Caffarella, fermati altri due romeni
Sono stati riconosciuti dalle vittime
Hanno 18 e 27 anni, erano già in carcere per rapina. Positivi i test del Dna: corrispondono a quelli sui reperti
ROMA - Svolta nelle indagini sullo stupro del 14 febbraio nel parco della Caffarella a Roma. Due romeni di 18 e 27 anni sono stati fermati con le accuse di violenza sessuale contro la ragazzina di 14 anni e aggressione e rapina nei confronti del giovanissimo fidanzato. Si tratta di Ionut Jean Alexandru, 18 anni, detenuto a Roma e Oltean Gavrilia, 27 anni, rinchiuso nel carcere di Trieste. Sono i due destinatari delle ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip Guglielmo Muntoni. I due sono accusati di violenza sessuale di gruppo e rapina. Il primo, soprannominato «il moro» somiglia a «il pugile» Karol Racz, il secondo al «biondino», ovvero Alexandru Izstoika Loyos. È spiccata la somiglianza fisica tra le quattro persone, che però non avrebbero tra loro alcun legame. I due sono stati riconosciuti giovedì sera dalla coppia di fidanzati da due fotografie. Le prove sono schiaccianti: i loro Dna corrispondono a quelli trovati sui vestiti della ragazzina.
ELEMENTO CHIAVE: SERIALITÀ - È stato l'elemento della serialità a consentire la svolta nelle indagini. Gli inquirenti sono arrivati a loro prendendo in esame le rapine avvenute il 13, 14 e 15 febbraio nei parchi Scott, Caffarella e di via Lemonia, a Roma. In tutte è stato usato lo stesso modus operandi: due uomini armati di bastoni hanno preteso come bottino cellulari e scarpe. Il 18 marzo è stato fermato Jean Alexandru, il 18enne, accusato della rapina del parco di via Lemonia (quartiere Appio) contro due fidanzati. Li ha anche minacciati: «Se non mi dai i soldi e il telefonino ti stupro». Il giovane, che parla perfettamente italiano, è stato incastrato perché ha inserito la propria sim nel telefonino rubato. «È stato questo numero telefonico la chiave che ci ha convinto della pista giusta» ha spiegato Vittorio Rizzi, capo della Mobile di Roma. Dopo il fermo gli inquirenti hanno analizzato le somiglianze con le altre rapine e hanno sottoposto il giovane a un tampone salivare per il test del Dna, risultato compatibile con quello individuato sui reperti della Caffarella.
TENTAVA LA FUGA - Il 27enne, Oltean Gavrilia, è stato invece bloccato giorni fa dai carabinieri vicino al confine italo-sloveno di Fernetti, a pochi chilometri da Trieste. Era su un furgone con un connazionale e stava per lasciare l'Italia: i due sono stati fermati nel cuore della notte. Durante i controlli i militari hanno trovato tre motori di automobili risultati rubati e hanno scoperto che il 27enne era ricercato per un'ordinanza di custodia cautelare emessa dalla magistratura di Roma per ricettazione. È stato quindi fermato e chiuso nel carcere di Trieste, mentre il connazionale che era con lui è stato segnalato alla magistratura in stato di libertà. I due fermati per lo stupro della Caffarella, entrambi originari di Calarasi, cittadina a sud di Bucarest, vivevano in un capannone alla Fiera di Roma, ma erano passati, ha spiegato Rizzi, da vari campi della Capitale, compreso il Casilino 900. L'interrogatorio di convalida sarà fatto entro cinque giorni dal gip Guglielmo Muntoni, che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare in carcere su richiesta del procuratore Vincenzo Barba.
IL DNA - «Dal campione salivare si evince che il profilo genetico del dna e l' "aplotipo" del cromosoma Y di Ionut Iean Alexandru sono uguali a quelli accertati su mozziconi di sigaretta, sul tampone, sui fazzoletti di carta e sulla gonna della giovane vittima. Per quanto riguarda Oltean Gavrila il profilo genetico e "aplotipo" del cromosoma Y sono uguali a quelli accertati sul tampone, fazzoletti nonchè gonna e giaccone della vittima». Lo scrive il gip Guglielmo Muntoni, nell'ordinanza di custodia cautelare. I risultati del Dna sono stati eseguiti dalla genetista Carla Vecchiotti dell'Istituto di medicina legale dell'Università La Sapienza e sono stati comunicati nei giorni scorsi agli investigatori dopo che era stato fatto il prelievo di saliva con un tampone ai due indagati. Nel caso di Alexandru la saliva gli era stata prelevata con un tampone dopo il fermo per la rapina di un telefonino
IL GIP - «Alla luce delle prove acquisite risulta provato con certezza che gli autori materiali dei reati riportati in epigrafe sono i due indagati i quali hanno programmato una serie di rapine in danno di adolescenti nei parchi di quella zona di Roma e il 14 febbraio scorso hanno ritenuto di procedere anche alla disgustosa e davvero criminale violenza sessuale aggravata, commessa in danno della giovanisisma vittima». Scrive il gip del Tribunale di Roma Guglielmo Muntoni, nelle dieci pagine dell'ordinanza di custodia cautelare: «In relazione a tali esigenze cautelari - scrive il gip - appare evidente in base alle circostanze, alla bestiale modalità dei fatti e alla crudeltà e alla protervia dimostrati dai due indagati nel corso della violenza sessuale, che vi sia un concreto pericolo di reiterazione del reato emergendo la specifica e allarmate capacità criminale dei due indagati».
Caffarella, fermati altri due romeni Sono stati riconosciuti dalle vittime - Corriere della Sera