LONDRA - La Cina ha eseguito la sentenza di morte contro il cittadino britannico Akmal Shaikh, condannato per traffico di droga. Il premier britannico Gordon Brown ha detto di essere "scandalizzato" dal fatto che tutte le richieste di clemenza del suo governo, basate sull' infermità mentale di Shaikh, sono state "ignorate" da Pechino. Shaikh è il primo cittadino di un paese europeo ad essere messo a morte in Cina dal 1951, quando fu fucilato l' italiano Antonio Riva, condannato per un inesistente "complotto" per uccidere l'allora leader cinese Mao Zedong.
In un comunicato emesso quasi contemporaneamente all' esecuzione di Shaikh, la Corte Suprema cinese ha confermato la condanna, sostenendo che i diritti dell' imputato sono stati "pienamente rispettati" durante il processo. Il comunicato, diffuso dall' agenzia Nuova Cina, non chiarisce la ragione del nuovo pronunciamento della Corte, che già un mese fa aveva confermato la sentenza di morte. Akmal Shaikh, che aveva 53 anni, era stato arrestato nel 2007, dopo essere stato trovato in possesso di una valigia con quattro chili di eroina all' aeroporto di Urumqi, nel nordovest della Cina.
La Cina ha anche respinto le accuse di Brown: 'la giustizia cinese e' indipendente', ha ribadito la portavoce del ministero degli esteri cinese Jiang Yu e il processo a Shaikh e' stato condotto secondo le regole.
I familiari affermano che l' uomo era affetto da tempo da una malattia mentale chiamata disordine bipolare. Questo ne avrebbe fatto una facile preda per un gruppo di trafficanti che gli avrebbe consegnato la valigia senza che Shaikh ne conoscesse il contenuto. La Cina è il Paese che commina ed esegue il maggior numero di condanne a morte del mondo. La pena capitale è prevista per 68 reati. La cifre delle condanne e delle esecuzioni sono considerate segreti di Stato da Pechino. I gruppi umanitari affermano che sono "migliaia" ogni anno.
Da ansa.it
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Al di là della discutibilissima questione della pena di morte già trattata in altri topic, mi chiedevo se la frase della portavoce cinese non fosse un segnale di chiusura diplomatica. Personalmente l'ho percepita come una forte provocazione e sfida non solo al nostro sistema giudiziario, ma anche al nostro modo di "pretendere"(forse) un trattamento umano per i nostri cittadini all'estero. Voi cosa ne pensate? L'ho percepito solo io questo voler condannare a tutti i costi per dimostrare la propria onnipotenza (da loro chiamata indipendenza)?