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L'angolo del chimico

  1. #481
    Sedobren Gocce
    Ospite

    Figo SaLi DeLL'OrO

    Il termine ovviamente si rifà a composti chimici ionici dell'oro; ma il termine è evoluto in un eufemismo usato per indicare i composti usati in medicina.
    L'applicazione dei composti dell'oro in medicina è chiamata "cresoterapia" e "auroterapia." I primi report di ricerche in quest'area apparvero nel 1935, primariamente per ridurre l'infiammazione e per rallentare il progredire di malattie in pazienti con artrite reumatoide. La maggior parte dei composti chimici dell'oro, tra cui alcuni dei farmaci sotto riportati, non sono in effetti sali.

    Accanto ai benefici ci sono anche effetti collaterali degni di nota: primo tra tutti un eccessivo accumulo di oro nell'organismo... è vero che non è propriamente un metallo pesante ma viene annoverato tra essi.
    Il problema è che l'oro tende ad impiegare circa 2 mesi o più per raggiungere uno stato di equilibrio all'interno del corpo umano e ha un tempo di emivita molto lungo.
    E con livelli così elevati di oro ben presto molti organi iniziano ad esser compromessi, e se non si interviene in tempo la compromissione è definitiva, irreversibile.
    Altri effetti collaterali sono diminuzione dell'appetito, nausea, perdita di capelli e diarrea; si son riscontrati anche problemi a pelle, sangue, reni, o polmoni.

    Tra i composti usati in medicina possiamo ricordare:

    - Auranofina

    - Aurotioglucosio

    - Disodio aurotiomalato



    - Sodio aurotiosolfato

    - Sodio aurotiomalato
    Ultima modifica di Sedobren Gocce; 25/6/2008 alle 19:32 Motivo: grazie vincenzo per la precisazione

  2. #482
    Sedobren Gocce
    Ospite

    Predefinito

    L'auranofina è un composto organooro classificato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come agente antireumatico.

    Classe farmacoterapeutica: agente antireumatico


    L'aurotioglucosio, anche noto come oro tioglucosio, è un composto chimico di formula AuSC6H11O5. Questo derivato del glucosio è usato per il trattamento dell'artrite reumatoide.


    Attravero la storia,l'oro fu usato per curare malattie, anche se l'efficacia non fu stabilita. Nel 1935, i farmaci a base di oro erano ritenuti esser efficaci nel trattamento dell'artrite reumatoide. Nonostante molti pazienti avessero reagito positivamente al farmaco, l'oro tioglucosio non fu efficace uniformemente.
    Due farmaci a base di oro rimasero nell'uso clinico per questo scopo negli USA: il sodio aurotiomalato e l'aurotioglucosio, venduti coi nomi commerciali di Miocrisina e Solgonal, rispettivamente. Nel Regno Unito, solo il sodio autoriomalato e l'auranofina sono usati.

    L'oro tioglucosio presenta l'atomo di oro nello stato di ossidazione +I, come altri tiolati dell'oro. È solubile in acqua, specie non ionica che è assunta per esistere come polimero. Sotto le condizioni fisiologiche, una redox porta alla formazione di oro metallico e il derivato acido sulfinico del tioglucosio.

    2 AuSTg → 2 Au + TgSSTg
    TgSSTg + H2O → TgSOH + TgSH
    2 TgSOH → TgSO2H + TgSH

    Totale: 2 H2O + 4 AuSTg → 4 Au + TgSO2H + 3 TgSH

    (dove AuSTg = oro tioglucosio, TgSSTg = tioglucosio disolfuro, TgSO2H = derivato acido sulfinico del tioglucosio)

    L'oro tioglucosio può essere preparato trattando oro bromuro con una soluzione di tioglucosio saturata con SO2. L'oro tioglucosio è quindi precipitato con metanolo e ricristallizzato con acqua e metanolo.

    In recenti ricerche, è stata scoperto che l'iniezione di oro tioglucosio nei topi provoca obesità. L'aurotioglucosio mostra un'interazione con il farmaco antimalarico idrossiclorochina.

    Il disodio aurotiomalato è un composto chimico di formula AuSCH(CO2Na)CH2CO2Na. Assieme al suo derivato monoprotonato, questo complesso di coordinazione o specie strettamente correlate sono usate nel trattamento dell'artrite reumatoide, sotto il marchio registrato di Miocrisina. Il tiomalato è racemico nella maggior parte della formulazione.


    È un polimero. Il sale CsNa2Au2T(TH) (T = tiomalato3-, TH = monoprotonato tiomalato2-) è correlato al disodio aurotiomalato ma è più semplice da cristallizzare e caratterizzare attraverso cristallografia ai raggi X. Il composto è polimerico con catene Au-S-Au-S... con gruppi succinoile attaccati agli atomi di zolfo. La struttura del farmaco correlato aurotioglucosio è anch'essa polimerica con centri di oro(I) doppiamente coordinati. In alcuni composti, l'efficacia risulta dal composto in soluzione, le strutture di alcune specie sono spesso molto poco comprese. I testi medici a volte suggeriscono che lo ione libero Au+ esiste in questo ed in altri composti di oro(I), ma il legame Au-tiolato è molto covalente ioni di oro liberi non esistono in soluzione. Siccome i tiolati di oro semplici sono lipofili, i gruppi carbossilato rendono il disodio aurotiomalato solubile in acqua.
    A volte classificato come composto organooro, il disodio aurotiomalato non contiene legami Au-C, così esso non è un composto organometallico nell'accezione formale del termine.

    Meccanismo di azione sconosciuto. Negli esperimenti in vitro hanno mostrato che l'Au(I) può inibire la proliferazione dei linfociti, il rilascio di enzimi lisosomali, il rilascio di specie ossigenate reattive dai macrofagi, e la produzione di IL-1.
    I sali di oro possono diminuire l'infiammazione alle giunture. Questo effetto può prevenire la distruzione di ossa e cartilagine. In tempi passati i sali di oro furono usati come farmaci secondari (usati quando l'artrite progrediva nonostante i farmaci antiinfiammatori). Ai giorni nostri alcuni di questi farmaci secondari del passato sono usati dall'inizio della terapia per inibire l'erosione delle giunture se possibile.

    Il disodio aurotiomalato può causare rash fotosensivi, distrurbi gastrointestinali, e danni ai reni.

  3. #483
    Sedobren Gocce
    Ospite

    Predefinito

    certamente la chemioterapia a base di metalli quali ad esempio oro e platino è stata (ed in alcuni casi è ancora) usata per il trattamento di tumori... ma la domanda è: son più i benefici o gli effetti collaterali?

    prendiamo in considerazione il cis-platino (o cis-diamminadicloroplatino(II))...


    è usato per trattare vari tipi di cancro, tra cui i sarcomi, alcuni carcinomi (ad es. piccol cancro alle cellule del polmone, e cancro alle ovaie), linfomi e altri tumori... fu il 1° membro di questa classe di composti, che include anche carboplatino e ossaplatino... i complessi del platino sono formati nelle cellule, si legano ad esse e causano cross-linking del DNA - in ultima istanza dando il via all'apoptosi, o morte cellulare "automatica"...

    ci son evidenti effetti collaterali in questo tipo di chemioterapia e sono:

    - NEFROTOSSICITA': è sicuramente il peggiore side effect provocato dall'assunzione del platino; la dose è ridotta quando l'eliminazione di creatinina del paziente è ridotta (è una misura della funzionalità renale)... un'adeguata idratazione e diuresi è usata per prevenire danni ai reni; la nefrotossicità sembra essere legata alle specie ossigenate reattive e in modelli animali può essere migliorata attraverso agenti di scavenging di radicali liberi... è una tossicità dose-limitante...

    - NEUROTOSSICITA': può essere prevenuta attraverso studi di conduttività nervosa prima e dopo il trattamento...

    - NAUSEA e VOMITO: è uno dei maggiori agenti chemioterapici emetogenici, ma questo è ridotto con antiemetici profilattici in combinazione con corticosteroidi...

    - OTOTOSSICITA': sfortunatamente non esiste ad oggi nessun trattamento in grado di prevenire questo effetto collaterale, che potrebbe anche essere grave... analisi audiometrica potrebbe essere necessaria per stabilire il grado di ototossicità... altri farmaci (amminoglicosidi) potrebbero anche essi causare questo effetto collaterale...

    - ALOPECIA (perdita dei capelli): non è generalmente, come è facile intuire, un effetto degno di così grande nota, rispetto ai precedenti...

    - DISTURBO ELETTROLITICO: il cis-platino può causare ipomagnesiemia, ipokaliemia e ipocalciemia...

    Il composto cis-PtCl2(NH3)2 fu per la prima volta descritto da M. Peyrone nel 1845 (conosciuto come sale di Peyrone). La struttura fu dedotta da Alfred Werner nel 1893. Negli anni 60, Barnett Rosenberg e van Camp et al alla Michigan State University scoprirono che l'elettrolisi di un elettrodo di platino producevano cisplatino, che inibiva la fissione binaria nel batterio Escherichia coli (E. coli). Il batterio cresce fino a 300 volte la sua normale lunghezza ma la divisione cellulare fallisce. Rosenberg allora condusse una serie di esperimenti per testare gli effetti di vari composti di coordinazione del platino su sarcomi artificialmente inoculati nei ratti. Questo studio trovò che il cis-diamminodicloroplatino(II) era il più efficace in assoluto all'infuori di questo gruppo, che iniziava la carriera medica del cisplatino.
    Approvato per l'uso clinico dall'FDA USA nel 1978,rivoluzionò il trattamento di certe malattie. Dettagliati studi sul suo meccanismo molecolare di azione, usando una varietà di metodi spettroscopici tra cui raggi X, NMR, e altri metodi chimico-fisici, rivelarono la sua abilità di formare crosslink irreversibili con le basi del DNA.

    sintesi:


  4. #484
    Sempre più FdT
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    Iscrizione: 22/2/2008
    Messaggi: 2,410
    Piaciuto: 0 volte

    Predefinito

    Ottimo lavoro Elwood,davvero ottimo(sopratutto per quanto concerne il cisplatino)!

  5. #485
    Sedobren Gocce
    Ospite

    Predefinito

    grazie vincenzo troppo gentile..

    dacci un occhi e dimmi se ho fatto errori... era un articolo in eng e molti termini non so se esistano in italiano

  6. #486
    Sedobren Gocce
    Ospite

    Predefinito ciclopropani

    Un ciclopropano è un cicloalcano con la formula molecolare C3H6, e consiste di tre atomi di carbonio legati tra di loro a formare un anello, con ogni atomo di carbonio recante due atomi di idrogeno.




    I legami tra gli atomi di carbonio sono più deboli che in un tipico legame C-C. Questo è il risultato degli angoli di 60° tra atomi di carbonio, che è di gran lunga meno del normale angolo di 109.5° per legami tra atomi con orbitali ibridizzati sp3. Questa tensione angolare deve essere sottratta dalla normale energia del legame C-C, rendendo il composto risultante molto più reattivo degli alcani non ciclici e di altri cicloalcani quali ciclopentano e cicloesano. Questa è la descrizione del banana bond dei cicloalcani.
    C'è anche tensione torsionale perché gli atomi di idrogeno sono mantenuti in una conformazione eclissata.
    Comunque, i ciclopropani sono molto più stabili rispetto a ciò che una semplice analisi della tensione angolare potrebbe suggerire. Il ciclopropano può anche essere espresso attraverso un modello frutto della combinazione orbitalica three-center-bonded di carbeni metilenici. Questo risulta nella descrizione orbitalica di Walsh, dove i legami C-C hammo maggiormente carattere pi (greco). Questo è anche perché i ciclopropani spesso hanno reattività simile agli alcani. Questo è anche perché i carbeni possono facilmente addizionarsi ad alcani per produrre ciclopropani. I ciclopropani portati all'estremo sono i tetraedrani e i propellani.


    È un anestetico quando inalato, ma è stato sostiuito e superato da altri agenti anestetici nella moderna pratica. Questo a causa della sua estrema reattività in condizioni normali: quando il gas viene miscelato con ossigeno c'è un significativo rischio di esplosione.



    Possono essere preparati in laboratorio attraverso sintesi organica in molte vie e molti metodi sono semplicemente chiamati ciclopropanazioni:
    • addizione di sodio a 1,3-dibromopropano nella reazione di Freund (1881) o zinco a 1,3-dicloropropano nella reazione di Gustavson (1887)
    • addizione ad una alchene di un organo-zinco (carbene) nella reazione di Simmons-Smith (1958) per esempio all'alcol cinnamico. In un adattamento un'ammide è fatta reagire con due equivalenti di diclorometano in presenza di TiCl4 e magnesio:
    è stato proposto un possibile meccanismo per la reazione:
    • addizione ad un alchene da parte di un carbene come il dibromocarbene nella sintesi di propellano o metil diazoacetato
    • sostituzione nucleofila di un gruppo uscente da parte di un nucleofilo al carbonio in una relazione 1,3, per esempio la sintesi del ciclopropilacetilene dal 5-cloro-1-pentino. Altro esempio può essere trovato nella reazione di Bingel. Una reazione asimmetrica a creare tre stereocentri è stata dimostrata mettendo a reagire il cicloesenone con bromonitrometano in presenza di trans-2,5-dimetilpiperazina come base e basata su un catalizzatore organico quale l'(S)-5-(pirrolidin-2-ilmetil)-1H-tetrazolo:
    • un coupling intramolecolare di Wurtz per esempio nella sintesi del biciclo[1.1.0]butano
    • una reazione di riarrangiamento di alcuni ciclobutani per esempio la conversione dell'1,2-ciclobutandiolo a ciclopropanecarbossialdeide
    • una reazione di riarrangiamento fotochimico di 1,4-dieni a vinilciclopropani
    • reazione di esteri con Grignards in presenza di un alcossido di titanio nella reazione di Kulinkovich
    • espulsione di azoto in alcune pirazoline nella così chiamata sintesi ciclopropanica di Kishner

  7. #487
    Rude Chrystel
    Ospite

    Predefinito

    Mi dici come si fa l'etere?

  8. #488
    Overdose da FdT dada
    Iscrizione: 12/1/2006
    Messaggi: 9,710
    Piaciuto: 21 volte

    Predefinito

    elwood...mi sono informato x la salvia divinorum...

    gran bella pianta...grazie...

    kissà, magari un giorno...

  9. #489
    Sedobren Gocce
    Ospite

    Predefinito

    Quote Originariamente inviata da Rude Chrystel Visualizza il messaggio
    Mi dici come si fa l'etere?
    È raramente preparato nei laboratori a causa dei pericoli che comporta e della facile disponibilità per i laboratori legali.
    La maggior parte del dietiletere è prodotta come sottoprodotto nella sintesi dell'etanolo dalla fase vapore della reazione di idratazione dell'etilene. Si ottiene dietiletere al 95%.
    Può essere preparato sia su piccola scala nei laboratori che su scala industriale attraverso sintesi degli eteri in ambiente acido. L'etanolo assoluto è miscelato con un acido forte, tipicamente acido solforico concentrato, H2SO4. L'acido dissocia producendo ioni idrogeno, H+. Uno ione idrogeno protona l'atomo di ossigeno elettronegativo dell'etanolo, dando alla molecola di etanolo una carica positiva:

    CH3CH2OH + H+ → CH3CH2OH2+

    Un atomo di ossigeno nucleofilo di una molecola di etanolo non protonata sposta una molecola di acqua dalla molecola di etanolo protonata (elettrofila), producendo acqua, uno ione idrogeno e dietiletere.

    CH3CH2OH2+ + CH3CH2OH → H2O + H+ + CH3CH2OCH2CH3

    Questa reazione deve essere condotta a temperature minori di 150°C per garantire che un prodotto di eliminazione (etilene) NON sia il prodotto della reazione. A temperature maggiori, l'etanolo disidraterà a formare etilene. La reazione è realizzato. Per ottenere una buona resa di etere, è richiesto che l'etere venga distillato via dalla miscela di reazione prima che esso ritorni etanolo, sfruttando il principio di Le Chatelier.
    Un'altra reazione che può esser usato per ottenere il dietiletere è la sintesi degli eteri di Williamson, in cui un alcossido (prodotto dissolvendo un metallo alcalino in alcol) opera una sostituzione nucleofila su un alogenuro alchilico.


    Quote Originariamente inviata da =DaDa= Visualizza il messaggio
    elwood...mi sono informato x la salvia divinorum...

    gran bella pianta...grazie...

    kissà, magari un giorno...
    d niente, figurati...

    magari un giorno...

  10. #490
    Sedobren Gocce
    Ospite

    Predefinito

    dimenticavo sul dietiletere

    L'etere dietilico è estremamente infiammabile. I vapori di questa sostanza sono più densi dell'aria e tendono ad accumularsi se il locale non è adeguatamente aerato: anche una semplice scarica elettrostatica può incendiare i vapori di etere. Tali vapori inoltre prendono fuoco in maniera esplosiva, pertanto l'uso dell'etere dietilico dovrebbe avvenire preferibilmente solo sotto una cappa aspirante.

    L'etere dietilico è anche suscettibile alla formazione di perossidi organici. I perossidi dell'etere sono sostanze alto bollenti ed esplosive in forma secca perciò si raccomanda di non distillare mai l'etere dietilico fino a concentrarlo completamente, in quanto il rischio di causare un'esplosione aumenta esponenzialmente. L'etere dietilico viene solitamente addizionato con BHT - 2,6-bis(1,1-dimetiletil)-4-metilfenolo, che riduce la formazione di perossidi. Le bottiglie più vecchie di tre mesi dovrebbero venire periodicamente sottoposte ad analisi per rilevare la presenza di perossidi. Un filo di ferro, che rilascia ioni Fe(III) catalizzando la decomposizione dei perossidi, viene talvolta aggiunto alle bottiglie di etere dietilico, così da preservare il solvente. Tuttavia gli ioni Fe(III) sono contemporaneamente in grado di aumentare la formazione di perossidi. Lo stoccaggio dell'etere con idrossido di sodio (NaOH) porta invece alla precipitazione della sostanza intermedia etere idroperossido.

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