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Scudo fiscale

  1. #51
    obo
    .
    35 anni
    Iscrizione: 23/9/2005
    Messaggi: 35,505
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    Quote Originariamente inviata da Wolverine Visualizza il messaggio
    E chi sarebbe?




    Sì, quella frase di D'Alema era davvero comica, mamma mia
    lui Roberto Morassut

  2. #52
    Dovahkiin
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    Certo è poi sn io quello ke nega l'evidenza vero?
    Loro avevano il potere di fermare lo scudo fiscale o almeno di provarci, se nn l'hanno fatto evidentemente c'è un motivo, tipo ke tra i fondi all'estero ci siano anke quelli dell'opposizione... Ah ma no loro sn santi... XD
    Potere di fermarlo? Lol.

  3. #53
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
    Iscrizione: 3/4/2006
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    Mai sentito nè visto prima in vita mia

  4. #54
    Wishmaster
    Ospite

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    Quote Originariamente inviata da drkheart Visualizza il messaggio
    Potere di fermarlo? Lol.
    Dai xkè devi farmi bestemmiare?
    Ho scritto anke:"...o almeno cercare..." e dato ke il pd fa parte dell'opposizione, prende soldi, ma tanti soldi cm tt i politici e ha un suo ideale di politica aveva mlt più senso ke partecipassero tt (visto ke fa parte del loro lavoro esser presenti in parlamento, oppure è veramente un hobby cm penso?), anke se il loro voto nn avesse fermato lo scudo, almeno ki li ha votati può dire:"bhe hanno cercato di fare il possibile..." ed invece? Scusami ma un opposizione del genere potrebbe anke starsene a casa a qst punto, anzi si licenzia direttamente così risparmiamo un po' di soldi.

    P.S.: neanke qnd all'opposizione c'era la destra mm riusciva a fermare mlt proposte della sinistra, ma almeno loro c'erano.

  5. #55
    Dovahkiin
    Utente cancellato

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    Quote Originariamente inviata da Wishmaster Visualizza il messaggio
    Dai xkè devi farmi bestemmiare?
    Ho scritto anke:"...o almeno cercare..." e dato ke il pd fa parte dell'opposizione, prende soldi, ma tanti soldi cm tt i politici e ha un suo ideale di politica aveva mlt più senso ke partecipassero tt (visto ke fa parte del loro lavoro esser presenti in parlamento, oppure è veramente un hobby cm penso?), anke se il loro voto nn avesse fermato lo scudo, almeno ki li ha votati può dire:"bhe hanno cercato di fare il possibile..." ed invece? Scusami ma un opposizione del genere potrebbe anke starsene a casa a qst punto, anzi si licenzia direttamente così risparmiamo un po' di soldi.

    P.S.: neanke qnd all'opposizione c'era la destra mm riusciva a fermare mlt proposte della sinistra, ma almeno loro c'erano.
    Ok Ok mi scoccia continuare una discussione infruttuosa *Pat Pat*

  6. #56
    Wishmaster
    Ospite

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    Quote Originariamente inviata da drkheart Visualizza il messaggio
    Ok Ok mi scoccia continuare una discussione infruttuosa *Pat Pat*
    Ke bel comportamento il tuo... vuoi dirmi ke il lavoro dei politici è quello di "nn partecipare alla vita politica di un paese"? Insomma è vero il paese può andare a put**** basta ke nn ci sia il nano no? Mai far pesare qualke mancanza o in qst caso "cazzata" della sinistra, sennò riskia di diventare gobba cm andreotti, è nel giusto sl qnd pronuncia vuote parole a cui nn danno seguito cn i fatti...

    E qui nn sto parlando di destra o sinistra, ma degli obblighi ke dovrebbe avere un politico nel svolgere il suo lavoro.

  7. #57
    Dovahkiin
    Utente cancellato

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    Quote Originariamente inviata da Wishmaster Visualizza il messaggio
    Ke bel comportamento il tuo... vuoi dirmi ke il lavoro dei politici è quello di "nn partecipare alla vita politica di un paese"? Insomma è vero il paese può andare a put**** basta ke nn ci sia il nano no? Mai far pesare qualke mancanza o in qst caso "cazzata" della sinistra, sennò riskia di diventare gobba cm andreotti, è nel giusto sl qnd pronuncia vuote parole a cui nn danno seguito cn i fatti...

    E qui nn sto parlando di destra o sinistra, ma degli obblighi ke dovrebbe avere un politico nel svolgere il suo lavoro.
    T'ho detto che non mi va di continuare... Non li sto neanche leggendo i tuoi post

    Se vuoi continuare a scrivere per la gloria, a te la keyboard

  8. #58
    Wishmaster
    Ospite

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    Quote Originariamente inviata da drkheart Visualizza il messaggio
    T'ho detto che non mi va di continuare... Non li sto neanche leggendo i tuoi post

    Se vuoi continuare a scrivere per la gloria, a te la keyboard
    Già qnd comoda, imparerò da te...

  9. #59
    obo
    .
    35 anni
    Iscrizione: 23/9/2005
    Messaggi: 35,505
    Piaciuto: 122 volte

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    13 ottobre 2009
    La vera pacchia nelle banche italiane dove gli evasori sono molto più protetti del previsto.

    Sarà che ormai non fa più il fiscalista da anni e di clienti in carne e ossa ne vede pochi, ma il ministro Giulio Tremonti ignora di certo che succede là fuori, oltre le mura umbertine del palazzo di Via XX settembre. Eppure qualunque commercialista vi spiegherebbe che se in una legge si lasciano abbastanza spazi indefiniti, questa forse sembra innocua, ma poi in realtà provoca effetti devastanti. E se il tutto viene peggiorato dalle “Istruzioni definitive dell’Agenzia delle Entrate”, ufficializzate sabato, l’apertura delle stalle per il rientro dei famosi buoi-evasori raggiunge estensioni mai viste. Direttamente da prateria. Ecco allora che cosa sta realmente accadendo nelle banche italiane, secondo quanto raccontano al “Fatto Quotidiano” alcuni dirigenti che hanno la responsabilità di gestire lo scudo. Ne esce la prima collezione “Total Recycling”, autunno-inverno 2009. Oppure il nuovo manuale del Bravo Riciclatore, se vogliamo girare la faccenda dal punto di vista della “dottrina dominante”. Che oggi è quella di chi rimpatria denari e fino a ieri aveva il problema di evitare la contestazione di reati.

    OCCHIO ALLE SPROPORZIONI. Se il Bravo Riciclatore ha dei soldi depositati su un conto estero a nome di una società fittizia o di un prestanome, il suo denaro può essere “scudato” in Italia su un conto intestato a una persona diversa da lui e dal “mittente” estero. La banca può effettuare segnalazioni anti-riciclaggio solo se il tizio che le viene mandato avanti vuole affidarle importi “notevolmente sproporzionati al profilo economico-professionale del cliente”. Ma anche nel caso in cui la banca trovi strano che un signore che guadagna cinquantamila euro l'anno voglia rimpatriare dieci milioni, ecco che la legge aiuta il Bravo Riciclatore. Come? Da oggi non è più necessario far partire la segnalazione anti-riciclaggio se la regolarizzazione ha come “reati sottostanti” quelli tributari o il falso in bilancio. In pratica, per non essere segnalati, basta avere una qualsiasi attività economica, dalla tintoria all’autosalone alla scuola di guida (per fare esempi tratti dalle inchieste di mafia) e non dichiarare espressamente che si stanno facendo rientrare i soldi dei Corleonesi. In più, non essendoci obbligo di corrispondenza fra chi effettua il bonifico e chi lo riceve, si può finalmente riciclare su scala mondiale e non più solo da padrino a ragioniere della “mala”. Per ipotesi, se la mafia italiana volesse offrire il suo know-how a quella cinese, da oggi è tutto più facile.

    RIPULIRE SOLDI MAI ESPATRIATI. Se il denaro si trova in contanti in Europa, non c'è problema. Il Bravo Riciclato-re deve solo compilare un modulo di rimpatrio e consegnarlo alla banca entro 48 ore dal deposito dei soldi sul conto scudato. Il trattato di Schengen non era stato pensato per questo, ma pazienza. Se invece i soldi si trovano in un paese extra-Ue, la dichiarazione viene consegnata all'ufficio doganale al momento del passaggio della frontiera. É inutile dire che se il denaro si trova già in Italia perché magari è frutto di estorsione, traffico di droga e affini, e non si è avuto tempo o modo di farlo uscire prima, basta che il Bravo Riciclatore si presenti in banca con l’autocertificazione che i milioni provengono da un paese Ue e il gioco è fatto. Anche se i soldi non si sono mai mossi da Gela, per dire.

    LO SCUDO PER I POLITICI. Se il Bravo Riciclatore è casualmente un politico corrotto che vuole scudare le tangenti, la nuova legge viene incontro anche a lui. Che, vogliamo mica discriminarlo? La circolare sancisce espressamente che le persone “politicamente esposte” residenti in Italia possono usufruire dello scudo fiscale nello stesso regime di segretezza di tutti gli altri. All’estero, almeno in Occidente, non funziona così. Anzi! Una volta scudate le somme, per il Bravo Riciclatore i rischi sono bassissimi perchè il conto è “secretato”. All'Amministrazione finanziaria è impossibile sapere se un individuo ha un conto corrente presso una certa banca. Le imposte infatti non sono pagate dalla persona che scuda (altrimenti ne rimarrebbe traccia e addio “Bella Italy”), ma dalla banca in qualità di sostituto. E in caso di verifica fiscale sul Bravo Riciclatore, la banca non deve rilasciare informazioni né sull'esistenza né sull’entità del conto scudato. Quindi, se non si è individuati espressamente come mafiosi o riciclatori, non si può essere beccati neanche da un controllo casuale sui redditi.

    SI TORNA ALLE CAYMAN! Si possono usare i soldi scudati come meglio si crede e anche questa è una bella notizia per la “libertà di intraprendere” del Bravo Riciclatore. I milioni rimpatriati più o meno fittiziamente si possono investire in titoli, azioni e strumenti finanziari. Il bello è che a questo punto si può nuovamente mandarli all’estero. Se questa meraviglia la scoprissero in Germania, dove la ‘Ndrangheta ha già dato bella prova di sè, non ne sarebbero entusiasti. Insomma, il Festival internazionale del riciclaggio all’italiana è appena iniziato. Le porte delle banche non sono aperte. Sono spalancate per legge. E se il Bravo Riciclatore avesse ancora dubbi, alcuni istituti hanno anche messo a disposizione appositi call center. Neanche la Panama del mitico Manuel Noriega era arrivata a tanto.

    da Il Fatto Quotidiano n°18 del 13 ottobre 2009
    perdonatemi l'azzardo, ma sono sempre più dell'idea che chi è a favore dello scudo fiscale è perchè è pure lui un bravo riciclatore del tipo riportato nell'articolo.

    che *******ta di legge. alla fine in italia privilegiamo sempre i più ricchi, chi ruba i soldi e li facciamo passare pure per modelli di persone fighe da imitare..

  10. #60
    Mai più senza FdT RudeMood
    Donna 43 anni
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    Per non incorre in sanzioni dall’Unione europea, il governo accetta le norme antiriciclaggio togliendo l’anonimato allo scudo fiscale. La Guardia di Finanza potrà conoscere nomi e dati fiscali di chi ha “scudato” i suoi capitali ed avviare così accertamenti e sanzioni.



    Nell’ambito delle operazioni relative allo scudo fiscale, vanno applicate le disposizioni antiriciclaggio previste dal Decreto Legislativo numero 231 del 2007, norma che estende la lotta al denaro sporco anche all’emersione, voluta dall’allora ministro delle Finanze del governo di centrosinistra, Vincenzo Visco. Questo significa che in termini di adeguata verifica, di registrazione e di segnalazione di operazioni sospette, i nomi di coloro che aderiscono allo scudo fiscale, possono essere rinvenuti dalla Guardia di Finanza nella documentazione antiriciclaggio tenuta dai professionisti e dagli intermediari finanziari e, pertanto, può utilizzarli anche a fini fiscali. Questa è l’ultima interpretazione data dai “tecnici” del dipartimento del Tesoro alla normativa sull’ultimo scudo fiscale. Una novità, come si vede, molto importate. La Guardia di Finanza, d’ora in poi, può fare verifiche sia negli istituti di credito sia negli studi di commercialisti ed intermediari ed acquisire i nomi dei clienti che si sono avvalsi dello scudo. A fare breccia nell’anonimato così come previsto dallo scudo voluto dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, sono state le disposizioni in tema di antiriciclaggio di denaro “sporco”. Secondo la review del dipartimento del Tesoro, nelle operazioni relative allo scudo fiscale trovano pienamente applicazione “tutti i presidi antiriciclaggio” previsti dal Dlgs 231/2007, conseguentemente, i soggetti destinatari degli obblighi antiriciclaggio che intervengono nell’iter della procedura di rimpatrio o, come assai più probabile, di semplice regolarizzazione, “devono provvedere all’adeguata verifica della clientela; alla registrazione dei dati, all’obbligo di segnalazione di operazioni sospette”, a patto che queste siano comunque motivate da particolari attività d’indagine. Ne deriva che tutti i professionisti a cui si sono rivolti i clienti che intendevano “scudare” i loro capitali, precedentemente “esportati” illegalmente all’estero, possono far conoscere alle autorità competenti, i nomi e tutti gli altri dati sensibili dei loro assistiti. Peraltro, la stessa normativa antiriciclaggio prevede la possibilità per la GdF di effettuare controlli presso coloro che sono tenuti a tali adempimenti, per verificarne la piena osservanza e l’esplicita possibilità di utilizzo a fini fiscali dei dati e delle informazioni registrate. La procedura può essere avviata sia autonomamente dalle “Fiamme Gialle”, sia su mandato dell’autorità giudiziaria.
    COSA È SUCCESSO? – Come mai ad una settimana dal termine della procedura di adesione allo scudo fiscale (che scade, è bene ricordarlo, il prossimo 15 dicembre) è avvenuta questa sorta di rivoluzione copernicana? Una possibile risposta, a nostro avviso, può essere la seguente. La “precedente” versione dello scudo, con tanto di anonimato totale, era rischio bocciatura da parte dell’Unione Europea, poiché palesemente in contrasto con la direttiva antiriciclaggio comunitaria. Sul portale d’informazione economica lavoce.info l’avvocato Giuseppe Scassellati Sforzolini, partner dello studio Cleary-Gottlieb, ha sostenuto che: “Lo Stato italiano può essere citato dalla Commissione europea davanti alla Corte di giustizia perché questa constati la violazione ai sensi dell’articolo 226 del Trattato“. In alternativa, “non solo qualsiasi giudice, ma anche qualsiasi autorità pubblica, è tenuta a disapplicare una norma interna, anche di rango primario, contraria a una disposizione di una direttiva, applicando in sua vece la disposizione della direttiva stessa, se sufficientemente chiara, come in questo caso“. L’emendamento inserito dal Parlamento all’articolo 13 del decreto 78/2009 prevedeva che alle operazioni di emersione fatte con lo scudo fiscale non si applica l’obbligo di segnalazione delle operazioni sospette. “Senza addentrarsi nel tema, invero complesso e controverso – sostiene l’avvocato – dell’estensione della non punibilità penale introdotta dal nuovo scudo fiscale, basti osservare che, se fosse fuor di dubbio che non si estende alle attività criminose, il Parlamento non avrebbe avvertito la necessità di sospendere completamente l’obbligo di segnalazione, contrariamente al precedente scudo fiscale del 2001 e alla versione soft approvata con il decreto 78/2009: entrambi non a caso escludevano espressamente la punibilità dei soli reati di natura fiscale“. In pratica, la normativa sinora in vigore sullo scudo violava la direttiva europea 2005/60 sull’antiriciclaggio, che vieta agli Stati membri di sospendere gli obbligo di segnalazione. Una bocciatura in ambito europeo avrebbe messo a rischio tutta l’operazione “scudo fiscale”, basti immaginare a tutta la possibile serie di ricorsi alla stessa Alta Corte di Bruxelles. Nonché, per usare un termine ultimamente molto in voga, procurato al nostro paese l’ennesimo “s*******mento” all’estero.
    MA NON FINISCE QUI - Del resto alcuni europarlamentari italiani dell’Italia dei Valori, fra i quali Luigi De Magistris, e Vittorio Prodi del Partito democratico avevano presentato una denuncia formale alla Commissione contro lo scudo fiscale varato dal governo il 2 ottobre scorso. Secondo il ricorso la misura “non è né giustificabile né sostenibile”, poiché viola tre principi chiave del diritto comunitario. Nelle motivazioni si legge: “viola le norme comunitarie sull’Iva, sugli aiuti di Stato e sul riciclaggio”. Il dipartimento del Tesoro, come si è visto, è corso ai ripari, abolendo, di fatto, l’anonimato con riferimento alla normativa sull’antiriciclaggio. Restano, tuttavia,ancora i dubbi sugli altri due punti presentati nella denuncia di De Magistris&Co. In particolare: il provvedimento si scontrerebbe contro le disposizioni dell’Ue sull’Iva, concedendo, di fatto, un’amnistia fiscale sul suo pagamento. Secondo il legale esperto in questioni comunitarie Giuseppe Giacomini, al quale è stato affidato l’incarico di portare avanti l’iniziativa, “qualsiasi misura che riguardi l’Iva deve essere autorizzata dalla Commissione europea preliminarmente, dietro notifica formale, e lo scudo, che non è stato notificato, incide direttamente sull’evasione delle imposte dirette e dell’Iva”. L’avvocato ha sottolineato inoltre che il “18 settembre scorso la Corte di Cassazione italiana ha dato obbligo di esecuzione immediata a una sentenza della Corte di giustizia europea che annullava il condono fiscale dell’Iva del 2002”. In questo modo, ha spiegato Giacomini, si è “disposto l’obbligo di rimborso dell’Iva da parte di chi ha approfittato del condono, e questo vuol dire che lo stesso potrebbe accadere in caso di annullamento dello scudo”. A lungo termine si potrebbe dunque trattare di una vera e propria “trappola per evasori fiscali”. Sull’altro punto, con lo scudo fiscale si prefigura la possibilità di usare i patrimoni rimpatriati (pagando solo il 5% di imposte) per ricapitalizzare un’impresa. Il legale ha fatto un esempio: “Immaginiamo due aziende in difficoltà a causa della crisi, una che ha sempre pagato le tasse e l’altra che ha 10 milioni di euro in nero all’estero. La seconda, facendoli rientrare con lo scudo, potrebbe salvare l’azienda con nuovi investimenti”. Ciò può configurarsi come un aiuto di Stato che dovrebbe essere autorizzato dalla Commissione, dal momento che, distorcendo la concorrenza, andrebbe a svantaggio delle aziende concorrenti che non hanno mai evaso il fisco.

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    Mezzo passo avanti.

    E poi a tradimento tasserei i capitali del 50 %

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