Silvio Berlusconi non ha dubbi, i progressi compiuti dalla scienza permetteranno, in un prossimo futuro, di arrivare a 120 anni in buona salute. Il Presidente del Consiglio scrive un articolo su Kos - la rivista bimestrale dell'editrice San Raffaele, diretta da don Luigi Verze' - rilanciato dal Corriere della Sera e spiega che fare politica, fra l'altro, significa vivere a lungo per gli altri. ''Se la durata media della vita e' stata di poco superiore ai vent'anni sino all'Ottocento, di quarant'anni all'inzio del Novecento ed e' arrivata oggi a ottant'anni perche' - si chiede il premier - non si puo' davvero arrivare in un futuro prossimo a centovent'anni vissuti in buona salute?''. Per Berlusconi ''con la medicina preventiva, con il controllo a distanza, con l'esame del Dna, con l'utilizzo delle cellule staminali, con un conseguente razionale stile di vita ogni soggetto sara' nella condizione di conservarsi sano ed efficiente piu' a lungo''. La vita, sostiene il premier, e' un dono che ''ciascuno di noi deve saper spendere virtuosamente e intensamente''. La parola ''vecchio'', spiega Berlusconi, e' una scure che ''ancora fino a qualche anno fa poteva calare su un uomo di 60 anni ma oggi non sono poche le persone che a questa eta' intraprendono nuove avventure''. Berlusconi ricorda che Goethe ''si innamoro' come un ragazzino all'eta' di 72 anni, Tolstoj intono a quell'eta' approfondi' lo studio dell'ebraico, Prezzolini continuo' la sua produzione giornalistica anche dopo i cent'anni''. Insomma, ''sono certo che una vita piu' lunga di qualche decennio potra' diventare un obiettivo raggiungibile''. Berlusconi non ha dubbi, vivere piu' a lungo serve anche al politico e al suo impegno istituzionale. ''Chi si occupa di politica, cioe' degli altri - spiega il presidente del Consiglio - dovrebbe impegnarsi anche su questo fronte: perche' il tempo che l'uomo sta guadagnando si possa vivere nel migliore dei modi e con tutte le opportunita' possibili''.