VOTERO' SI, CIOE' STOP ALLE TRIVELLE
VOTERO' NO, TRIVELLE SENZA LIMITI
NON VOTERO' PER FAVORIRE IL NO
NON VOTERO' PERCHE' NON ME NE IMPORTA
Il voto è uno strumento?
Un mezzo?
Come posso aiutare a far trionfare il risultato che per me è più giusto?
Ma che cazzo stiamo dicendo ?!?
Il voto è PARTECIPAZIONE ALLA VITA POLITICA.
Io cittadino vengo INTERPELLATO sul futuro di una data questione. Stop.
Non è un gioco alle strategie.
Se il voto fosse un mero strumento non avrebbe senso concederlo al popolo.
E il fatto che scambi queste parole per "filosofia" è abbastanza grave.
Questo referendum crea un precedente disastroso, perché qualsiasi tema scomodo che a una certa fetta non piace può essere tranquillamente sabotato.
Tipo...
Metti caso che si fa un referendum sull'aborto... checcazzo ne so... per decidere se punire gli obiettori di coscienza (la semplifico) o se mettere i medici abortisti sullo stesso piano dei medici normali.
Metti caso che nell'aria già si sente la vittoria del sì, che fanno i contrari? Vanno in puzza, non votano e annullano così il referendum.
Strategicamente è funzinale, ma resta comunque una merdata colossale.
In un referendum si scontrano sempre due linee di pensiero...ognuna vuole trionfare, ognuna usa gli strumenti che ritiene più efficaci per trionfare. Non dico sia "bello", ma è così dalla notte dei tempi. E anche se può non sembrare, è comunque anch'essa una modalità di partecipazione dato che l'astensione in un referendum, al contrario delle normali elezioni politiche o amministrative, non è un semplice gesto simbolico ma ha un effetto pratico e tangibile, e come tale è una strategia sfruttabile da questa o quella corrente di pensiero.
Ergo...il resto è filosofia spicciola, l'ho detto e non lo rinnego affatto Nel mio caso "ai punti" ha vinto l'idea di votare Sì a questo referendum, anche se sono stato indeciso fino all'ultimo, ma non per questo do delle merde a chi si è astenuto consapevolmente. Il vantaggio di chi era schierato a favore del "no" è che aveva due risultati utili su tre: o la vittoria pura o il "nulla di fatto" (che è quello che è appunto accaduto), e sapevano benissimo quale delle due era potenzialmente più facile da raggiungere...quindi hanno "martellato" su questo, ottenendo alla fine il loro scopo. Al prossimo referendum, che non avrà quorum, allora sarà una lotta "pari", tra i sì e i no, e allora stai sicuro che nessuno propaganderà l'astensione, perchè a quel punto rischierà di essere controproducente.
Ciò che conta è sempre far trionfare l'idea che si ritiene migliore. Il voto o il non voto sono due facce di una stessa medaglia.
Sono semplicemente concreto, Jo. Contento non sempre...ma concreto. È sempre un tiro alla fune. Il voto, poi, non è stato "concesso", è stato "estorto con la forza" a suon di rivoluzioni...nessun politico, se potesse, passerebbe dalle elezioni, perchè chiunque sa quanto possano essere aleatorie e quanto il popolo sia capriccioso e di umore volubile, ma per come si è svolta la Storia si era arrivati a un punto in cui o veniva "concesso" il voto, oppure ci sarebbero stati bagni di sangue ancora peggiori. Si è arrivati al suffragio universale quando i politici hanno capito che a partire da quella fase storica in poi, quello sarebbe stato il male minore piuttosto che lasciare un suffragio ristretto o, peggio ancora, pochissime reali possibilità di voto.
P.S.: Comunque provengo da un I.T.I.S. e la mia laurea non è in Lettere...ergo, latino e greco non li ho mai studiati
Ed è qui che ti sbagli, almeno rimanendo nei casi di referendum CON quorum Il quorum rende la lotta impari. La sua esistenza, come dicevo prima, concede due possibilità di vittoria su tre a chi non concorda con il referendum X, regalando a questa fazione due strade percorribili: propagandare il voto contrario, o propagandare l'astensione consapevole, CHE È COMUNQUE UNA FORMA DI ESPRESSIONE DI PREFERENZA. Questo è il succo del mio pensiero, nonchè ciò che a quanto pare non trova d'accordo te e Illusione.
Il tuo discorso invece fila perfettamente quando si parla di elezioni politiche e amministrative, che infatti di solito vantano una presenza maggiore...in calo negli anni, sicuramente, ma comunque maggiore rispetto alla media di 30-35% di affluenza nella maggior parte dei referendum.
Nelle elezioni classiche non c'è quorum, ed è una "lotta parificata" tra più correnti ideologico/partitiche ognuna delle quali cerca di convincere di essere la migliore. Lì l'astensione ha un valore solo simbolico ma non strategico-pratico, quindi nessuna fazione spingerà mai verso l'astensione.
Il quorum rende il referendum impari perché noi permettiamo che sia così.
Parlando di etica, perché è di quello che si sta parlando alla fine, l'astensione non andrebbe nemmeno vista come possibilità strategica di vittoria. E' una preferenza, ma è comunque una responsabilità personale.
Astenersi consapevolmente perché contrario al referendum non è la stessa cosa dell'astenersi per favorire i no.
Cioè la puoi mettere come ti pare, ma stiamo parlando comunque di un cittadino che vanifica il voto di un altro cittadino e non serve a nulla continuare con la questione del quorum... perché il quorum prevede un tot di 50%+1 degli elettori e se ti astieni, per protesta o per menefreghismo o perché non hai una posizione, è responsabilità tua e, cosa più importante, devi prendere coscienza CHE TE NE TIRI FUORI dalla questione.
Ma se tu una posizione ce l'hai, la voti e stop.