Originariamente inviata da
Abel Balbo
Pongo all'attenzione di lor signori questo articolo:
Padovanews - Ictus: piu' prevenzione, meno incidenza
In particolare la parte conclusiva, dove cita:
"In Italia l'ipertensione colpisce oltre il 60% delle persone che hanno superato i 65 anni, che da noi rappresentano il 19,7% della popolazione, una delle piu' alte percentuali a livello mondiale.
Eppure un terzo degli anziani ipertesi non e' trattato e circa la meta' dei pazienti trattati non ha un controllo soddisfacente della pressione arteriosa", conclude Di Carlo, ricordando che "a livello mondiale
l'ictus cerebrale rappresenta la seconda causa di morte e
la prima causa di disabilita' nel soggetto adulto-anziano, con 16 milioni di nuovi episodi registrati ogni anno, 5,7 milioni di morti per anno dovuti a questa patologia ed un costo corrispondente a circa lo 0,27% del PIL e al 3% delle spese dei sistemi sanitari nei paesi occidentali".
Ora, chiedo: come sono distribuiti geograficamente in Italia i malati di ipertensione non sufficientemente trattati dai servizi sanitari locali?
Anche questo è un dato importante che contribuisce a far si che si abbiano più persone colpite da ictus (e quindi disabili) in una certa zona geografica piuttosto che in un altra.
E' risaputo d'altronde che la sanità povera è quella del sud.
Certo che se per fare un ecodoppler, una risonanza cerebrale, etc. in alcune regioni del nord non pago il ticket o pur pagandolo ottengo un appuntamento per la mia analisi in tempi brevi, mentre invece in Calabria(tanto per citare una regione) se richiedo oggi una prestazione la ottengo fra 18 mesi... direi che anche questa è una buona ragione per la quale si possono trovare più disabili e quindi più pensioni di invalidità al sud che non al nord!