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Sfiducia nella scuola.

  1. #11
    silence is sexy High Hopes.
    Donna 27 anni
    Iscrizione: 11/4/2009
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    A me pesa il fatto che pur avendo scelto un indirizzo scientifico le ore che passo a studiare le materie umanistiche (che mi interessano molto, ma che reputo di importanza minore per il MIO indirizzo) sono davvero troppe xD

    La letteratura italiana mi interessa parecchio, ma i programmi sono atroci per ora. Fino ad adesso, tranne DAnte (), non ho trovato nessun artista interessante. POi io penso che i testi siano fondamentali nello studio di un autore, ma io mi trovo con mille nozioni su vita, morte e miracoli da sapere se voglio un bel voto, mentre mi devo leggere da sola in internet qualche testo se voglio farmi un'idea personale.




    Il latino invece è molto utile anche per l'organizzazione dei discorsi e poi letteratura è bellissima :049
    A Layne S. piace questo intervento

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  3. #12
    Matricola FdT
    Uomo 46 anni
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    Personalissimo parere: la letteratura italiana a parte Dante e qualche altra punta di iceberg fa davvero pena. Molto meglio quella britannica, francese e persino russa.

    Comunque ho sempre odiato l'approccio nozionistico della scuola: per capire e apprezzare i versi di Quasimodo devo per forza ricordare la sua data di nascita?

  4. #13
    Moderatrice Holly
    Donna 34 anni
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    Quote Originariamente inviata da High Hopes. Visualizza il messaggio
    A me pesa il fatto che pur avendo scelto un indirizzo scientifico le ore che passo a studiare le materie umanistiche (che mi interessano molto, ma che reputo di importanza minore per il MIO indirizzo) sono davvero troppe xD

    La letteratura italiana mi interessa parecchio, ma i programmi sono atroci per ora. Fino ad adesso, tranne DAnte (), non ho trovato nessun artista interessante. POi io penso che i testi siano fondamentali nello studio di un autore, ma io mi trovo con mille nozioni su vita, morte e miracoli da sapere se voglio un bel voto, mentre mi devo leggere da sola in internet qualche testo se voglio farmi un'idea personale.


    Il latino invece è molto utile anche per l'organizzazione dei discorsi e poi letteratura è bellissima :049
    Questa però è colpa del docente, non dei programmi. Non si può studiare letteratura senza leggere i testi. Un docente che pretende di insegnare un autore senza far studiare i testi non è un buon docente. È un po' come se ti spiegassero come risolvere un'equazione senza farti mai risolvere un'equazione, per intenderci.
    Dài su, Boccaccio e Ariosto meritano e anche Tasso è molto bello.
    Effettivamente il programma del quarto anno è un po' noioso, il seicento, per esempio, non è stato proprio il nostro secolo migliore XD
    Da Foscolo in poi, invece, vedrai che ci saranno una marea di autori bellissimi da studiare. Invece quello di latino è bello, si fa Lucrezio al quarto anno *-*
    Purtroppo, secondo me, per insegnare ci vuole passione. E tu sei stata sfortunata, ma tutte queste cose, un domani, si spera ti diano una base importante. Io facevo il classico e studiavo quasi solo materie scientifiche, avevo più ore di matematica che di greco XD


    - - - Aggiornamento - - -

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    Personalissimo parere: la letteratura italiana a parte Dante e qualche altra punta di iceberg fa davvero pena. Molto meglio quella britannica, francese e persino russa.

    Comunque ho sempre odiato l'approccio nozionistico della scuola: per capire e apprezzare i versi di Quasimodo devo per forza ricordare la sua data di nascita?
    Per capire i versi di Quasimodo devi sapere dov'era nato, quando era nato, che ha fatto nella sua vita. Non dico di dover sapere esattamente il giorno, o tutto nei dettagli, ma, per esempio, non si potrebbe comprendere l'opera di Pascoli senza sapere che suo padre era stato ucciso quando aveva dodici anni. Non si potrebbe capire la redazione della Gerusalemme Conquistata dopo la Gerusalemme Liberata senza sapere che Tasso non c'era tutto con la testa.

    Non diciamo eresie: la letteratura italiana è la letteratura nazionale più bella, specie per la poesia. Se noi italiani non avessimo scritto quel che abbiamo scritto, le altre letterature nazionali sarebbero a zero. Il primo romanzo moderno (il Don Chisciotte di Cervantes) probabilmente non sarebbe stato scritto senza il Furioso dell'Ariosto alle spalle.
    Siamo abituati a leggere la prosa. La nostra tradizione poetica è spaventosa, abbiamo cose come la Commedia, l'Orlando Furioso, la Gerusalemme Liberata, il Giorno, cose meravigliose! Ma non abbiamo tradizione in prosa, almeno non fino all'Ortis.
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  5. #14
    Matricola FdT
    Uomo 46 anni
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    Quote Originariamente inviata da Holly Visualizza il messaggio



    Per capire i versi di Quasimodo devi sapere dov'era nato, quando era nato, che ha fatto nella sua vita. Non dico di dover sapere esattamente il giorno, o tutto nei dettagli, ma, per esempio, non si potrebbe comprendere l'opera di Pascoli senza sapere che suo padre era stato ucciso quando aveva dodici anni. Non si potrebbe capire la redazione della Gerusalemme Conquistata dopo la Gerusalemme Liberata senza sapere che Tasso non c'era tutto con la testa.

    Non diciamo eresie: la letteratura italiana è la letteratura nazionale più bella, specie per la poesia. Se noi italiani non avessimo scritto quel che abbiamo scritto, le altre letterature nazionali sarebbero a zero. Il primo romanzo moderno (il Don Chisciotte di Cervantes) probabilmente non sarebbe stato scritto senza il Furioso dell'Ariosto alle spalle.
    Siamo abituati a leggere la prosa. La nostra tradizione poetica è spaventosa, abbiamo cose come la Commedia, l'Orlando Furioso, la Gerusalemme Liberata, il Giorno, cose meravigliose! Ma non abbiamo tradizione in prosa, almeno non fino all'Ortis.
    Certo, per capire la Cavallina Storna devi sapere che a Pascoli hanno ammazzato il papà quando era ragazzetto. Ma è importante ricordare il nome del padre? Il giorno della sua morte?

    Poi... eresie, e che siamo all'Inquisizione. Ho espresso un'opinione, specificando tra l'altro che trattavasi di un "personalissimo parere". A te sembra la più bella... ma è la tua opinione, non venderla come una verità assoluta

  6. #15
    Moderatrice Holly
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    Certo, per capire la Cavallina Storna devi sapere che a Pascoli hanno ammazzato il papà quando era ragazzetto. Ma è importante ricordare il nome del padre? Il giorno della sua morte?

    Poi... eresie, e che siamo all'Inquisizione. Ho espresso un'opinione, specificando tra l'altro che trattavasi di un "personalissimo parere". A te sembra la più bella... ma è la tua opinione, non venderla come una verità assoluta
    Per capire X agosto, sì. Devi sapere che suo padre morì il 10 di agosto
    Per il resto, parlavo di un minimo di nozioni per contestualizzare l'autore. Studiare solo la vita, no, per carità! Ma si potrebbe mai capire Dante senza sapere che Beatrice era morta nel '290 e la Vita Nuova è del '293 circa, senza sapere che lui nel '302 era stato esiliato da Firenze e che la Commedia è ambientata nel '300??

    No, non è una mia opinione XD e la vendo come una verità assoluta, perché la nostra è oggettivamente la tradizione letteraria poetica (non prosaica) che ha dato più "spinte" a tutte le alte letterature nazionali occidentali. Il motivo, per esempio, per cui il '600 italiano fa piuttosto pena e altrove è un secolo grandioso (Shakespeare, Cervantes, sono tutti autori di fine '500/inizio '600) è perché loro attingono da quello che gli italiani avevano già scritto cinquant'anni prima.
    La nostra è, se non altro, la letteratura oggettivamente più importante per capire l'intera letteratura occidentale. Non lo sto dicendo io eh. Sulla prosa va fatto un discorso differente, sulla poesia no. Negare questo vuol dire assolutamente affermare eresie.
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    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  7. #16
    British ninja Layne S.
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    Quote Originariamente inviata da Sedna Visualizza il messaggio

    Uno studente che non ha la possibilità di trasferirsi all'estero dovrebbe essere comunque messo nelle condizioni di apprendere in maniera approfondita le lingue, quantomeno una delle tre che sceglie di portare avanti. In altri paesi europei si sta bene perché gli studenti vengono abituati da subito alla seconda o alla terza lingua
    Guarda, in base agli eventi della mia vita, e alle conoscenze teoriche acquisite nei miei studi, ho maturato l'idea che imparare le lingue a scuola (inclusa l'università) sia un'impresa impossibile... E te lo dico dopo averci investito e puntato nella vita.
    Non sto dicendo che non si raggiunga nessun risultato, ma "imparare" una lingua non è come imparare la letteratura, la fisica o l'economia (infatti "imparare" non è nemmeno il termine giusto), c'è un processo neurologico completamente diverso dietro che si attiva soltanto con determinati stimoli: le ore di grammatica non servono a niente in questo senso (ma sono utili per altro, ci ritorno fra poco), e quelle di conversazione con il lettore saranno utili, ma non possono di certo ricreeare le condizioni perchè l'acquisizione
    della lingua avvenga.
    All'estero hanno proprio un'altra mentalità e, fra le altre cose, iniziano ad essere esposti alla lingua straniera fin dall'infanzia. Inoltre, ho sempre avuto la sensazione che loro non la considerino solo uno strumento ("devo leggere questo libro, il libro è inglese, quindi mi torna utile la mia conoscenza dell'inglese") ma come qualcosa che fa parte delle loro vite. Questo ragionamento vale anche per tanti dei miei colleghi laureati in lingue (dunque si suppone degli esperti e degli amanti delle lingue straniere), quindi la considero abbastanza radicata nella lingua italiana.
    In realtà secondo me l'argomento coinvolge anche altri fattori, uno su tutti la "forza" della propria lingua, ma visto che sono già tremendamente OT non mi dilungo).

    Per imparare una lingua (specialmente da adulti) c'è bisogno di esposizione continua e costante ad una discreta quantità di input, e penso che per il momento nessuna scuola possa offrire questo. La cosa può essere coadiuvata dalla conoscenza teorica delle regole grammaticali e dall'abitudine a compiere riflessioni metalinguistiche; cose un po' più facili da acquisire fra i banchi, e su cui quindi la scuola italiana cerca di puntare.

    Sarei d'accordo a fare una riforma (prima di tutte quella che Holly menzionava dei programmi, in particolare quelli di letteratura e di storia, è ridicolo che siano ancora così vecchio-centrici), e magari anche a cercare di mettere un po' più in pratica le lingue nel linguistico (inclusi laboratori, scambi culturali, ore di lettorato...), ma bisognerebbe cambiare prima di tutto la mentalità.
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  8. #17
    Vivo su FdT Meox
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    Ti capisco, anche io verso la fine della terza superiore ho iniziato a soffrire il liceo e tutt'ora non mi è passato. Ho fatto il liceo socio psico pedagogico, che molti non considerano nemmeno un vero liceo, e boh, la sensazione era quella di sprecare tempo. I professori si riempivano la bocca di belle parole, apprendimento interdisciplinare, acquisizione competenze e bla bla, ma alla fine si riduceva tutto in studio nozionistico, niente domande perchè siamo indietro con il programma, è così e basta, studia e ripeti.
    Cosa mi è rimasto di quegli anni? Sinceramente credo niente, solo un sacco di nozioni sbiadite.

    E ora che sto facendo l'università, mi rendo conto che erano pure nozioni SBAGLIATE. Bene! Veramente

  9. #18
    Sower Eurasia
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    Quote Originariamente inviata da Layne S. Visualizza il messaggio
    Guarda, in base agli eventi della mia vita, e alle conoscenze teoriche acquisite nei miei studi, ho maturato l'idea che imparare le lingue a scuola (inclusa l'università) sia un'impresa impossibile... E te lo dico dopo averci investito e puntato nella vita.
    Non sto dicendo che non si raggiunga nessun risultato, ma "imparare" una lingua non è come imparare la letteratura, la fisica o l'economia (infatti "imparare" non è nemmeno il termine giusto), c'è un processo neurologico completamente diverso dietro che si attiva soltanto con determinati stimoli: le ore di grammatica non servono a niente in questo senso (ma sono utili per altro, ci ritorno fra poco), e quelle di conversazione con il lettore saranno utili, ma non possono di certo ricreeare le condizioni perchè l'acquisizione
    della lingua avvenga.
    All'estero hanno proprio un'altra mentalità e, fra le altre cose, iniziano ad essere esposti alla lingua straniera fin dall'infanzia. Inoltre, ho sempre avuto la sensazione che loro non la considerino solo uno strumento ("devo leggere questo libro, il libro è inglese, quindi mi torna utile la mia conoscenza dell'inglese") ma come qualcosa che fa parte delle loro vite. Questo ragionamento vale anche per tanti dei miei colleghi laureati in lingue (dunque si suppone degli esperti e degli amanti delle lingue straniere), quindi la considero abbastanza radicata nella lingua italiana.
    In realtà secondo me l'argomento coinvolge anche altri fattori, uno su tutti la "forza" della propria lingua, ma visto che sono già tremendamente OT non mi dilungo).

    Per imparare una lingua (specialmente da adulti) c'è bisogno di esposizione continua e costante ad una discreta quantità di input, e penso che per il momento nessuna scuola possa offrire questo. La cosa può essere coadiuvata dalla conoscenza teorica delle regole grammaticali e dall'abitudine a compiere riflessioni metalinguistiche; cose un po' più facili da acquisire fra i banchi, e su cui quindi la scuola italiana cerca di puntare.

    Sarei d'accordo a fare una riforma (prima di tutte quella che Holly menzionava dei programmi, in particolare quelli di letteratura e di storia, è ridicolo che siano ancora così vecchio-centrici), e magari anche a cercare di mettere un po' più in pratica le lingue nel linguistico (inclusi laboratori, scambi culturali, ore di lettorato...), ma bisognerebbe cambiare prima di tutto la mentalità.
    Sì in effetti mi sa che abbiamo sforato. Non penso che chiunque frequenti un qualsiasi tipo di istituto/scuola medio-superiori aspiri a raggiungere i massimi livelli di expertise nelle materie ad esso correlate. Il mio discorso penso si sia capito quindi non mi dilungo nemmeno io qui. La mia esperienza post-liceale comunque, per fortuna, è differente.
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  10. #19
    Matricola FdT
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    Quote Originariamente inviata da Holly Visualizza il messaggio

    Per capire X agosto, sì. Devi sapere che suo padre morì il 10 di agosto
    Per il resto, parlavo di un minimo di nozioni per contestualizzare l'autore. Studiare solo la vita, no, per carità! Ma si potrebbe mai capire Dante senza sapere che Beatrice era morta nel '290 e la Vita Nuova è del '293 circa, senza sapere che lui nel '302 era stato esiliato da Firenze e che la Commedia è ambientata nel '300??

    No, non è una mia opinione XD e la vendo come una verità assoluta, perché la nostra è oggettivamente la tradizione letteraria poetica (non prosaica) che ha dato più "spinte" a tutte le alte letterature nazionali occidentali. Il motivo, per esempio, per cui il '600 italiano fa piuttosto pena e altrove è un secolo grandioso (Shakespeare, Cervantes, sono tutti autori di fine '500/inizio '600) è perché loro attingono da quello che gli italiani avevano già scritto cinquant'anni prima.
    La nostra è, se non altro, la letteratura oggettivamente più importante per capire l'intera letteratura occidentale. Non lo sto dicendo io eh. Sulla prosa va fatto un discorso differente, sulla poesia no. Negare questo vuol dire assolutamente affermare eresie.
    Va bene, contenta tu...
    Sulle prime 4 righe del tuo intervento mi trovi concorde.

  11. #20
    Moderatrice Holly
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    Va bene, contenta tu...
    Sulle prime 4 righe del tuo intervento mi trovi concorde.
    Eh, ma io non sto inventando, avrò un minimo di competenza per affermare quello che dico...
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

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