Appunto. Il fatto che non sia possibile scrivere l'Opera Omnia di ogni dialetto, dato che varia da paese a paese, non toglie che siano comunque discernibili delle regole comuni su cui basare uno studio sommario. E poi più che sulla grammatica un corso del genere dovrebbe basarsi su molta applicazione pratica.
Perchè Alberti non procedeva con metodo SCIENTIFICO.
Grammatiche e vocabolari sono strumenti scientifici e solo con la fine del 700 si è riusciti ad approntare uno studio rigoroso sulla lingua. Prima molte ipotesi, intuizioni, ma nulla di più.
Scusate se ribadisco ma : se una grammatica non è scientifica non la si può considerare come tale.
Si parla di studio di lingua, non di avvicinamento approsimativo ad un idioma..
E quindi prima del metodo scientifico è tutto da buttare via?
Compreso quindi il "De Vulgari Eloquentia" che ha dato inizio alla formazione di quella che poi è diventata la lingua italiana? Se Alberti non ha proceduto con metodo scientifico allora manco Dante può averlo fatto....e quindi è da buttare, secondo il tuo ragionamento, no?
Sarà per questo che il mio Prof di linguistica dice che le grammatiche sono delle caXXate
Tolto il fatto che sentir parlare una lingua ed esser costretti a parlarla è un metodo didattico più efficace del miglior libro di grammatica... anche un avvicinamento approssimativo può andar bene, se si tratta di salvare lingue dall'estinzione e di definire meglio la propria identità.
magari esistessero i corsi facoltativi nelle scuole italiane...
io ho studiato i dialetti SOLO dal punto di vista fonetico (e fonologico ovviamente), quindi ho quell'idea dello studio del dialetto
il dialetto è una lingua poco prestigiosa per definizione, non ha senso farla studiare a scuola, e soprattutto non ha senso fare grammatiche di dialetto. anche perché io mi rendo conto che le terminazioni vocaliche sono diverse anche a distanza di pochi chilometri dove abito... che senso avrebbe standardizzare tale delirio?
e allora hai ragione sul sardo poi non ti si può obiettare niente!
però non so se tu hai studiato la teoria della linguistica areale, giustificherebbe la forte presenza del latino nel sardo, e l'enorme evoluzione in altre zone, specie quella galloromanza
dai, comunque almeno in tre ci capiamo XD
riquoto tutto, la linguistica è una materia scientifica, sebbene la studino gli "umanisti"
contestualizzare il de vulgari eloquentia di dante è un delirio. ma fidati che chi ha dato inizio alla lingua italiana è stato in un primo momento chi aveva preso come modelli dante, petrarca e boccaccio seguendo il principio d'imitazione del classicismo, e soprattutto MANZONI, con la terza riscrittura dei promessi sposi.
dante era un genio, ma non era un linguista. ovvio che non va buttato, ma la sua opera si inserisce in un contesto diverso da quello linguistico, quello, su cui personalmente sono ancora impreparata, della storia della lingua italiana, e ripeto, il santone della lingua italiana è alessandro manzoni.
hai toccato un testo dolente XD
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
Ma lascia perdere Dante! Ha scritto un trattatato, il De vulgari eloquentia, nel quale ha cercato di trovare un volgare illustre, tra tutte le varianti volgari derivanti dal latino e contaminate inevitabilmente da sostrati e superstrati linguistici.
Non ha mai scritto una grammatica. Voleva semplicemente trovare una lingua che potesse accomunare quanto più possibile tutte le varianti locali.
Ci provò, fece numerosi studi ( approsimativi) ma lui stesso ammise implicitamente di non essere riuscito nel suo intento..
Dante non lo si può contestualizzare in questa discussione!