Alfano: "Monti-bis? Solo se si candida",Casini: "Per noi nel 2013 c'è ancora lui"
Duello sul possibile reincarico al premier dopo il voto. Il leader Udc da Chianciano: "Dopo Monti c'è ancora Monti". Il segretario Pdl: "Solo se ci sarà il suo nome sulla scheda". E Bersani, dalla festa Pd: "Tocca gli italiani e non ai banchieri decidere chi governa il Paese". Di Pietro: "Il premier spergiura di non essere candidato ma si fa così quando ci si vuole far pregare"
ROMA - E' il Monti-bis a dominare l'agenda della politica: l'ipotesi di un reincarico al professore anche dopo le elezioni del 2013, malgrado il premier abbia ribadito anche oggi, a Cernobbio, che la sua è un'esperienza tecnica limitata nel tempo 1. Quella di un Monti-bis è però una possibilità - sembra - invocata sia da Washington che da Berlino 2 , oltre che da banchieri, imprenditori ed economisti 3 di casa nostra. E che sta infiammando il dibattito politico da giorni. In questo contesto si inserisce il duello tra Alfano e Casini. Comincia il segretario del Pdl, parlando da Cernobbio: "Se qualcuno vuole ancora Monti alla guida del governo dovrà trovarlo sulla scheda perchè il sale della democrazia sta nel fatto che governa chi vince le elezioni", dice.
Pronta, da Chianciano Terme, la replica del leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini. Riprendendo le parole di Monti, che ha cercato di mettere fine alle ipotesi di un secondo mandato dicendo "il mio orizzonte finisce nel 2013", Casini dice: "Io lo contraddico: per
noi dopo Monti, c'è Monti. Il cammino non va interrotto". E sul futuro inquilino di Palazzo Chigi interviene, dalla Festa democratica di Reggio Emilia, anche Pierluigi Bersani. Con un messaggio chiarissimo: "Il pd guarda senza ambiguità della prospettiva delle elezioni, sempre naturalmente che Moody's o Standard & Poors non ce le aboliscano, sostituendole con una consultazione fra banchieri".
Durissimo, con l'ipotesi del Monti bis, Antonio Di Pietro. "In Italia si devono ancora tenere le elezioni, addirittura nemmeno si sa con quale legge elettorale si andrà a votare, ma quei poteri che della democrazia se ne sono sempre fregati, primi fra tutti la finanza internazionale, i banchieri e le grandi aziende, hanno già deciso chi governerà: Mario Monti" anche se "lui, il nominato, giura e spergiura di non essere candidato, ma si fa così quando ci si vuole far pregare".
Secondo l'ex presidente del Consiglio Romano Prodi, invece, l'ipotesi di un Monti-bis non è da scartare a priori ma può esistere solo nel caso che dalle urne elettorali non esca un vincitore. "La lettura di alcuni articoli in relazione a un cosidetto "Monti bis" è davvero sorprendente e impone un chiarimento. Le mie parole sono state e sono inequivocabili: l'ipotesi di un può esistere solo nel caso che dalle urne elettorali non esca un vincitore".