Originariamente inviata da
Layne S.
Mah, è un punto di vista, è interessante come la pensiamo diversamente ma io non sono d'accordo.
Non ci stavo neanche pensando nel primo post, ma per quanto riguarda lo studio dei classici: il fatto di aver fatto per anni una versione a settimana, entrando in contatto con varietà della lingua non standard, registri diversi ecc ecc., aver imparato a maneggiare il vocabolario e a fare delle "scelte" ...mi ha aiutata alla grande al momento di capire come funzionasse la traduzione.
Potrei non aver imparato nient'altro, ma la nozione
prima trovate il verbo! della mia profe del ginnasio sarebbe valsa da sola 5 anni di scuola
e quella è universale, valeva tanto per le versioni di Aristotele lunghe 15 righe con un solo punto (...quello alla fine) quanto per qualsiasi testo che mi sia mai trovata davanti in vita mia.
Per quanto riguarda la letteratura: almeno nel modo (molto completo, visto che ovviamente era una delle 2 materie caratterizzanti) in cui l'affrontavamo noi era necessaria, è impossibile comprendere una cultura senza un contatto con i documenti.
Sul mettere più ore di lingua in un linguistico ti do ragione, ma purtroppo non sono sicura che erodere 2 ore di latino a favore di 2 di conversazione avrebbe fatto miracoli purtroppo. Confesso che anche io sono un po' pentita della mia stessa scelta di laurearmi in lingue; per fortuna ho avuto la possibilità di trascorrere lunghi periodi all'estero (e lo sto ancora facendo), ma sinceramente immedesimandomi in un mio ipotetico compagno mai uscito dall'Italia, francamente credo che neanche le 8 ore di lettorato settimanale potessero fare molto.
PS: Io ho studiato solo 3 anni di tedesco (alle medie, figurati), e mi sarebbe piaciuto molto invece studiarlo con la conoscenza del greco antico.