Berlusconi condannato.
Rinvio in Appello per ridefinire l'interdizione
Confermate le condanne per frode fiscale del Cavaliere e degli altri tre imputati. Quattro anni di reclusione per il leader del Pdl, di cui tre coperti da indulto, un anno da scontare ai domiciliari o nei servizi sociali. La Suprema Corte rinvia invece per la rideterminazione degli anni di interdizione dai pubblici uffici di Berlusconi. Da rivedere al ribasso rispetto ai cinque anni inflitti in appello
ROMA - I giudici della sezione feriale della Cassazione, presieduta da Antonio Esposito, hanno emesso il loro verdetto: confermate le condanne per frode fiscale a carico di Silvio Berlusconi e degli altri tre imputati del processo Mediaset, gli ex dirigenti di Mediaset Daniele Lorenzano e Gabriella Galetto e il produttore cinematografico Frank Agrama. Resta dunque la condanna a quattro anni di reclusione per Berlusconi: tre anni coperti da indulto, l'anno residuo da scontare ai domiciliari o con l'affidamento ai servizi sociali.
La Cassazione ha invece annullato la sentenza limitatamente alla pena accessoria a carico dell'ex premier, l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, e ha disposto il rinvio alla Corte d'Appello di Milano per la rideterminazione della pena accessoria.
Era stato il sostituto procuratore generale della Cassazione, Antonio Mura, a chiedere nella sua arringa direttamente ai giudici della Suprema Corte di rivedere al ribasso gli anni dell'interdizione, da cinque a tre, il massimo previsto per i reati fiscali. Ma i giudici hanno deciso per il rinvio. Il nuovo processo d'appello di svolgerà in autunno a Milano, davanti a una sezione della Corte d'Appello diversa da quella che si espressa sul merito del processo. Sulla decisione si potrà ricorrere in Cassazione. Per cui Berlusconi potrebbe restare senatore ancora per diversi mesi.
Pochi secondi e la condanna di Berlusconi a quattro anni di carcere e il rinvio per l'interdizione dai pubblici uffici è la breaking news di tutti i media mondiali: dalla britannica Bbc a Skynews, ai francesi Le Monde e Le Figaro, ai tedeschi Bild e Spiegel, gli spagnoli El Paìs e El Mundo, la notizia apre i siti dei maggiori quotidiani e tv internazionali (FOTO).
Durante la diretta televisiva della lettura del verdetto, alla parola "annulla" pronunciata da presidente Esposito in riferimento alla pena accessoria, l'interdizione, un grido di esultanza si è levato dalla folla radunata in via del Plebiscito, tenuta dietro le transenne dalle forze dell'ordine. Poi, quando è apparso chiaro che la condanna del Cavaliere era invece confermata, è arrivato lo sconforto. "Siamo profondamente delusi, all'inizio avevamo capito che c'era stato un rinvio ma quando abbiamo capito che era solo parziale ci siamo resi conto che questa sentenza è veramente ingiusta" hanno spiegato. "L'esercito di Silvio" resterà a presidiare, anche se da lontano, palazzo Grazioli.
"Non dirò a". E' quanto si è limitato a dire subito dopo la lettura del dispositivo* uno dei legali dello studio Coppi che ha assistito Berlusconi nel processo Mediaset in Cassazione. Anche alle richieste di un commento tecnico sulla sentenza il legale non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Subito dopo la lettura della sentenza della Cassazione, a Palazzo Grazioli sta arrivando tutto lo stato maggiore del Pdl. Tra i primi a giungere a via del Plebiscito i due capigruppo Renato Schifani e Renato Brunetta, il coordinatore del partito Denis Verdini e il senatore pidiellino Altero Matteoli.
Fonte: La Repubblica