Un bel morso direi che spetta al suo sindacalista in giacca e cravatta. Ad un lavoro con lo supperrgiù lo stesso stipendio e qualche ora in più da fare, ha preferito fallimento, chiusura e cassa integrazione.
Ho trovato questo articolo. E' interessante.
Vivono in un mondo a parte, dove tutto è dorato. Da sempre veri padroni dell’azienda, piloti e assistenti di volo si sono dati delle norme di lavoro consone al loro status (a proposito: i capintesta dei sindacati degli autisti dei cieli hanno una speciale indennità economica che percepiscono anche se se ne stanno incollati a terra tutto l’anno). Secondo il regolamento dell’Enac, dove è specificato che hanno diritto a riposare su poltrone con una reclinabilità superiore al 45% e munite di poggiapiedi regolabile in altezza, non devono volare più di cento ore nel corso del mese.
Anzi nei 28 giorni consecutivi, come hanno preferito scrivere: e si vede che per loro è sempre febbraio. Nell’intero anno, cioè nei dodici mesi (se non hanno modificato a loro uso e consumo pure il calendario) il tetto non è, come da calcolatrice, mille e 200 ore (100 per 12) ma 900, e vai a sapere perché. Nel contratto, che l’azienda si rifiuta di fornire ai giornalisti, come del resto qualunque altro dato sulla produttività dei dipendenti, l’orario però si riduce. Nel medio raggio, la barriera scende a 85 ore al mese. Che nel trimestre non diventano 255, ma 240. E nell’anno non arrivano, come l’aritmetica sembrerebbe suggerire, a mille e 20, ma a 900.
Ma non è neanche questo il punto: fosse vero che volano così tanto (tra gli assistenti di volo l’assenteismo è all’11%). I numeri tracciano un quadro un po’ diverso e dicono che nel medio-corto raggio gli steward e le hostess (alla fine del 2007, 480 di queste ultime su 4300, cioè l’11%, erano praticamente fuori gioco perché in maternità o in permesso in base alla legge che consente di assistere familiari gravemente malati) restano tra le nuvole per non più di 595 ore l’anno. Vuol dire 98 minuti al giorno, il tempo che molti Cipputi impiegano per fare su e giù tra casa e fabbrica. A titolo di raffronto, un assistente di volo della Lufthansa vola 900 ore, uno della Iberia 850 e uno della portoghese Tap 810. Restando in Italia, una hostess di AirOne si fa le sue belle 680 ore.
I piloti, poi, alla cloche sembrano quasi allergici: la loro performance non va oltre le 566 ore, che significano 93 minuti al giorno. I loro pari grado riescono a pilotare per 720 ore all’Iberia, per 700 alla Lufthansa e all’AirOne, per 680 alla Tap e per 650 all’Air France. I nostri, insomma, non sono esattamente degli stakanovisti: in media fanno, tra nazionale e internazionale, 1,8 tratte al giorno, contro le 2,4-2,75 dei colleghi di AirOne. In compenso, sono molto più cari di tutti gli altri. Un assistente di volo con una certa anzianità può arrivare a costare ad Alitalia 86 mila e 533 euro, contro i 33 mila che deve mettere nel conto la compagnia di Toto (AirOne, ndr ).
Il comandante di un Md80 dell’azienda della Magliana ha un costo del lavoro annuo pari a 198 mila e 538 euro. Per la stessa figura professionale i concorrenti italiani non sborsano più di 145 mila euro. Sempre restando allo stesso tipo di aereo, per pagare il pilota Alitalia ha bisogno di 108 mila e 374 euro, tra i 28 e i 33 mila in più di AirOne o di un’altra azienda italiana. Il mix di orari da impiegati del catasto e stipendi da superprofessionisti crea un cocktail che risulterebbe micidiale per qualunque azienda: facendo due conti viene infatti fuori che alla fine dell’anno Alitalia spende per ogni ora volata da un suo comandante qualcosa come 350,8 euro. Contro i 207,1 di AirOne. Una differenza del 69,4% che manderebbe fuori mercato chiunque. Soprattutto se si considera anche che un aereo della ex compagnia di bandiera viaggia con un equipaggio superiore di un buon 30% rispetto alla media dei concorrenti.
Rinunciare a qualcosina per chiudere sta caz*o di trattativa e riprovare a rimettere in sesto il baraccone no eh? E pensare che sembravano sulla via della chiusura...Poi magari il piano industriale non avrebbe funzionato, ma almeno provarci. Invece no, meglio cassa integrazione e chiusura. Proprio delle volpi! Non linciati andrebbero, lapidati!
Questa è lòa soluzione che salva il salvabile.
Sennò tutti a casa a spese dello stato
o tutti ad Airfrance.. ma dico così x dire eh
tu non hai visto il video eh?
Grandissimi i sindacati...
Nella notte viene raggiunto un accordo, e la mattina delle sigle sindacali tanto piccole quanto inutili e dannose sono già a strillare che sono state scavalcate, che l'accordo è carta straccia, ecc.
Questo sì che è tutelare i lavoratori: far fallire l'azienda a tutti i costi pur di non perdere visibilità e cercare di imporre le scelte di pochi sui bisogni di molti.
Dico di pochi perchè già sono sigle minori, e ora mi piacerebbe fare un sondaggio tra gli iscritti per verificare il grado di apprezzamento della scelta presa: "meglio fallire tutti che far trattare solo cgil cisl e uil".
PEnosi.
Una azienda così, che avrebbe bisogno di una guida salda e di scelte anche dolorose, in balia di una dozzina di sigle sindacali con cui è impossibile raggiungere un accordo in quanto sono su posizioni diverse anche tra loro, favorevoli solo a non cambiare niente e a non rinunciare a nulla (evidentemente pensano di poter continuare a perdere 100 milioni di € al mese a tempo intederminato).
Che schifo.