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gian
Non lo dico con cattiveria, lascia stare :D
Tu vai "ad orecchio". Linguistica e filologia sono discipline scientifiche :D
filoloche?!?
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Originariamente inviata da
gian
Libri di grammatica dei dialetti? Nulla di più controproducente.
Ma hai presente quante varietà di dialetto esistano in zone molto circoscritte?
Per esempio: una grammatica del veneto, del lombardo non è pensabile e NON esiste. Così come del veneziano, del padovano, del bresciano..non essenso standardizzate sono influenzate e si influenzano a vicenda.
Ed allora perchè nel passato sono esistiti vocabolari e grammatiche di "lingua" toscana, come quella di Leon Battista Alberti?
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Appunto. Il fatto che non sia possibile scrivere l'Opera Omnia di ogni dialetto, dato che varia da paese a paese, non toglie che siano comunque discernibili delle regole comuni su cui basare uno studio sommario. E poi più che sulla grammatica un corso del genere dovrebbe basarsi su molta applicazione pratica.
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Wolverine
Ed allora perchè nel passato sono esistiti vocabolari e grammatiche di "lingua" toscana, come quella di Leon Battista Alberti?
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Lucien
Appunto. Il fatto che non sia possibile scrivere l'Opera Omnia di ogni dialetto, dato che varia da paese a paese, non toglie che siano comunque discernibili delle regole comuni su cui basare uno studio sommario. E poi più che sulla grammatica un corso del genere dovrebbe basarsi su molta applicazione pratica.
Perchè Alberti non procedeva con metodo SCIENTIFICO.
Grammatiche e vocabolari sono strumenti scientifici e solo con la fine del 700 si è riusciti ad approntare uno studio rigoroso sulla lingua. Prima molte ipotesi, intuizioni, ma nulla di più.
Scusate se ribadisco ma : se una grammatica non è scientifica non la si può considerare come tale.
Si parla di studio di lingua, non di avvicinamento approsimativo ad un idioma..
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gian
Perchè Alberti non procedeva con metodo SCIENTIFICO.
Grammatiche e vocabolari sono strumenti scientifici e solo con la fine del 700 si è riusciti ad approntare uno studio rigoroso sulla lingua. Prima molte ipotesi, intuizioni, ma nulla di più.
Scusate se ribadisco ma : se una grammatica non è scientifica non la si può considerare come tale.
Si parla di studio di lingua, non di avvicinamento approsimativo ad un idioma..
E quindi prima del metodo scientifico è tutto da buttare via?
Compreso quindi il "De Vulgari Eloquentia" che ha dato inizio alla formazione di quella che poi è diventata la lingua italiana? Se Alberti non ha proceduto con metodo scientifico allora manco Dante può averlo fatto....e quindi è da buttare, secondo il tuo ragionamento, no?
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Originariamente inviata da
gian
Perchè Alberti non procedeva con metodo SCIENTIFICO.
Grammatiche e vocabolari sono strumenti scientifici e solo con la fine del 700 si è riusciti ad approntare uno studio rigoroso sulla lingua. Prima molte ipotesi, intuizioni, ma nulla di più.
Scusate se ribadisco ma : se una grammatica non è scientifica non la si può considerare come tale.
Si parla di studio di lingua, non di avvicinamento approsimativo ad un idioma..
Sarà per questo che il mio Prof di linguistica dice che le grammatiche sono delle caXXate :lol:
Tolto il fatto che sentir parlare una lingua ed esser costretti a parlarla è un metodo didattico più efficace del miglior libro di grammatica... anche un avvicinamento approssimativo può andar bene, se si tratta di salvare lingue dall'estinzione e di definire meglio la propria identità.
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Originariamente inviata da
Lucien
Se è solo per questo, i libri di grammatica dei dialetti esistono già, è solo che sono sconosciuti ai più ^^ poi non sono molto più difficili dell'italiano, e così come si insegnano l'inglese, il latino ed il greco alle superiori senza bisogno di picchiare sulla fonetica spinta, si può anche insegnare un dialetto.
Ovvio non lo imporrei come materia obbligatoria, lo lascerei come corso facoltativo.
magari esistessero i corsi facoltativi nelle scuole italiane...
io ho studiato i dialetti SOLO dal punto di vista fonetico (e fonologico ovviamente), quindi ho quell'idea dello studio del dialetto :D
il dialetto è una lingua poco prestigiosa per definizione, non ha senso farla studiare a scuola, e soprattutto non ha senso fare grammatiche di dialetto. anche perché io mi rendo conto che le terminazioni vocaliche sono diverse anche a distanza di pochi chilometri dove abito... che senso avrebbe standardizzare tale delirio?
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Originariamente inviata da
gian
Uff, come sei pignola, siamo sempre in un forum eh :o
Non mi sono spiegato bene io. Volevo circoscrivere la questione ad alcuni dialetti ( pensa per esempio alla Sardegna: rimasta isolata ora ha un dialetto che morfologicamente ha molto del latino: la forme uniche in issu, la conservazione di t, il piuccheperfetto etc..)
Confermo.
Però forse stiamo mettendo confusione in testa a chi del settore non lo è..ahi lasso, noi puristi della lingua XD
e allora hai ragione :D sul sardo poi non ti si può obiettare niente!
però non so se tu hai studiato la teoria della linguistica areale, giustificherebbe la forte presenza del latino nel sardo, e l'enorme evoluzione in altre zone, specie quella galloromanza
dai, comunque almeno in tre ci capiamo XD
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Originariamente inviata da
gian
Perchè Alberti non procedeva con metodo SCIENTIFICO.
Grammatiche e vocabolari sono strumenti scientifici e solo con la fine del 700 si è riusciti ad approntare uno studio rigoroso sulla lingua. Prima molte ipotesi, intuizioni, ma nulla di più.
Scusate se ribadisco ma : se una grammatica non è scientifica non la si può considerare come tale.
Si parla di studio di lingua, non di avvicinamento approsimativo ad un idioma..
riquoto tutto, la linguistica è una materia scientifica, sebbene la studino gli "umanisti"
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Originariamente inviata da
Wolverine
E quindi prima del metodo scientifico è tutto da buttare via?
Compreso quindi il "De Vulgari Eloquentia" che ha dato inizio alla formazione di quella che poi è diventata la lingua italiana? Se Alberti non ha proceduto con metodo scientifico allora manco Dante può averlo fatto....e quindi è da buttare, secondo il tuo ragionamento, no?
contestualizzare il de vulgari eloquentia di dante è un delirio. ma fidati che chi ha dato inizio alla lingua italiana è stato in un primo momento chi aveva preso come modelli dante, petrarca e boccaccio seguendo il principio d'imitazione del classicismo, e soprattutto MANZONI, con la terza riscrittura dei promessi sposi.
dante era un genio, ma non era un linguista. ovvio che non va buttato, ma la sua opera si inserisce in un contesto diverso da quello linguistico, quello, su cui personalmente sono ancora impreparata, della storia della lingua italiana, e ripeto, il santone della lingua italiana è alessandro manzoni.
hai toccato un testo dolente XD
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paky92
e per la cronaca, the lord, se vogliamo continuare con questo tuo odio incontrastato, se vai a vedere il vero italiano dove si parlava???? quindi non rompere i coglioni con l'ignoranza dei professori meridionali di una volta.....
Odio incontrastato :lol::lol:
sei uno spasso
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Originariamente inviata da
Wolverine
E quindi prima del metodo scientifico è tutto da buttare via?
Compreso quindi il "De Vulgari Eloquentia" che ha dato inizio alla formazione di quella che poi è diventata la lingua italiana? Se Alberti non ha proceduto con metodo scientifico allora manco Dante può averlo fatto....e quindi è da buttare, secondo il tuo ragionamento, no?
Ma lascia perdere Dante! Ha scritto un trattatato, il De vulgari eloquentia, nel quale ha cercato di trovare un volgare illustre, tra tutte le varianti volgari derivanti dal latino e contaminate inevitabilmente da sostrati e superstrati linguistici.
Non ha mai scritto una grammatica. Voleva semplicemente trovare una lingua che potesse accomunare quanto più possibile tutte le varianti locali.
Ci provò, fece numerosi studi ( approsimativi) ma lui stesso ammise implicitamente di non essere riuscito nel suo intento..
Dante non lo si può contestualizzare in questa discussione!
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Originariamente inviata da
gian
Ma lascia perdere Dante! Ha scritto un trattatato, il De vulgari eloquentia, nel quale ha cercato di trovare un volgare illustre, tra tutte le varianti volgari derivanti dal latino e contaminate inevitabilmente da sostrati e superstrati linguistici.
Non ha mai scritto una grammatica. Voleva semplicemente trovare una lingua che potesse accomunare quanto più possibile tutte le varianti locali.
Ci provò, fece numerosi studi ( approsimativi) ma lui stesso ammise implicitamente di non essere riuscito nel suo intento..
Dante non lo si può contestualizzare in questa discussione!
Bè, non ha comunque esaminato caratteristiche fonetiche e grammaticali delle varie derivazioni dal volgare presenti allora in tutta Italia? :roll: