acute da HIV completamente asintomatiche e una persona sieropositiva con infezione stabilizzata può essere completamente senza sintomi per oltre 10 anni dopo l'avvenuta infezione.

    Il test HIV va dunque eseguito non in base a sintomi clinici ma in relazione a comportamenti di rischio.
    E' utile identificare le infezioni da HIV il prima possibile, per eseguire una terapia antiretrovirale che preservi integra la capacità del sistema immunitario di riconoscere nel tempo il virus HIV.




    Posso avere il risultato del test in modo confidenziale?

    La legge italiana prevede che in ogni provincia siano presenti degli ambulatori "testing and counselling" HIV ad accesso diretto (cioè senza avere bisogno dell'impegnativa del medico curante) in cui sia possibile eseguire il test HIV in maniera anonima e gratuita. Tali ambulatori sono normalmente presenti presso i reparti ospedalieri di malattie infettive.

  2. #62
    Matricola FdT
    Donna 39 anni da Roma
    Iscrizione: 3/7/2008
    Messaggi: 5
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    Se vai su www.hivideo.it ci sono degli esperti in linea che rispondono alle tue domande! inoltre c'è un bel concorso per sensibilizzare i più giovani su questo tema di cui purtroppo si parla poco oramai

  3. #63
    Matricola FdT
    Donna 39 anni da Roma
    Iscrizione: 3/7/2008
    Messaggi: 5
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    Scusate ....ho sbagliato post!!!!!

  4. #64
    Matricola FdT
    55 anni
    Iscrizione: 11/9/2008
    Messaggi: 25
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    Dove NON è l'HIV


    1. Come NON avviene il contagio
    2. HIV e il bacio
    3. HIV e le piscine
    4. HIV e gli animali
    5. HIV e gli insetti
    6. HIV e le zanzare
    7. HIV e le cimici ematofaghe

    Come NON avviene il contagio

    E' necessario ricordare che i comuni contatti sociali non sono efficaci per trasmettere il virus.
    Il virus, infatti, NON viene trasmesso:
    - dalle strette di mano, la condivisione di stanze e/o di altri comuni contatti sociali
    - dai colpi di tosse o degli starnuti emessi da una persona sieropositiva
    - dall'uso di oggetti casalinghi, quali le stoviglie, non permettono. La permettono invece, tutti quegli oggetti che possono penetrare la cute o le mucose e portare ad un contatto tra il sangue di un soggetto sano e quello di un soggetto malato; per esempio: rasoi, forbici, aghi, spazzolino da denti ecc...

    Il virus può essere trasmesso, invece, da tutti quegli oggetti che possono penetrare la cute o le mucose (per es. rasoi, forbici, aghi, spazzolino da denti ecc...) che mettono in contatto il sangue di un soggetto sano con quello di una persona malata.



    HIV e il bacio

    Un semplice bacio (bacio sociale o a bocca chiusa) non è a rischio per la trasmissione dell'HIV. Per quanto riguarda il bacio profondo o bacio a bocca aperta, la possibilità di trasmettere il virus è rara, ma, pur non essendo mai stato riportato in letteratura scientifica alcun caso di trasmissione dell'HIV tramite il bacio, è bene mantenere una certa cautela. Infatti non si può escludere che, durante il bacio profondo, la mucosa orale possa andare incontro a piccoli traumi che possono comportare sanguinamento: in questo caso, se uno dei due partner è infetto, è possibile che il virus si trasmetta nel partner sano.



    HIV e le piscine

    Non c'è rischio di contrarre l'infezione frequentando piscine o bagni comuni. Il cloro e diversi altri disinfettanti uccidono l'HIV e la diluizione rende estremamente bassa la concentrazione del virus.



    HIV e gli animali

    Gli animali domestici non trasmettono l'HIV; questo infatti è un virus che colpisce solo la specie umana. Anche se esistono altri virus in grado di causare una malattia simile all'HIV negli animali, in particolare nel gatto (FIV), nella scimmia (SIV) e nel bovino (BIV), questi virus non sono trasmessi all'uomo attraverso graffi o morsi o contatti di altro tipo (carezze, pulizia ecc).Vista la notevole somiglianza con la malattia che colpisce l'uomo questi sono utilizzati solo a scopo scientifico come modelli di studio.



    HIV e gli insetti

    Gli insetti che si nutrono di sangue (zanzare, pulci, cimici ematofaghe, zecche ecc...) non sono in grado di trasmettere il virus dell' HIV.
    Sappiamo che esistono due modi attraverso i quali gli insetti che si nutrono di sangue possono trasmettere le malattie:
    - In modo meccanico: attraverso il semplice trasferimento dei germi dall'apparato buccale infetto, dalle zampe o dal suo materiale fecale
    - In modo biologico: attraverso la replicazione dei microrganismi nei tessuti dell'insetto e in modo particolare nelle ghiandole salivari.



    HIV e le zanzare

    Le zanzare non possono trasmettere il virus; evidenze a questo riguardo sono molteplici:
    - non si presentano epidemie stagionali di prima infezione da HIV, come succede per la malaria o la febbre gialla
    - le zanzare succhiano il sangue, ma non lo iniettano durante il pasto
    - il virus dell'HIV non sopravvive e non si riproduce all'interno della zanzara
    - le zanzare fanno una pausa di almeno 24 ore tra un pasto e l'altro, digeriscono il sangue ingerito e quindi inattivano il virus



    HIV e le cimici ematofaghe

    La trasmissione dell'HIV attraverso la puntura di cimice non si verifica.
    Le cimici ematofaghe sono parassiti, prevalentemente diffusi in America centro-meridionale, che si nutrono di sangue in tutti gli stadi della loro evoluzione .
    Solitamente il pasto avviene durante la notte e si accompagna all'emissione di feci che facilitano la trasmissione di germi, mentre durante il giorno vivono nei materassi, nelle poltrone o nelle crepe dei muri.
    Diversi studi hanno dimostrato che le cimici non sono in grado di trasmettere l'HIV, nonostante trasmettano l'epatite B e altre gravi malattie come la malattia di Chagas. Infatti, anche se il pasto ematico è più abbondante rispetto a quello delle zanzare, soprattutto durante il periodo della riproduzione, non è stata dimostrata alcuna replicazione del virus all'interno di questi insetti.
    HIV e le zecche
    Le zecche sono parassiti che si nutrono di sangue, ma non trasmettono l'HIV. Sono responsabili della trasmissione di diverse malattie in diverse aree del mondo, come ad esempio la malattia di Lyme, la febbre purpurica delle Montagne Rocciose e molte altre.
    Il pasto ematico è molto più abbondante rispetto a quello delle zanzare e di altri insetti; inoltre una parte del sangue viene rigurgitato durante il pasto stesso. Benchè in questi insetti il virus sopravviva a lungo (14 giorni), non può replicarsi. La puntura di zecca, lo ripetiamo, non trasmette l'infezione da HIV.

  5. #65
    Matricola FdT
    55 anni
    Iscrizione: 11/9/2008
    Messaggi: 25
    Piaciuto: 0 volte

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    OK ragazzi, tutto quello che vi potevo dire, l'ho detto!
    A questo punto mi congedo da voi, spero che le notizie che vi ho messo a disposizione, siano state utili.
    Comunque se avete bisogno di altre informazioni, o avete anche solo bisogno di parlare, mi trovate qui: ciao_allegra@hotmail.com

    In bocca al lupo a tutti voi....e usate la testa

  6. #66
    Emotionless~
    Ospite

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    Un'ultima domanda io l'avrei...
    Quando parlavi della vita una volta contratto il virus HIV dicevi che a differenza di quanto si pensi in genere si può condurre un'esistenza pressochè normalissima, ma con qualche accorgimento, perchè sono questi accorgimenti che aiutano a vivere ancora meglio...di cosa parli esattamente?

  7. #67
    Matricola FdT
    55 anni
    Iscrizione: 11/9/2008
    Messaggi: 25
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    Quote Originariamente inviata da MissKittin Visualizza il messaggio
    Un'ultima domanda io l'avrei...
    Quando parlavi della vita una volta contratto il virus HIV dicevi che a differenza di quanto si pensi in genere si può condurre un'esistenza pressochè normalissima, ma con qualche accorgimento, perchè sono questi accorgimenti che aiutano a vivere ancora meglio...di cosa parli esattamente?

    Gli "accorgimenti" non sono molti, si tratta di condurre una vita sana, quindi cercare di mangiare bene, non strapazzarsi in maniera esagerata, e se è necessario, cominciare la terapia e seguirla con costanza, fare i test regolarmente, insomma ci dovranno essere un pò di regole da seguire, e orari da rispettare, ma nulla di troppo impegnativo!
    Questo per quanto riguarda la vita quotidiana, per il resto il rapporto con gli altri, lo devi valutare tu, dirlo o non dirlo, dipende da te e da come ti vuoi mostrare agli altri.
    Ovviamente una situazione del genere, condizionerà tutti i rapporti futuri, amici, amanti, fidanzati, ogni volta che conoscerai qualcuno, ti chiederai se è il caso di dirlo oppure no!
    Quello diventa un caso di coscienza...l'unica cosa che ti posso dire è, che la prima persona che devi difendere e tutelare, sei te stessa.
    E poi, la vita va vissuta giorno per giorno...indipendentemente dall'HIV.
    Baci

  8. #68
    Matricola FdT
    55 anni
    Iscrizione: 11/9/2008
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  9. #69
    Marchese Mark Snow
    Uomo 39 anni da Estero
    Iscrizione: 25/2/2007
    Messaggi: 764
    Piaciuto: 9 volte

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    Risposte esaurienti e complete, non c'è che dire, siete ferrati sull'argomento

  10. #70
    Matricola FdT
    55 anni
    Iscrizione: 11/9/2008
    Messaggi: 25
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    Ciao ragazzi, come state?
    Visto che ogni tanto qualcuno di voi ancora mi contatta, ho pensato di riportare questa discussione ai primi posti....tanto per non perdere di vista il problema!
    BUONA VITA A TUTTI...COME SEMPRE

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