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elezioni 2008: chi voterete?

  1. #161
    Assuefatto da FdT
    Uomo 37 anni da Milano
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    Quote Originariamente inviata da lakeofire Visualizza il messaggio
    Dai per piacere.
    Sono il primo a dire che anche Berlusconi fa figure di merda.
    Ma tra lui e Prodi o Veltroni non ci sono dubbi su chi ne fa di più.

    Tu mi ha postato 3/4 video io te ne potrei postare 100 su quella specie di politico che non sa parlare, che addirittura lo stanno nascondendo per tute la merda che ha fatto e procurato all'italia.
    Non gli permettono nenche di tenere la conferenza di fine mandato xkè più si fa vedere e + le gente si ricorda di quanto ha governato di merda lui e i suoi complici.
    E siccome Veltroni ha le stesse persone.......
    Veltroni ex PC, direttore unità, sindaco di Roma (infatti si vede benissimo in che condizioni è...)

    Vabbè dai trancio subito altrimenti scrivo per un paio di ore
    PAROLE SANTE...ma la gente non capirà mai un *****!!!


  2. #162
    Mai più senza FdT lakeofire
    Uomo 39 anni
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    Carta canta




    Guarda ci ho messo 0,2 secondi per trovare questi 2. Ne vuoi altri??

    Ma vuoi di Veltroni o Prodi? O di Di Pietro visto che voti quell'individuo li?
    Anche lui non mi sembra che sappia tanto parlare

  3. #163
    Assuefatto da FdT
    Uomo 37 anni da Milano
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    YouTube - PRODI BUGIARDO: LE SUE PROMESSE_DIFFONDETE!!

    YouTube - Veltroni - Parola data

    Guarda ci ho messo 0,2 secondi per trovare questi 2. Ne vuoi altri??

    Ma vuoi di Veltroni o Prodi? O di Di Pietro visto che voti quell'individuo li?
    Anche lui non mi sembra che sappia tanto parlare
    Tra i 3 non saprei chi è il più Pagliaccio!!!

    veltroni, prodi o di pietro??

  4. #164
    Overdose da FdT
    Uomo 35 anni
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    ...
    Per quanto riguarda Veltroni, cosa non ti è chiaro nella frase: "se farò di nuovo il sindaco di Roma nei prossimi cinque anni..."? Il secondo mandato di Veltroni a sindaco di Roma è durato meno di due anni. A forza di arrampicarsi sugli specchi si scivola eh, occhio.

  5. #165
    Mai più senza FdT lakeofire
    Uomo 39 anni
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    Quote Originariamente inviata da Coso Visualizza il messaggio
    Per quanto riguarda Veltroni, cosa non ti è chiaro nella frase: "se farò di nuovo il sindaco di Roma nei prossimi cinque anni..."? Il secondo mandato di Veltroni a sindaco di Roma è durato meno di due anni. A forza di arrampicarsi sugli specchi si scivola eh, occhio.
    Quindi se andasse al governo ci sta 3 anni?
    E cmq ha dichiarato di mettere fine alla sua carriera politica dopo il 2° mandato. In fin dei conti ha deciso lui di abdicare e di correre per diventare premier, non è stato obbligato dal dottore
    Non mi sembra proprio di scivolare.

    Cmq basta che ti guardi qualche comizio da quando ha cominciato a fare il giro d'Italia... non è per nulla difficile trovare contraddizioni e/o *******te.

  6. #166
    infinitomenouno
    Ospite

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    YouTube - PRODI BUGIARDO: LE SUE PROMESSE_DIFFONDETE!!

    YouTube - Veltroni - Parola data

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    Ma vuoi di Veltroni o Prodi? O di Di Pietro visto che voti quell'individuo li?
    Anche lui non mi sembra che sappia tanto parlare
    Per la serie: basta saper parlare, se hai gabbato un popolo e ti sei arricchito con la mafia non è importante.
    Certo che lo voto, devo scegliere il male minore; almeno vuole la pulizia e la trasparenza in parlamento (è l'unico), e proprio per questo fa orrore a forza italia, il partito che ha troppi scheletri nell'armadio.
    Ti cito l'intervento di Marco Travaglio, che rispecchia il mio punto di vista (completamente):

    "CON DI PIETRO, PER FARE I GUASTAFESTE
    di Marco Travaglio

    Due anni fa votai per l?Italia dei Valori, soprattutto perché nel mio Piemonte candidava Franca Rame, persona straordinaria che sono felice di aver contribuito a mandare al Senato. Credo proprio che anche stavolta tornerò a votare per il partito di Antonio Di Pietro. Conosco le obiezioni dei critici: la gestione padronale e personalistica del partito, da cui molti si sono allontanati; la caduta di stile di far prendere al partito una sede in affitto in uno stabile di proprietà dello stesso Di Pietro; la candidatura di personaggi come Sergio Di Gregorio e Federica Rossi Gasparrini, puntualmente usciti dall?Idv dopo pochi mesi dall?elezione; l?adesione di Di Pietro, come ministro delle Infrastrutture, al progetto del Tav per le merci in Valsusa (sia pure dialogando con le popolazioni e discutendo di un possibile nuovo tracciato, alternativo al famigerato ?buco? da 54 Km a Venaus); la decisione di non chiudere la società Stretto di Messina, pur con la contrarietà ribadita al progetto del ponte; il no alla commissione parlamentare d?inchiesta sui fatti del G8 (secondo me sacrosanto, visto che le commissioni parlamentari in Italia servono a confondere le acque e ad ostacolare la magistratura; ma maldestramente motivato con la richiesta di indagare anche sulle violenze dei black bloc, quasi che il parlamento dovesse occuparsi dei reati dei cittadini comuni). Per essere chiari: voterei molto più volentieri per un Einaudi o un De Gasperi redivivi. Ma, in attesa che rinasca qualcuno di simile e riesca a entrare in politica, penso che l?astensione ? da cui sono stato a lungo tentato ? finisca col fare il gioco della casta, anzi della cosca. Il non voto, anche se massiccio, non viene tenuto in minimo conto dalla partitocrazia: anche se gli elettori fossero tre in tutto, i partiti se li spartirebbero in percentuale per stabilire vincitori e vinti. E infischiandosene degli assenti, che alla fine hanno sempre torto. Dunque penso che si debba essere realisti, votando non il ?meno peggio?, ma ciò che si sente meno lontano dai propri desideri.
    A convincermi a votare per l?Idv sono le liste che ha presentato Di Pietro, che ospitano diverse persone di valore, alcune delle quali sono amici miei, di MicroMega, dei girotondi e di chi ha combattuto in questi anni le battaglie per la legalità e libertà d?informazione. Ne cito alcuni. C?è Beppe Giulietti, animatore dell?associazione Articolo 21 contro ogni censura ed epurazione, dunque scaricato dal Pd che gli ha preferito addirittura Marco Follini, ex segretario dell?Udc ed ex vicepremier di Berlusconi, come responsabile per l?Informazione: quel Follini che ha votato tutte le leggi vergogna, compresa la Gasparri che è il principale ostacolo alla libertà d?informazione. C?è Pancho Pardi, che ho incontrato per la prima volta al Palavobis, poi in tutti i girotondi e che mi auguro di rincontrare quando ? se, come temo, rivincerà Berlusconi ? ci toccherà tornare in piazza. C?è la baronessa Teresa Cordopatri, simbolo della lotta alla ?ndrangheta in Calabria. C?è, a Napoli, un sindaco anticamorra come Franco Barbato, che ha militato nel progetto di lista civica nazionale insieme a tanti altri amici. C?è Leoluca Orlando, che in quanto ad antimafia non teme confronti. Non ci sono, in compenso, alcuni personaggi discutibili che si erano avvicinati all?Idv, e che sono stati respinti o non ricandidati?
    E poi ci sarebbero anche Beppe Lumia e Nando Dalla Chiesa, ai quali Di Pietro aveva offerto un posto nella sua lista in Sicilia dopo l?estromissione (nel primo caso provvisoria, nel secondo definitiva) da quelle del Pd, che in compenso ospitano elementi come Mirello Crisafulli, l?amico del boss di Enna: alla fine, grazie anche all?Idv, Lumia è rientrato nel Pd, mentre Nando ha rispettabilmente deciso di declinare l?offerta. E poi c?è Di Pietro che, pur con tutti i suoi difetti, ha saputo pronunciare ? da ministro e da leader di partito ? una serie di ?no? molto pesanti contro le vergogne del centro-sinistra. No all?indulto extralarge salva-Previti, salva-furbetti, salva-corrotti e salva-mafiosi. No al segreto di Stato e al ricorso alla Consulta sul sequestro Abu Omar contro i giudici di Milano. No alla depenalizzazione strisciante della bancarotta tentata da qualche ministro furbetto. No agli attacchi contro De Magistris e Forleo. No al salvataggio di Previti alla Camera (il deputato Idv Belisario, per un anno e mezzo, è stato il solo con il Pdci a chiedere la cacciata del pregiudicato berlusconiano, mentre gli altri facevano i pesci in barile). No al salvataggio di D?Alema e Latorre da parte della giunta delle autorizzazioni a procedere della Camera (lì il dipietrista Palomba s?è pronunciato per autorizzare le intercettazioni Unipol-Antonveneta-Rcs, senza se e senza ma). No all?inciucio mastelliano sulla controriforma dell?ordinamento giudiziario e a tutte le altre porcate del cosiddetto ministro della Giustizia ceppalonico. No all?inciucio in commissione Affari costituzionali per la legge truffa di Franceschini e Violante sul conflitto d?interessi (anche qui, solo il Pdci con Licandro e l?allora Ds Giulietti han tenuto botta con l?Idv). No alla limitazione delle intercettazioni telefoniche e no ? dopo un?iniziale esitazione alla Camera ? alla legge-bavaglio di Mastella & C. contro la pubblicazione delle intercettazioni e degli altri atti d?indagine fino al processo. No all?aumento del finanziamento pubblico dei partiti e al colpo di mano tentato in tal senso dai tesorieri di tutti i partiti (tranne quelli dell?Idv, Silvana Mura, e della Rosa nel pugno, Fabrizio Turco). No al comma Fuda che assicurava la prescrizione agli amministratori pubblici indagati dalla Corte dei conti per infrazioni contabili.
    Come ministro delle Infrastrutture, poi, Di Pietro ha bonificato quel lombrosario che era prima il vertice dell?Anas, cacciando gli inquisiti e i condannati e denunciando i responsabili di certi ammanchi. Ha razionalizzato la miriade di progetti faraonici ereditati da Lunari, concentrando le poche risorse disponibili su alcune opere davvero necessarie. E, in campagna elettorale, è stato il solo a dire papale papale che Rete 4 deve andare sul satellite e che bisogna applicare immediatamente la sentenza dell?Alta Corte di Giustizia europea di Lussemburgo che, dichiarando illegittime le proroghe concesse a Mediaset dal 1999, privano da nove anni Europa 7 di Francesco Di Stefano delle frequenze necessarie per trasmettere. Infine, last but not least: sia che vinca Berlusconi sia che Pdl e Pd arrivino al pareggio e magari tentino un bel governissimo di larghe intese, mi auguro che arrivi in parlamento una pattuglia di guastatori capaci di fare opposizione con fermezza e competenza su due temi cruciali, la libertà d?informazione e la giustizia uguale per tutti. Di gente così ce n?era anche nel Pd, ma è stata scientificamente eliminata con una specie di pulizia etnica. Ricordiamoci quel che accadde nel 2001, quando l?Idv mancò il quorum per un soffio: l?unica vera opposizione al regime berlusconiano non era in parlamento (a parte i cani sciolti alla Dalla Chiesa o alla De Zulueta, ora scomparsi dalle liste), ma in piazza. Se stavolta entrano in parlamento Di Pietro, Orlando, Pardi, Giulietti, Cordopatri, Mura e qualcun altro come loro, è meglio per tutti."

    Non era per fare polemica ma solo per fare vedere cosa ci aspetta nei prossimi anni, e questo è solo un piccolo assaggio:

    L'incredibile vicenda di Europa 7 e Rete 4 (ultima parte)

    lunedì 11 febbraio 2008 di Paolo Dimalio


    Questa è la storia Francesco Di Stefano, proprietario di Europa 7. Di
    Stefano aveva un sogno e una convinzione. Il sogno era una tv nazionale
    tutta sua, per fare vera concorrenza ai giganti Rai e Mediaset. La
    convinzione era che i partiti non possono rovesciare le leggi dello Stato.

    Il condono definitivo per Rete 4 è la legge Gasparri. Il meccanismo è
    semplice. Basta modificare le soglie antitrust et voilà: Rete 4 non è più
    "eccedente" e può tenersi le frequenze, con buona pace di Europa 7.
    La Gasparri conferma il limite del 20% delle frequenze avallato dalla Corte.
    Ma lo spalma sulla tv analogica e digitale. Il problema è che il digitale
    terrestre ancora non esiste. Niente paura: le Gasparri impone alla Rai di
    costruire due reti entro il 1 gennaio 2004. Una rete digitale trasporta 5
    canali. Significa che al 31 dicembre 2003, quando scade l'ultimatum per Rete
    4, i canali televisivi via etere saranno 21 (11 analogici e 10 digitali). Ma
    anche se la Rai costruisse una sola rete, al Cavaliere andrebbe di lusso.
    Basta che tra analogico e digitale si arrivi a 15 canali terrestri (cioè via
    etere). Il 20% di 15 infatti è 3. E 3 sono le reti Mediaset, di colpo
    perfettamente in regola con l'antitrust. La legge Gasparri è un capolavoro.
    I costi enormi delle reti digitali cadono tutti sulla Rai, cioè sui
    contribuenti. Sono i denari pubblici a salvare Rete 4.

    Lo stesso escamotage viene applicato per i tetti pubblicitari. La Maccanico
    stabiliva il limite del 30%. La Gasparri lo abbassa addirittura al 20%. Ma
    allarga a dismisura la torta pubblicitaria. Il 20% infatti non va calcolato
    sul mercato televisivo, bensì sul Sic (Sistema integrato delle
    comunicazioni) che mescola Tv, stampa, cinema, libri, musica, fino ai
    cartelloni stradali. Il Sic mette in regola Mediaset e le spalanca margini
    di crescita enormi. D'incanto, il monopolio berlusconiano diviene legale. Ma
    la Gasparri fa molto di più. Posa una lapide sulle speranze di Europa 7 e
    congela il duopolio Raiset sine die.

    La parola magica è "digitale". Una frequenza analogica trasporta un solo
    canale televisivo. Una digitale, come si è visto, ne trasporta 5 (grazie
    alla compressione del segnale). Nell'era dei bit, quindi, c'è posto per
    tutti. Che senso ha perder tempo con l'analogico? Meglio rottamare il
    passato e sgombrare il terreno al digitale terrestre. Così la Gasparri mette
    definitivamente in soffitta il Piano delle frequenze (analogiche), che Di
    Stefano attende dal '98. E stabilisce un principio molto semplice: solo chi
    trasmette in analogico può costruire una rete digitale. Morale: il digitale
    terrestre non scalfirà il duopolio Raiset. E comunque, nell'attesa che i bit
    decollino, tutto resterà come prima. Rete 4 con le sue frequenze, Di Stefano
    a mani vuote.

    Anche l'Ulivo ha fatto la sua parte. Ad affossare il Piano nazionale delle
    frequenze, che avrebbe consentito ad Europa 7 di partire, inizialmente è una
    legga del centrosinistra: la n. 66 del 2001. Poi la Gasparri ci mise su una
    pietra tombale.
    Il provvedimento è bocciato dal presidente Ciampi, che nel dicembre 2003
    rifiuta di firmarla rispedendola in Parlamento. Per un attimo, Fede & Soci
    rischiano davvero di finire sul satellite. Ma solo per un attimo. La vigilia
    di Natale, a sette giorni dall'ultimatum della Corte, "Sua emittenza" vara
    il "decreto salva Rete 4". Poi una maggioranza blindata approva la Gasparri,
    praticamente identica al testo bocciato da Ciampi.
    Le speranze di Di Stefano sono al lumicino. Il sogno di una tv lontana dai
    partiti e al servizio dei cittadini definitivamente infranto. Per anni si è
    schiantato contro un muro di gomma. I partiti lo hanno osteggiato, la grande
    stampa ignorato.

    La scossa arriva dal Vecchio continente. Dopo una serie di ricorsi al Tar e
    al Consiglio di Stato, il caso Europa 7 approda sul tavolo Ue. Il 18 luglio
    2007, il commissario alla concorrenza Neelie Kroes boccia senza appello la
    Gasparri, colpevole di favorire le vecchie emittenti nel passaggio
    dall'analogico
    al digitale terrestre. La Gasparri, secondo l'antitrust europea, "concede
    vantaggi ingiustificati agli operatori analogici esistenti", sbarrando
    l'ingresso
    alle nuove antenne. Eurolandia chiama in causa proprio Europa 7. Sotto
    accusa la norma che "prolunga, sino alla data dello switch-off [la fine
    dell'analogico],
    le autorizzazioni per continuare le trasmissioni analogiche terrestri da
    parte di operatori che non hanno ottenuto la concessione analogica. Tale
    disposizione - si legge nella relazione Ue - attribuisce a questi operatori
    un chiaro vantaggio, a danno di altre imprese, in particolare di quelle che,
    come Europa 7, hanno una concessione analogica ma non possono fornire
    servizi di trasmissioni analogiche terrestri per mancanza di frequenze". Il
    messaggio è chiaro. Dice la Gasparri: finchè ci sarà l'analogico, chi non ha
    la concessione può continuare a trasmettere su frequenze che non gli
    spettano. E quando l'analogico andrà in pensione, solo chi ha le frequenze
    avrà diritto alle reti digitali. Per le leggi italiane, Di Stefano non ha
    scampo.

    Dopo la scomunica della Commissione europea, dal Vecchio continente arriva
    un altro macigno sulla Gasparri e Rete 4. Il 31 gennaio 2007 la
    Corte di Giustizia europea condanna con parole di fuoco il sistema delle
    concessioni in Italia. "Tale regime - si legge in una nota diffusa a
    Bruxelles - non rispetta il principio della libera prestazione di servizi e
    non segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e
    proporzionati". Per i giudici del Lussemburgo, il regime transitorio che ha
    permesso a Rete4 di trasmettere senza concessioni è contrario al diritto
    comunitario.
    L'Europa ha emesso il suo verdetto: lo Stato ha derubato Europa 7 delle
    frequenze che gli spettano, consegnando la refurtiva a Rete 4. La Corte di
    giustizia è giunta a questa conclusione malgrado le resistenze dell'Avvocato
    generale dello Stato italiano, spedito in Lussemburgo dal governo Prodi a
    perorare la causa della Gasparri. "Legge vergogna": così la bollò l'Unione
    in campagna elettorale, promettendo solennemente di abrogarla. Ad urne
    chiuse, la folgorazione sulla via di Arcore. La legge "salva Rete 4" è
    intatta, e il centrosinistra l'ha pure difesa dinanzi ai giudici europei. E'
    l'ultimo omaggio della "banda Prodi" a "Sua emittenza". Basta ricordare la
    legge Maccanico e il cavillo-truffa che espelle Rete 4 dall'etere senza dire
    quando. L' "abilitazione speciale" del Ministro Cardinale. La cancellazione
    del Piano Nazionale delle frequenze con la legge n. 66 del 2001. Il silenzio
    assordante sul caso Europa 7.

    Dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea, Di Stefano ha chiesto due
    cose: un maxirisarcimento e che il maltolto gli sia restituito. L'Italia
    invece rischia una multa da 400 milioni di euro al giorno, se la Gasparri
    non viene abrogata e le leggi italiane in materia televisiva non si
    adegueranno alle norme comunitarie. Pagheranno i contribuenti, s'intende.
    Ora la palla passa al governo, cioè con buone probabilità a Berlusconi. Che
    se tenesse alle casse pubbliche come alle sue tasche, gareggerebbe per il
    Nobel.

  7. #167
    infinitomenouno
    Ospite

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    Comunque lo sanno anche i muri che nessun politico mantiene le promesse, che sia a destra o a manca:


  8. #168
    Sempre più FdT
    Uomo 39 anni da Catania
    Iscrizione: 22/2/2008
    Messaggi: 2,410
    Piaciuto: 0 volte

    Predefinito

    ah beh,se lo dice Travaglio allora...
    Ma per piacere.

  9. #169
    Mai più senza FdT lakeofire
    Uomo 39 anni
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    Messaggi: 13,624
    Piaciuto: 66 volte

    Predefinito

    Ancora con rete4...

    Cmq le Lega le mantiene le promesse.
    Vuole la riduzione dei parlamentari, la riduzione degli stipendi degli stessi.

    Tu che voti Di Pietro e il Pd sei convinto che nessuno rispetti i programmi...qualcuno se non al 100% li rispetta o comumque fa più cose possibili, non è che promette una cosa e fa esattamente l'opposto (cioè ci prende per il culo).

  10. #170
    LoHeN_
    Utente cancellato

    Predefinito

    ..sinistra arcobaleno..forse!!..

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