Sicurezza amara - il Bitrex
Nonostante gli occhi attenti dei genitori e dei nonni, ogni anno migliaia di bambini devono ricorrere a cure mediche perché in casa hanno bevuto qualche prodotto chimico. Molti devono essere ricoverati ma, per fortuna, pochissimi muoiono. Ci sono due modi per proteggere i piccoli da questo genere di rischi: il primo è assicurarsi che tutti i recipienti che contengono sostanze pericolose dispongano di chiusure a prova di bambino; il secondo è di mettere nei prodotti di uso domestico qualcosa che li renda sgradevoli al gusto, talmente sgradevoli che qualsiasi bambino, non appena li mette in bocca, li sputi fuori disgustato.
L'avvelenamento accidentale può aver luogo nel bagno, in cucina, in garage o nel ripostiglio, quando un bambino piccolo trova una bottiglia di liquido, spesso dai colori attraenti, e decide di berne un po'. Tra i liquidi comunemente ingeriti abbiamo lo shampoo, la candeggina, il balsamo per capelli, i solventi per vernici, i prodotti per la sverniciatura, i detergenti per il bagno, la paraffina, gli insetticidi, i disinfettanti, il veleno per i ratti e l'alcole denaturato. Secondo le statistiche ospedaliere, le sostanze più pericolose se ingerite da un bambino sono la trementina, la paraffina, la soda caustica, l'alcole (per esempio nei profumi e nei dopobarba) e gli sverniciatori.
L'allarme che suscita nei genitori la scoperta di quel che ha fatto il figlio dipende da quanto conoscono il prodotto chimico.
Per esempio è facile credere che la candeggina sia molto pericolosa e l'alcole denaturato sia relativamente innocuo, mentre in realtà è vero il contrario; o può darsi che un disinfettante susciti più allarme di uno shampoo. In ogni caso, bisogna rivolgersi a un medico e bisogna farlo quanto più in fretta possiibile. Per fortuna la maggior parte delle emergenze di questo tipo si risolve in falsi allarmi, e i bambini portati di corsa in ospedale o al pronto soccorso hanno più bisogni di rassicurazione che di cure. Oppure, a volte, il trattamento può limitarsi a poco più di un calmante per lo stomaco, per alleviare il fastidio dell'infiammazione, e ad acqua in abbondanza per aiutare l'organismo a smaltire quel che ha ingerito. Solo in rari casi si rende necessaria la tanto temuta lavanda gastica. Detto questo, resta il fatto che i prodotti chimici in casa sono una fonte di preoccupazione per tutti i genitori e che, se tutto fosse fatto in modo sicuro, i medici risparmierebbero molto tempo prezioso e i bambini correrebbero meno rischi di essere traumatizzati. Senza poi dimenticare i genitori, che spesso sono sconvolti più dei figli.
Un'ovvia precauzione da prendere è dare ai prodotti domestici un sapore repellente; quello che ci vuole è dunque una sostanza indicibilmente amara, dato che è questo il meno sgradevole dei sapori (nell'età vittoriana, quando la maggior parte degli avvelenamenti domestici erano dovuti alle medicine, queste venivano fabbricate con un sapore estremamente amaro appunto per evitare che i bambini le ingerissero).
L'additivo non deve però interferire con la funzione del prodotto, e dev'essere sufficiente in quantità minime, in modo che i fabbricanti non siano dissuasi dall'aggiungerlo per ragioni economiche.
La natura produce diverse sostanze dal sapore estremamente amaro, come l'Aloe amara, l'assenzio dalle foglie di Artemisia absinthium, la genziana dalle radici di Gentiana lutea e la quassia dal fusto di Jamaica quassia. Queste sostanze sono state usate talvolta per scoraggiare i bevitori, ma spesso sono state impiegate con lo scopo opposto: aggiunte agli aperitivi, si ritiene stimolino l'appetito. Ma la molecola che oltrepassa ogni altra con il suo sapore amaro è il Bitrex. Il Bitrex è stato scoperto nel 1958 dalla casa farmaceutica scozzese T. & H. Smith Ltd. di Edimburgo, nel corso di una ricerca su nuovi antidolorifici del tipo della lignocaina, che intorpidisce la pelle quando vi viene applicata. Il Bitrex è una polvere bianca non tossica, solubile in ogni genere di solvente, ed è citato dal Guinness dei primati come la più amara sostanza conosciuta. Siamo in grado di percepirne il sapore ad una concentrazione di sole 10 ppb, e di sentirlo come amaro a 50 ppb*. In genere di usa a livelli di qualche parte per milione; l'alcole industriale, per esempio, viene denatura con 10 ppm** di Bitrex.
Il Bitrex si adatta perfettamente ai recettori dell'amaro presenti sulla lingua, e questo spiega come mai, una volta messo in bocca, provochi una risposta immediata che si protrae però a lungo.
Il suo nome chimico è denatonio benzoato, di cui il denatonio costituisce il componente attivo. Il denatonio è formato da gruppi etilici e un gruppo benzilico legati a un atomo di azoto. Se questi gruppi sono sostituiti da metili, chimicamente molto simili ma più piccoli, l'amarezza si riduce di 100000 volte; in effetti qualche modificazione della molecola, per quanto lieve, la rende molto meno potente.
Oltre ad essere aggiunto ai prodotti chimici domestici, il Bitrex ha trovato numerose applicazioni. Tra i prodotti in cui può essere presente a scopo protettivo si annoverano: smalti, rinfrescanti per l'aria, coloranti per capelli, prodotti per le pulizie mediche, prodotti per la pulizia dell'auto e accendini. Si possono usare vernici al Bitrex per ricoprire veccie verniciature contenenti piombo, e dissuadere i bambini dallo staccare le scaglie e mangiarle, come alcuni sono portati a fare. Alcuni fabbricanti sono ancora restii a introdurlo, ma i modesti costi aggiuntivi iniziali non possono essere una ragione valida. E' stato aggiunto in palline, sui giovani alberi per evitare che gli animali si cibassero delle loro foglie e della corteccia, e in speciali smalti per unghie per impedire di morsicarsele.
La maggior parte del Bitrex comunque viene usata per denaturare l'alcole industriale.
* ppb significa una parte per 1000000000 di parti, una parte in 10^9, e un valore di 1×10^–9; questo è equivalente ad una goccia di acqua diluita in 50 m3, o circa tre secondi di un secolo
** ppm significa una parte per 1000000 di parti, una parte in 10^6, e un valore di 1×10^–6; questo è equivalente ad una goccia di acqua diluita in 50 litri, o circa trenta secondi di un anno