Prof: "Se non scioperi,ti boccio"
Il caso di un liceo classico di Trieste
Per rendere più efficace la rivolta contro la riforma della scuola Gelmini, alcuni insegnanti ricorrerebbero persino a pressioni, velate intimidazioni sugli studenti: "Se non scioperi, ti boccio". La denuncia viene da alcuni genitori del liceo classico Dante di Trieste che si sono rivolti a due consiglieri regionali del Pdl, Paolo Ciani e Piero Tononi. I due stanno valutando un'azione legale.
Secondo quanto riferisce "Il Giornale", molti professori combattono la riforma nelle aule. "Qualcuno - scrive il quotidiano - fa addirittura aleggare velate minacce di conseguenze sgradevoli per chi non partecipa anima e corpo alla mobilitazione. Non sono intimidazioni dirette, plateali, ma messaggi trasversali, che dicono e non dicono, ma colpiscono dove devono colpire. Perché i prof sanno bene come mandare un avvertimento agli studenti anche se non dicono loro in faccia
ti boccio".
I casi sarebbero due. Entrambi accaduti in due scuole superiori di Trieste. Ma solo i dettagli dell'episodio del liceo classico Dante sarebbero noti. Alcuni studenti non d'accordo con l'occupazione, erano andati alla ricerca dell'insegnante per fare lezione. Ma il professore, che si trovava invece in corridoio tra gli occupanti, avrebbe mormorato ai colleghi: "Guarda questi qui, non aprono mai un libro e vogliono studiare proprio oggi che c'è uno sciopero sacrosanto. Credono di migliorare il proprio rendimento scolastico, ma non è così che lo otterranno".
Oltre a queste parole, alcuni studenti che hanno assistito alla scena avrebbero infierito sui compagni definendoli "crumiri, venduti, vigliacchi". Uno dei due ragazzi chiamato in causa sarebbe tornato a casa dai genitori dicendo di voler cambiare scuola.
Così, alcuni di questi si sono rivolti ai due consiglieri regionali. Ora Ciani e Tononi stanno preparando una relazione per i ministri Gelmini e Brunetta e vagliano se adire un'azione legale. "Da tutta regione riceviamo segnalazioni di professori che sollecitano gli studenti a partecipare allo sciopero generale della scuola. Ma è inaccettabile - aggiungono gli amministratori - minacciare penalizzazioni nel corso dell'anno scolastico".