Originariamente inviata da
Layne S.
Guarda, in base agli eventi della mia vita, e alle conoscenze teoriche acquisite nei miei studi, ho maturato l'idea che imparare le lingue a scuola (inclusa l'università) sia un'impresa impossibile... E te lo dico dopo averci investito e puntato nella vita.
Non sto dicendo che non si raggiunga nessun risultato, ma "imparare" una lingua non è come imparare la letteratura, la fisica o l'economia (infatti "imparare" non è nemmeno il termine giusto), c'è un processo neurologico completamente diverso dietro che si attiva soltanto con determinati stimoli: le ore di grammatica non servono a niente in questo senso (ma sono utili per altro, ci ritorno fra poco), e quelle di conversazione con il lettore saranno utili, ma non possono di certo ricreeare le condizioni perchè l'acquisizione
della lingua avvenga.
All'estero hanno proprio un'altra mentalità e, fra le altre cose, iniziano ad essere esposti alla lingua straniera fin dall'infanzia. Inoltre, ho sempre avuto la sensazione che loro non la considerino solo uno strumento ("devo leggere questo libro, il libro è inglese, quindi mi torna utile la mia conoscenza dell'inglese") ma come qualcosa che fa parte delle loro vite. Questo ragionamento vale anche per tanti dei miei colleghi laureati in lingue (dunque si suppone degli esperti e degli amanti delle lingue straniere), quindi la considero abbastanza radicata nella lingua italiana.
In realtà secondo me l'argomento coinvolge anche altri fattori, uno su tutti la "forza" della propria lingua, ma visto che sono già tremendamente OT non mi dilungo).
Per imparare una lingua (specialmente da adulti) c'è bisogno di esposizione continua e costante ad una discreta quantità di input, e penso che per il momento nessuna scuola possa offrire questo. La cosa può essere coadiuvata dalla conoscenza teorica delle regole grammaticali e dall'abitudine a compiere riflessioni metalinguistiche; cose un po' più facili da acquisire fra i banchi, e su cui quindi la scuola italiana cerca di puntare.
Sarei d'accordo a fare una riforma (prima di tutte quella che Holly menzionava dei programmi, in particolare quelli di letteratura e di storia, è ridicolo che siano ancora così vecchio-centrici), e magari anche a cercare di mettere un po' più in pratica le lingue nel linguistico (inclusi laboratori, scambi culturali, ore di lettorato...), ma bisognerebbe cambiare prima di tutto la mentalità.