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dalla moratoria ai fatti sull'aborto

  1. #111
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
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    Quote Originariamente inviata da Godel Visualizza il messaggio
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    In India è vietato come dici tu il determinare e comunicare il sesso del nascitura ai genitori, per evitare che decidano di abortire in base al sesso. Ma guardacaso le nascite di bambini maschi è di gran lunga superiore alle nascite di bambine. In Cina è diverso, addirittura l'Onu ha lanciato un allarme affermando che tra pochi anni la Cina si ritroverà ad avere un numero troppo superiore di uomini rispetto al numero delle donne, e si parla persino di infanticidio per i cinesi.

    Il punto S@ve è che quando si parla di paesi come la Cina e l'India, non si parla proprio di fari di civiltà, e quello che dici non ricalca quindi la realtà.
    Il dato che ci interessava per questo topic, non c'è comunque in nessuna delle tue fonti. Cioé fino a quanti mesi è possibile abortire in Cina e in India, LEGALMENTE of course.
    Poi della situazione demografica disastrosa e di tutto ciò che sta portando ne possiamo anche parlare, sulla Cina c'è un topic apposta dove mi sono già espresso.
    Resta il fatto che io sono convinto che non è vero che ci siano paesi dove è consentito l'aborto a qualsiasi periodo di gestazione, come qualcuno o proprio tu, non ricordo, ha affermato più sopra...
    Comunque potrei sbagliarmi, non ho dati certi, ma mi sembra che neanche tu li abbia forniti... se lo fai, ben vengano, qualunque essi siano.


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  3. #112
    Overdose da FdT
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    la politica sulla moratoria si fa dura e quando il gioco si fa duro scende Ferrara

    Alle elezioni la nostra lista avrà due milioni di voti» «A Genova aborto per un reality show» Ferrara: «Sulle porte delle cliniche abortiste dovrebbero mettere la stessa scritta dei campi di concentramento»

    Giuliano Ferrara
    ROMA - «Sulle porte delle cliniche abortiste dovrebbe esserci lo slogan: "Abort macht frei", così come all'ingresso del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau c'era scritto "Arbeit macht frei"": lo afferma Giuliano Ferrara, criticando, nel corso di una conferenza stampa, «il collegamento tra la libertà individuale e l’aborto moralmente indifferente».
    GENOVA - Ferrara ha poi annunciato che diversi slogan verranno affissi in diverse città italiane con la scritta: «A Genova un bambino è stato abortito per un reality show». «Il ministro Pollastrini - ha affermato Ferrara - ha provato a insinuare che il suicidio del medico dipendesse dal clima della mia campagna, come già era avvenuto a Napoli.Ma non sono io, è l'aborto che crea senso di colpa». «Le stesse cronache genovesi - continua il direttore de 'Il Foglio' - raccontano di una donna che ha abortito perché ha rotto il fidanzamento. Siamo arrivati a un punto in cui l'aborto è moralmente indifferente, sulle cliniche abortiste andrebbe invece scritto 'Abort macht Frei', così come a Birchenau c'era scritto 'Arbeit Macht Frei'».
    DUE MILIONI DI VOTO - Ferrara ha poi parlato delle elezioni politiche: «Avremo due milioni di voti e 30 deputati alla Camera - afferma il promotore della lista 'Aborto, no grazie' - con i quali porteremo in Parlamento questioni politiche vere».

    fornte corriere della sera del 13.03.08

  4. #113
    Can che dorme Wolverine
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    Due minchiate in una......la faccenda dei due milioni di voti (se realmente riusciranno ad avere LORO due milioni di voti faccio i bagagli ed emigro perchè vuol dire che c'è realmente qualcosa che non va in sto Paese )....... e l'"Abort macht frei"......

  5. #114
    Rum e Cocaina Sally
    Donna 39 anni da Carbonia-Iglesias
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    Quote Originariamente inviata da Usher Visualizza il messaggio
    la politica sulla moratoria si fa dura e quando il gioco si fa duro scende Ferrara

    Alle elezioni la nostra lista avrà due milioni di voti» «A Genova aborto per un reality show» Ferrara: «Sulle porte delle cliniche abortiste dovrebbero mettere la stessa scritta dei campi di concentramento»

    Giuliano Ferrara
    ROMA - «Sulle porte delle cliniche abortiste dovrebbe esserci lo slogan: "Abort macht frei", così come all'ingresso del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau c'era scritto "Arbeit macht frei"": lo afferma Giuliano Ferrara, criticando, nel corso di una conferenza stampa, «il collegamento tra la libertà individuale e l’aborto moralmente indifferente».
    GENOVA - Ferrara ha poi annunciato che diversi slogan verranno affissi in diverse città italiane con la scritta: «A Genova un bambino è stato abortito per un reality show». «Il ministro Pollastrini - ha affermato Ferrara - ha provato a insinuare che il suicidio del medico dipendesse dal clima della mia campagna, come già era avvenuto a Napoli.Ma non sono io, è l'aborto che crea senso di colpa». «Le stesse cronache genovesi - continua il direttore de 'Il Foglio' - raccontano di una donna che ha abortito perché ha rotto il fidanzamento. Siamo arrivati a un punto in cui l'aborto è moralmente indifferente, sulle cliniche abortiste andrebbe invece scritto 'Abort macht Frei', così come a Birchenau c'era scritto 'Arbeit Macht Frei'».
    DUE MILIONI DI VOTO - Ferrara ha poi parlato delle elezioni politiche: «Avremo due milioni di voti e 30 deputati alla Camera - afferma il promotore della lista 'Aborto, no grazie' - con i quali porteremo in Parlamento questioni politiche vere».

    fornte corriere della sera del 13.03.08
    Si va beh che analisi approfondita e dettagliata che ha fatto.

    Ipotizziamo che una tipa non abbia più i genitori, convive con un ragazzo e resta incinta. Il tipo la lascia perchè non vuole figli, lei è totalmente sola.
    Che fa? Sarebbe praticamente impossibile riuscire a tenere il bambino.. uno stipendio, una casa da mantenere, e il bambino.. e mentre lavora il bambino dove va? Sicuramente non potrà fare un part time xè le servono i soldi, e sicuramente l'asilo non te lo tiene dalla mattina alle 7 alla sera alle 6. Quindi dovrebbe assumere una bambinaia, e dove prende i soldi?

    E' facile parlare in questo modo quando hai soldi che ti escono dal buco del culo.


    Senza contare che nessuno ha preso in considerazione quello che succederebbe se l'aborto tornasse ad essere illegale.

  6. #115
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
    Iscrizione: 6/12/2005
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    Quote Originariamente inviata da Puff Visualizza il messaggio
    Si va beh che analisi approfondita e dettagliata che ha fatto.

    Ipotizziamo che una tipa non abbia più i genitori, convive con un ragazzo e resta incinta. Il tipo la lascia perchè non vuole figli, lei è totalmente sola.
    Che fa? Sarebbe praticamente impossibile riuscire a tenere il bambino.. uno stipendio, una casa da mantenere, e il bambino.. e mentre lavora il bambino dove va? Sicuramente non potrà fare un part time xè le servono i soldi, e sicuramente l'asilo non te lo tiene dalla mattina alle 7 alla sera alle 6. Quindi dovrebbe assumere una bambinaia, e dove prende i soldi?

    E' facile parlare in questo modo quando hai soldi che ti escono dal buco del culo.


    Senza contare che nessuno ha preso in considerazione quello che succederebbe se l'aborto tornasse ad essere illegale.
    Da queste tue considerazioni si potrebbe muovere un'ulteriore critica al comportamento della Chiesa Cattolica.
    Perché anziché spendere tante e tali energie per intervenire politicamente a contrastare l'aborto nel modo in cui lo fanno, non intervengono politicamente affinché si risolvano certi problemi sociali che a volte spingono una donna ad abortire anche quando non lo vorrebbe?

  7. #116
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 38 anni
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    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    Da queste tue considerazioni si potrebbe muovere un'ulteriore critica al comportamento della Chiesa Cattolica.
    Perché anziché spendere tante e tali energie per intervenire politicamente a contrastare l'aborto nel modo in cui lo fanno, non intervengono politicamente affinché si risolvano certi problemi sociali che a volte spingono una donna ad abortire anche quando non lo vorrebbe?
    QUI concordo, è verissimo.

  8. #117
    Sempre più FdT
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    Se c'è un omicidio schifoso è l'omicidio di un genitore che uccide il proprio figlio. Ma dire schifoso è dire poco. E chi l'accetta deve accettare la condizione di uomo-animale, con tutte le sue implicazioni.
    E basta con questa storia dei soldi che mancano, che cazzο vendetevi un rene che con i soldi che vi danno al mercato nero degli organi ce lo mantenete bene un figlio. Oppure un rne è troppo?
    Viziati.

  9. #118
    Overdose da FdT
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    Quote Originariamente inviata da Godel Visualizza il messaggio
    Se c'è un omicidio schifoso è l'omicidio di un genitore che uccide il proprio figlio. Ma dire schifoso è dire poco. E chi l'accetta deve accettare la condizione di uomo-animale, con tutte le sue implicazioni.
    E basta con questa storia dei soldi che mancano, che cazzο vendetevi un rene che con i soldi che vi danno al mercato nero degli organi ce lo mantenete bene un figlio. Oppure un rne è troppo?
    Viziati.
    ti rispondo con questo articolo che inidica l'ipocrisia del tuo ragionamento
    visto che nella società italiana i diritti vengono grantiti a parole e come sempre i piu deboli ne fanno le spese

    Carovita e precarietà spingono le donne ad abortire»
    Dossier della Mangiagalli



    (Corriere della Sera, 13 luglio 2006)
    Prosegue il calo delle nascite a Milano. Le giovani coppie che decidono di avere un figlio si spostano nell’hinterland dove i costi per la casa sono minori
    «Carovita e precarietà spingono le donne ad abortire»
    Dossier della Mangiagalli. Il direttore sanitario: serve un assegno di solidarietà, Comune e Regione ci sostengano
    Donne che interrompono la gravidanza perché fanno fatica ad arrivare a fine mese. Single, giovani con un lavoro precario, oppure ragazze ancora sedute tra i banchi di scuola che finiscono per diventare neomamme mancate. Italiane ed extracomunitarie con problemi di soldi, spaventate dall’idea di avere un figlio. Su 1.720 aborti all’anno nella sola clinica Mangiagalli, almeno un terzo riguarda pazienti in difficoltà economiche. È il quadro che emerge dai dossier dell’ospedale di via Commenda, il più importante centro nascita della Lombardia con 6.595 parti l’anno. POCA SOLIDARIETÀ - Aborti spesso senza scelta nella Milano dai 23 mila euro di reddito pro capite. Li definisce così Paola Marozzi Bonzi, direttrice del Centro di aiuto alla vita Mangiagalli: «Nella città dal coeur in man c’è solidarietà verso tutti - dice -, ma non per i bambini non ancora nati, le cui mamme devono destreggiarsi tra carovita e contratti precari». Per ogni quattro che partoriscono, ce n’è una che non porta a termine la gravidanza. Dal loro identikit risulta che il 12% è disoccupata, il 3% in cerca di lavoro, il 10% studentessa, il 12% casalinga (senza due redditi un figlio in più può fare sballare il budget familiare). Insomma: 37 pazienti su cento non hanno un’occupazione stabile. E spesso alla difficoltà di far quadrare i conti si aggiunge l’assenza di un compagno accanto con cui condividere il futuro e crescere il bambino in arrivo: il 45% delle donne che interrompono la gravidanza è nubile (contro un 38% di sposate, cui bisogna aggiungere divorziate e separate). LA FOTOGRAFIA - Mentre il dibattito sull’aborto chimico a Milano resta infuocato, con interrogazioni dei Ds presentate al Pirellone e commissioni d’inchiesta al lavoro al Buzzi, i dati della clinica di via Commenda fotografano anche l’altra faccia della medaglia: dal «come abortire» il dibattito si sposta sul «chi» interrompe la gravidanza. «Si parla troppo di tecniche, ma poco di donne e prevenzione», aveva denunciato ieri sul Corriere della Sera Giorgio Pardi, direttore del dipartimento «Donna e bambino» della clinica. «È necessario pensare a un assegno di solidarietà - rincara adesso la dose Basilio Tiso, direttore sanitario della Mangiagalli dal 2003 -. Con una catena di Sant’Antonio tra istituzioni, consultori, ospedale e associazioni di volontariato: oltre che dal punto di vista psicologico, le donne devono essere aiutate sempre più anche concretamente». Tiso pensa a un progetto pilota per la Mangiagalli, con la nascita un’équipe composta da due assistenti sociali e due psicologi: «Bisogna potenziare gli interventi di sostegno alla maternità - spiega -. Problemi economici e difficoltà sul lavoro oggi pesano troppo nella decisione di interrompere la gravidanza». È un fenomeno senza frontiere: un aborto su due riguarda un’italiana. «Al Centro aiuto per la vita distribuiamo 350 borse della spesa a settimana - sottolinea Paola Marozzi Bonzi -. Chi perde il lavoro solo perché è rimasta incinta deve poter mangiare. E nel solo 2005 abbiamo aiutato 780 future mamme con un sussidio economico da 150 a 200 euro al mese a seconda delle necessità di ciascuna. Forniamo anche pannolini e vestitini per i bebè». IL CROLLO DELLE NASCITE - Milano appare una città ostile non solo alle donne in gravidanza, ma anche alle giovani coppie. Lo dimostrano gli ultimi dati Istat elaborati da Italo Farnetani, uno dei più noti pediatri d’Italia: «Nell’ultimo anno c’è stato un crollo di neonati registrati in Comune maggiore a quello riscontrato nella provincia di Milano e nel resto della Lombardia - osserva -. È la prova che chi decide di avere un figlio spesso si trasferisce fuori città». Nel 2005 i nuovi cittadini milanesi sono stati 12.285 contro i 12.620 del 2004. È una diminuzione del 2,6% contro un calo medio dell’1% della Provincia di Milano e una riduzione dello 0,4% a livello lombardo.

    e poi se c'e la fai anche l'articolo a pagina 3 di dnews di oggi
    DNews Digital Edition © Mag Editoriale s.r.l. 2008. Tutti i diritti riservati.

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